Sulle tracce degli Asolani: itinerario tra musica e vino con la cantina Montelvini
Il progetto Gli Asolani è un vero e proprio viaggio in 5 tappe che parte dalle persone che hanno segnato la storia del borgo di Asolo: Eleonora Duse, Caterina Cornaro, Freya Stark, Gian Francesco Malipiero e la famiglia Serena
«Amo Asolo (Tv) perché è bello e tranquillo, perché non è lontano dalla Venezia che adoro... allorché al mattino apro le imposte della mia camera, nel vano della finestra si inquadra il Monte Grappa. Allora metto due vasi di fiori sul davanzale. Questa sarà l'asilo della mia ultima vecchiaia, e qui desidero di essere seppellita. Ricordatelo, e se mai, ditelo». Così scriveva di Asolo l'attrice Eleonora Duse, una delle grandi personalità - insieme alla regina Caterina Cornaro, all'esploratrice inglese Freya Stark, al compositore Gian Francesco Malipiero e al poeta Robert Browning - che nello splendido borgo trevigiano trovarono non soltanto una casa, ma un vero e proprio buen retiro per ristorare il proprio spirito dalle fatiche del mondo esterno. Un paese di poche anime, che ha però visto incrociarsi tra i suoi vicoli i destini di tanti personaggi, ognuno dei quali ha consegnato a questo luogo un pezzo della propria personalità, contribuendo a tessere una grande tela fatta di storia e, soprattutto, di storie.
Asolo, voce del verbo “asolare”
Definita da Giosuè Carducci “La città dei 100 orizzonti” (chi ci è stato può presto capire il perché ndr) Asolo si sviluppò originariamente come insediamento paleoveneto con il nome di Akelon e successivamente (I secolo a.C) divenne municipium romano. Sede vescovile fino al 969, fu terra di conquista fino al passaggio definitivo sotto il dominio della Repubblica di Venezia (1388), mentre un secolo più tardi ospitò il regno della regina di Cipro Caterina Cornaro, presso la cui corte il cardinale Pietro Brembo scrisse i dialoghi d'amore “Gli Asolani”. È però riconducibile al poeta Robert Browning la nascita del verbo “asolare”, modo di dire ancora oggi utilizzato per indicare la felicità di perdersi nei propri pensieri, passeggiando e godendo del paesaggio con leggerezza. Una sorta di way of life che proprio ad Asolo ha trovato terreno fertile per essere messo in pratica nella più alta delle sue forme.
Montelvini: impegno a tutela del genius loci di Asolo
Messi da parte vicoli, portici, antichi palazzi e splendidi panorami sulle colline che si spingono fino al massiccio del Monte Grappa, Asolo deve la sua fama a un altro vanto tutto italiano: il Prosecco.
Non solo una risorsa per l'economia locale, ma anche un volano in termini di enoturismo che Montelvini, azienda guidata dalla famiglia Serena che da 140 anni opera proprio nelle aree di produzione dell'Asolo Prosecco Docg, ha saputo sfruttare per valorizzare il profondo rapporto che qui intercorre tra il vino e il territorio. E lo ha fatto dapprima con il progetto del Vigneto Ritrovato, avviato nel 2017 con il recupero di un'antica vigna impiantata nel 1960 all'interno del centro storico di Asolo, di fronte alla storica villa Contarini degli Armeni e al bellissimo giardino all'italiana di Villa De Mattia. Il vigneto, che può contare sul lavoro di un valido pool di professionisti (un architetto del paesaggio, un docente universitario, uno storico, istituzioni comunali e un documentarista, oltre a esperti di viticoltura) si estende per circa 0,3 ettari di terreno con buona presenza di argilla su filari di glera impiantati a Sylvoz, una forma di allevamento tipica della zona.
Gli Asolani, un itinerario tra musica e vino
Dalla stessa cantina, un invito a scoprire il borgo di Asolo - candidato come Patrimonio Mondiale dell'Umanità dall'Unesco - è arrivato anche grazie al progetto Gli Asolani, una mappa interattiva ideata da Montelvini in collaborazione con l'illustratore Gianluca Biscalchin e il compositore, violoncellista e pianista Piero Salvatori. Si tratta di un vero e proprio viaggio in 5 tappe (accessibile qui) che parte dalle persone che hanno segnato la storia del borgo veneto - Eleonora Duse, Caterina Cornaro, Freya Stark, Gian Francesco Malipiero e la famiglia Serena - per far scoprire le diverse referenze dell'Asolo Prosecco Docg e arricchire l'esperienza asolana dei visitatori.
Si parte dalla casa di Eleonora Duse: considerata la piu` grande attrice teatrale della sua epoca, ha rivoluzionato il modo di fare teatro ottocentesco con il suo stile verista. Famosa in tutto il mondo, la divina e` stata protagonista di storie d'amore sfortunate e tormentate, una su tutte quella con Gabriele D'Annunzio. Ha vissuto ad Asolo per brevi, intensissimi periodi. Qui e` sepolta, per suo volere, in una tomba affacciata sul Monte Grappa, sua naturale fonte di ispirazione. Alla sua figura, la cantina ha voluto associare il brano “Fucsia”, in cui emergono abbinato all'Asolo Prosecco Superiore Docg Extra Brut Millesimato, un vino complesso e ricco di profumi fruttati mela e pera, con note intense e minerali.
Il tour prosegue poi al Castello di Caterina Cornaro (1454-1510). Appartenente a una delle famiglie più nobili della Serenissima, fu data in sposa per ragioni politiche a Giacomo II Lusignano, re di Cipro. Dopo la morte del marito e un periodo di reggenza, la regina fu costretta a cedere il suo regno a Venezia, che in cambio le diede la signoria di Asolo. Qui Caterina creò una delle più brillanti corti rinascimentali, circondandosi di artisti rinomati, come il pittore Giorgione e il poeta Pietro Bembo. “Il vento soffia sui pini” è il brano selezionato per questa figura come sinonimo di “Bellezza, Potere e Nobiltà”. In abbinamento l'Asolo Prosecco Superiore Docg Brut, un vino peculiare che si distingue per il suo sorso fresco e fruttato, anticipato da una bollicina finissima.
Terza fermata del cammino nella casa di Freya Stark (1893-1993), viaggiatrice indipendente e avventurosa che si spinse fino al Medio Oriente, sconvolto dalla caduta dell'Impero Ottomano. Definita "l'ultimo dei viaggiatori romantici", dopo ogni avventura ha sempre fatto ritorno al suo meraviglioso giardino di Asolo. Per lei Piero Salvatori ha scelto "Il viaggio che vorrei", da accompagnare all'Asolo Prosecco Superiore Docg Extra Dry, dalla spuma gioiosa e persistente, prologo di un bouquet ampio, fruttato e florelae, e di un sorso morbido, con una piacevole nota acida.
Al compositore Gian Francesco Malipiero (1882-1973) è invece dedicata la quarta tappa della mappa. Un musicista dal carattere scontroso e introverso, si ritirò ad Asolo, in una casa isolata dalle alte mura, per allontanarsi dal mondo e creare, ospitando non di rado artisti, poeti e musicisti come Stravinskij. Gian Francesco Malipiero si riconosce nelle note di “Promenades”, mentre il vino a lui associato è “Il Brutto” - Asolo Prosecco Superiore Docg Sui Lieviti, un vino apparentemente rude nella sua naturalità, non convenzionale, in continua evoluzione.
L'ultima tappa del viaggio è infine sulla terrazza di Villa de Mattia, dove è custodita la testimonianza del rapporto tra la famiglia Serena e Asolo. Da qui è possibile godere di un affaccio privilegiato sul “Vigneto Ritrovato”. In attesa della sua prima vendemmia Armando, Alberto e Sarah Serena ascoltano il brano “Giallo arancio” tenendo in mano un calice della loro referenza di punta: l'FM333 Asolo Prosecco Superiore Docg Brut Millesimato. Un vino di grande eleganza e ricchezza gustativa ricavato dalle uve di un unico vigneto, chiamato Fontana Masorin, situato sulla collina del Montello a 333 m s.l.m.
L'impegno per la sostenibilità di Montelvini
Quella de Gli Asolani rappresenta soltanto l'ultima di una serie di iniziative di valorizzazione poste in essere dalla famiglia Serena, oggi alla quinta generazione con Armando Serena come presidente e i figli Alberto e Sarah in qualità, rispettivamente, di amministratore delegato e direttore generale. Il logo dell'azienda è rappresentato da una civetta, in quanto l'area in cui sorge la cantina è chiamata Zuitère, ovvero “terra delle civette”, un animale simbolo di saggezza, conoscenza e sensibilità che per Montelvini rappresenta la capacità di cogliere i migliori frutti della terra, preservandone la natura e i suoi ritmi.
Un valore, quello del rispetto ambientale, che la cantina difende ormai da tempo, tanto da aver ottenuto nel 2021 il Certificato di Sostenibilità Equalitas per il rispetto dell'ambiente, l'attenzione all'ambito sociale e la responsabilità economica. Un esempio di tradizione, recupero e valorizzazione di un territorio che vale la pena conoscere.
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Alberto Lupini