Tre Bicchieri a Castello Bonomi Stupisce il Dosage Zéro 2011
Frutto della straordinaria qualità delle uve Pinot Nero e Chardonnay e di un affinamento sui lieviti di 84 mesi, il Franciacorta Dosage Zéro 2011 si è aggiudicato i Tre Bicchieri del Gambero Rosso
13 ottobre 2020 | 10:53
di Roberto Vitali
Il Dosaggio Zero rappresenta il modo migliore per dimostrare la volontà di creare vini che sfidano il tempo
La 2011 è giudicata dal Consorzio tutela del Franciacorta come la migliore vendemmia degli ultimi 15 anni; Franciacorta Dosage Zéro 2011 è frutto della straordinaria qualità delle uve Pinot Nero e Chardonnay e di un affinamento sui lieviti di 84 mesi, avvenuto nelle cantine storiche. Proprio la qualità del Millesimo ha permesso di esprimere al meglio la filosofia di Castello Bonomi attraverso affinamenti ancora più lunghi. Franciacorta Dosage Zéro si posiziona a tutti gli effetti sul podio delle migliori annate di Franciacorta prodotti dall’azienda.
Per Castello Bonomi, il Dosaggio Zero rappresenta il modo migliore per dimostrare la volontà di creare vini che sfidano il tempo, un lavoro paziente e rispettoso di territorio e terroir, che regala grandi soddisfazioni. Con il Dosage Zéro si combinano la ricerca della perfezione e unicità nelle annate migliori con la naturalità di una scelta di cantina che esclude qualsiasi compromesso. Giallo paglierino brillante, fine perlage, al naso spiccano le note di frutti bianchi, vaniglia e sfumature agrumate, a cui si aggiungono deliziose note di crostata di pane appena sfornato.
Grandi consensi sta avendo anche il Franciacorta Satèn Brut Millesimo 2014, Chardonnay 100%, ottimo interprete del territorio franciacortino (mineralità e complessità), morbido ed elegante, ottimo regalo per le prossime festività natalizie. Produzione limitata.
Castello Bonomi è l’unico château della Franciacorta: sorge alle pendici del Monte Orfano, 275 m sul livello del mare, nel comune di Coccaglio (Bs). Circondati da un parco secolare, per 24 ettari gli splendidi vigneti si sviluppano a gradoni e sono ancora recintati da un muro a secco risalente a metà Ottocento.
Oggi, Casa Paladin si impegna a portare avanti una tradizione vitivinicola secolare, con uno staff che si fregia di nomi importanti, come Leonardo Valenti, docente dell’Università Statale di Milano che assieme allo chef de cave Luigi Bersini e Carlo Paladin formano il team tecnico a capo della qualità e delle produzioni del gruppo. Un approccio e una visione moderna, che non dimentica le radici storiche della tenuta e l’importanza del luogo, ma che si distingue per le scelte coraggiose e a volte in controtendenza.
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Alberto Lupini