SPUM.E: rilancio della spumantistica e recupero delle aree montane umbre

Il progetto SPUM.E, presentato a Gubbio, mira alla creazione di un distretto spumantistico umbro per valorizzare le aree montane dell'Appennino, promuovendo sviluppo vitivinicolo sostenibile e reinsediamento

01 ottobre 2024 | 18:23

È stato presentato a Gubbio al Park Hotel ai Cappuccini, il progetto di ricerca SPUM.E (Spumantistica Eugubina). Il progetto, finanziato dalla Regione Umbria tramite PSR e realizzato dall'Università degli Studi di Milano, mira a valutare la sostenibilità ambientale, economica e sociale della produzione di basi spumante nelle aree montane dell’Appennino Eugubino-Gualdese.

 

SPUM.E, il ruolo della viticoltura in quota

L’Umbria è una regione ricca di aree coltivabili in quota, con oltre il 25% della sua superficie regionale situata sopra i 600 metri sul livello del mare. Secondo il professor Leonardo Valenti, del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università di Milano, queste zone potrebbero rivelarsi ideali per contrastare i cambiamenti climatici e produrre spumanti di alta qualità. «Il progetto SPUM.E ha l’ambizione di sperimentare la fattibilità di un vigneto specializzato in alta quota, rispettando l'ecosistema appenninico e rilanciando l'economia rurale di un territorio in difficoltà», ha spiegato Valenti. Secondo Marco Caprai, amministratore delegato dell’Azienda agricola Arnaldo Caprai, i cambiamenti climatici stanno trasformando i terreni in quota in aree ideali per la viticoltura, una volta ritenute inadatte. «Terreni abbandonati da decenni, ora possono diventare protagonisti nella produzione vitivinicola grazie al clima più fresco e alla ridotta necessità idrica», ha sottolineato Caprai.

Il progetto SPUM.E ha visto la creazione di un vigneto sperimentale di 6 ettari tra il 2017 e il 2019, impiantato con Chardonnay e Pinot Nero, vitigni ideali per la produzione di spumanti Metodo Classico. Le analisi sensoriali delle prime produzioni hanno confermato la vocazionalità dell’area montana Eugubina per la spumantizzazione. «La qualità delle uve coltivate in quota si è rivelata migliore rispetto a quelle a bassa quota, con una vendemmia più tardiva e minori consumi idrici», ha affermato Gabriele Cola, ricercatore dell’Università di Milano.

SPUM.E , verso un distretto della spumantistica umbra

I successi del progetto potrebbero portare alla creazione di un vero e proprio distretto della spumantistica in Umbria. Le aziende Arnaldo Caprai e Semonte, partner del progetto, hanno già messo in bottiglia i primi spumanti Metodo Classico, che debutteranno a Vinitaly 2025. «Il recupero delle zone montane abbandonate per la produzione di spumanti di qualità può essere un'opportunità per i giovani e per l'economia rurale», ha dichiarato Giovanni Colaiacovo, titolare dell’azienda agricola Semonte.

 

Il progetto SPUM.E rappresenta una sfida ambiziosa per il rilancio delle aree montane umbre, come sottolineato anche dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti: «Il valore di SPUM.E risiede nella sua sostenibilità e nella capacità di rilanciare territori marginali, favorendo nuove opportunità di investimento». La presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, ha concluso la presentazione sottolineando l’importanza del progetto per l’intera regione: «SPUM.E può portare ulteriore riconoscibilità all’Umbria, contribuendo a rivitalizzare i nostri Appennini».

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Alberto Lupini


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