St. Hubertus, l'amaro di Bordiga che strizza l'occhio alla mixology
La storica azienda compie 135 anni e rifà il look di una delle sue referenze storiche. Vengono rinnovate sia la bottiglia sia l'etichetta e rinforzato il legame con i cocktail, che raccontano un St. Hubertus inedito
L'amaro non è più, da qualche tempo, soltanto un amaro. Un prodotto tradizionale e fortemente legato al territorio e all'ambito famigliare è riuscito a ritagliarsi, pian piano, un mercato nuovo e sempre più ampio. Lo ha fatto senza snaturarsi, ma valorizzandosi con una nuova veste. Così oggi, oltre a rimanere il fine pasto preferito dagli italiani, l'amaro è anche un ingrediente centrale per la mixology. Una visione, per certi versi, rivoluzionaria, specie se coinvolge prodotti nati per essere degustati da soli e che hanno, anche per questo motivo, una struttura forte e complessa. Un esempio riuscito, in questo senso, è senza dubbio St. Hubertus, uno dei prodotti simbolo di Bordiga, storica distilleria di Cuneo, in Piemonte.
St. Hubertus, amaro di montagna
Bordiga, dicevamo, è una distilleria storica. Nel 2023 ha tagliato l'importante traguardo dei 135 anni di attività. È nata, infatti, nel 1888 su iniziativa del Cavalier Pietro Bordiga, appassionato erborista, profondo conoscitore delle botaniche alpine e delle spezie orientali. Bordiga diede forma, in primis, alla sua ricetta del Vermouth di Torino, per ampliare poi negli anni la proposta. Oggi l'azienda, che si è man mano modernizzata, mantiene ancora un legame importante con l'artigianalità delle sue origini. I processi con cui vengono lavorate le singole botaniche sono ancora oggi artigianali. Tutto viene prodotto senza l’utilizzo di centrifughe, né ultrasuoni, solventi o aromi sintetici, con l'obiettivo di preservare tutte le caratteristiche e il gusto unico e aromatico delle erbe di montagna.
La proposta di Bordiga è, quindi, molto ampia. Si va dagli storici Vermouth fino ai più moderni gin, passando per le grappe e fino agli amari. Proprio negli amari è possibile trovare la cifra esatta del lavoro di Bordiga: un prodotto di montagna, con la montagna dentro. L'esempio più evidente, in questo senso, è il già citato St. Hubertus. Non soltanto perché si tratta di una delle referenze più antiche della casa di Cuneo, prodotta e commercializzata sin dal 1890, ma anche per la sua storia. La ricetta, ancora oggi segreta, venne regalata al Cavalier Bordiga da un suo amico montanaro. Un uomo che viveva la sua quotidianità tra la natura e raccoglieva erve e radici, con cui realizzava un amaro. Quell'amaro è St. Hubertus, arrivato intatto fino ad oggi. Anche perché, ancora oggi, le erbe vengono raccolte a mano sugli stessi pendii e il risultato non può che giovarne.
Il legame del prodotto con la montagna è evidente sin dal primo sorso. Si tratta di un amaro corposo, con una gradazione alcolica del 38%, che riesce, però, a mantenere un certo equilibrio. I sapori balsamici che si sprigionano nell'immediato, persistono nel tempo, rendendolo particolarmente intenso, senza fargli perdere la già citata armonia che lo contraddistingue. Da gustare, almeno al primo assaggio, così com'è, senza nemmeno aggiungere il ghiaccio.
Il nuovo volto di St. Hubertus
Per festeggiare i 135 anni e per valorizzare ulteriormente uno dei suoi prodotti di punta, Bordiga ha deciso di dare a St. Hubertus un nuovo volto. L'azienda ha, quindi, rivoluzionato l'immagine, sia nella bottiglia sia nell'etichetta. La nuova bottiglia è realizzata con vetro 100% riciclato e certificato. Per questo motivo, il nuovo packaging si caratterizza con un colore azzurro non sempre uniforme, dovuto proprio alla fusione insieme di bottiglie in vetro di vario colore. Così, non è detto che una bottiglia di St. Hubertus sia identica all'altra. Molto bella, poi, la nuova etichetta. La scelta dell'azienda è stata quella di mantenere forte, a livello visivo, il legame con la montagna. Sull'etichetta compaiono, quindi, il camoscio, simbolo delle Alpi per eccellenza, e le vette alpine alle sue spalle. La carte scelta è ruvida e i contorni delle etichette si presentano frastagliati, per richiamare, ancora una volta, l'idea della montagna. Il risultato, va detto, è sicuramente convincente: moderno e d'impatto.
L'amaro incontra la mixology: le ricette
Il sipario sulla nuova bottiglia di St. Hubertus si è alzato in occasione di una cena ad hoc svoltasi al Relais Fiocco di Neve di Limone Piemonte, sempre in provincia di Cuneo. Per l'occasione lo chef Luca Aprea ha preparato un percorso culinario a cui sono stati affiancati i cocktail realizzati da Lucia Lanza, barlady e cotitolare del 1786, locale di Cuneo. La volontà di Bordiga è, infatti, di dimostrare come, nonostante la sua forza e la sua struttura complessa, St. Hubertus sia in grado di essere perfettamente declinato nella mixology. Anche in questo caso, come per il restyling grafico, il risultato è convincente. Merito, è giusto dirlo, anche della mano di Lanza, brava a trovare i giusti incastri durante tutta la degustazione.
Ecco, allora, le ricette dei cocktail realizzati con amaro St. Hubertus e il loro abbinamento nel piatto.
Pepper Joy
3/4 oz St. Hubertus
1/2 oz chutney peperone
1 oz vodka Bordiga
2 dash celery bitter
Tintura pepe
Abbinamento con: Vitello con insalata piemontese, kiwi e cassia
Hubertus Mary
1 oz St. Hubertus
1/2 oz vodka Occitan
1/2 oz succo limone
1/4 oz soia
1 1/2 oz pomodoro succo
2 dash Worcester sauce
Abbinamento con: Plin con aglio nero e burrata
St. Hubertus Sour
2 oz St. Hubertus
2 oz limone
1 oz sciroppo zucchero
Abbinamento con: Maiale con osmosi di anguria, gambero, maionese di mare e bisque
Alexander
1 oz St. Hubertus
1 oz liquore cacao bianco
1 oz panna liquida
1 spoon ramasin Bordiga
Abbinamento con: Bonet
Bordiga
Via Valle Maira 98 - 12100 Cuneo
Tel 0171611091
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