Somma sapienza, il primo vino che celebra il vigneto Italia

Per creare questa etichetta in edizione limitata non in vendita e voluta da Luca Maroni,analista sensoriale, sono stati utilizzati 155 vitigni diversi, autoctoni o ambientati in varie regioni italiane

07 ottobre 2023 | 15:36
di Mariella Morosi

Sono un vino bianco e uno rosso e hanno in comune il nome: "Somma Sapienza", a indicare il nostro patrimonio varietale che, con l'esperienza, la conoscenza e la cura, porta il frutto della vite a diventare vino. Ma se è l'identità della pianta a confluire nella magia del risultato finale, in questo caso sono stati 155 vitigni diversi, autoctoni o ambientati in varie regioni italiane, a creare questa nuova etichetta voluta da Luca Maroni, analista sensoriale e autore dell’Annuario dei Migliori Vini Italiani, e dalla sorella Francesca Romana, Ceo di Sens Eventi. L'etichetta è stata presentata a Roma alla Vendemmiata Romana Special Edition, una vera e propria festa aperta ai cittadini romani che si è svolta all'interno del Museo Orto Botanico dove nel 2018 erano stati piantati i vitigni di tanti terroir. Successivamente, nel tempo concesso dai ritmi della natura, è avvenuta la vinificazione.

Somma Sapienza, vino dal significato unico

Non è stato però soltanto un esperimento per unificare il diverso, peraltro non nuovo. Hanno infatti un forte significato simbolico le 600 bottiglie da mezzo litro di "Somma Sapienza" prodotte, 300 con uve a bacca bianca e altrettante con uve a bacca rossa, con l’etichetta color oro e rubino che si fregia del logo dell’Università La Sapienza di Roma.

Un vigneto ed un vino unico in biodiversità sono infatti la "Somma" dell’Italia viticola ed enologica e la "Sapienza" è quella dell'uomo, omaggio al tempo e alla perseveranza dei molti, secondo gli ideatori. «La complessità aromatica derivante dalla ricchezza, varietà e rappresentatività italica delle uve compositive, l’integrità enologica della trasformazione - ha detto Maroni- rende il profumo e il gusto di questo vino un’esperienza sensoriale tanto mirabile quanto memorabile».

Come sono stati realizzati i vini Somma Sapienza bianco e rosso

Per il "Somma Sapienza" bianco sono ben 79 le varietà impiegate in rappresentanza di ognuna delle 20 regioni. Tra queste Passerina e Trebbiano d’Abruzzo, Fiano d’Avellino e Greco di Tufo ma anche Malvasia Aromatica di Piacenza, Bellone e Moscato di Terracina. Per il rosso, che invece ne conta 76, tra le varietà troviamo Montepulciano e Aglianico del Vulture, Gaglioppo calabrese e Piedirosso campano, oltre a Lambrusco di Sorbara, Refosco dal Peduncolo Rosso, Lacrima del Morro d’Alba e Tintilia molisana. Vitigni, dunque, molto differenti tra loro ma che hanno trovato terreno fertile comune proprio nel cuore della Città Eterna, nel giardino ai piedi del Gianicolo.

Somma sapienza, vino “studio” non in vendita

Si tratta di un prodotto in edizione limitata non disponibile alla vendita, certamente oggetto di studio ma soprattutto detentore di un valore immateriale perché frutto di speranze e lavoro di un team affiatato.
L'attesa vendemmia con la raccolta dei primi grappoli si era svolta a settembre dello scorso anno, tra stornelli romani, canti, balli e street food a bordo vigna e ora la festa è stata replicata per due giorni. Lo stesso Luca Maroni ha condotto il seminario con degustazione “Somma Sapienza: il vino autoctono dell’Italia”. In un'atmosfera giocosa gli ideatori del progetto insieme a Fabio Attorre, direttore del Museo Orto Botanico di Roma e agli enologi e agronomi hanno voluto condividere il risultato con il pubblico.

A Roma tutti segreti dell’uva e del vino

Molte le curiosità e le domande del pubblico all'incontro sul tema de "Il viaggio dell'uva", sui profumi e aromi che si percepiscono prima all’olfatto e poi al gusto, sull’impianto delle barbatelle fino alla crescita delle piante, sulla maturazione completa dell’uva e sul momento più idoneo alla raccolta del grappolo, sulla fermentazione e sull'affinamento. Determinante a costanza e il lavoro di tante persone, insieme al trascorrere del tempo. Ma non basta ancora: la natura è un organismo vivo e vitale, ricco di eventi non sempre controllabili, come ha detto Francesca Romana Maroni ricordando le intemperanze climatiche della stagione che i produttori hanno dovuto affrontare ma che non ha minimamente scalfito la loro determinazione a tutelare il vigneto, vera e propria ricchezza nazionale.

Tra gli altri eventi che hanno arricchito la festa, il seminario “La Salute estratta dall’Uva” tenuto da Gabriella Pasqua, l’incontro “Il Valore Nascosto del Vigneto Italia” a cura di Elena Brunori dell’Università degli Studi della Tuscia e “Si fa presto a dire potatura” curato dall’esperto di arte topiaria Enrico Ario Rocchi sulla longevità delle piante.

Non sono mancati poi il cibo di strada ai food truck tra cui Pizza e Mortazza, Yam Ristoro, Vin@mor e Poggio Agli Ulivi e le degustazioni di vini a cura del Consorzio Tutela Denominazione Frascati e Roma Doc. Per i più piccoli le associazioni The Dreambook, Cartartist e G-Eco hanno organizzato spettacoli come giochi e performances a tema come Caccia al chicco e la Corona di Bacco.

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Alberto Lupini


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