Sidro protagonista in Trentino con il “pommelier” Marco Manfrini

Appuntamento da non perdere all'Osteria Storica Morelli di Canezza con il "maestro delle fermentazioni" e cinque produttori: Floribunda, Paladeus, Apple Blood Cider, Maso del Gusto e Azienda agricola Ca' dei Baghi

16 gennaio 2024 | 14:45
di Giuseppe Casagrande

Il sidro parla molte lingue: lo spagnolo ("Sidra"), il francese ("Cidre"), l'inglese ("Cider"), il tedesco ("Apfelwein"). E l'italiano. L'occasione per parlare di questa bevanda, di origine antichissima, poco conosciuta e valorizzata in Italia, è l'evento organizzato da Osteria Storica Morelli di Canezza di Pergine Valsugana (Trento) che, venerdì prossimo, 19 gennaio, a partire dalle ore 20, ospiterà una serata che avrà come tema proprio il sidro. Ospite d'onore il primo "pommelier" d'Italia, il roveretano Marco Manfrini. Fiorenzo Varesco e il team dell'Osteria Morelli proporranno, in abbinamento ad una ricca selezione di sidri trentini e altoatesini, un menu degustazione esclusivo, creato con l'intento di esaltare l'armonia tra il sidro e i piatti.

A Marco Manfrini spetterà il compito di guidare gli ospiti alla scoperta dei profumi e dei sapori di cinque prestigiosi produttori di sidro del Trentino Alto Adige: le aziende altoatesine "Floribunda" di Franz Egger (Salorno) e "Paladeus" di Hubert Bonell (Ora) e le aziende trentine "Apple Blood Cider" (Piana Rotaliana) e "Maso del Gusto" (Nave San Rocco). Esordio in anteprima del nuovo sidro di Tullio Valcanover, mitico patron dell'Azienda agricola "Ca' dei Baghi" di Bosentino (Altopiano della Vigolana). «Sarà un'esperienza unica» promettono i titolari. Costo della serata (menu e abbinamenti) 50 euro con sconto del 10% ai soci Slow Food.

La storia italiana del sidro

In Italia, terra del vino per antonomasia, l'antica bevanda popolare ottenuta dalla fermentazione del succo di mela, in passato era molto diffusa soprattutto al Nord (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta), ma poi è andata scomparendo durante il periodo della dittatura fascista, a causa di una norma che vietava la produzione industriale di bevande spiritose al di sotto dei 7 gradi alcolici. Tale provvedimento aveva lo scopo di incentivare il consumo del vino. Risultato: la scomparsa quasi totale della produzione di questa bevanda, sopravvissuta solo in poche realtà dell'arco alpino.

In Spagna il rito dell'"Escanciar" la sidra

In Spagna, “la sidra” (coniugata dunque al femminile) è una bevanda moderatamente alcolica, protagonista del rito del «tapear», una sorta di processione laica, di bar in bar, dove sui banconi troneggiano «tapas», «pinchos» e altri peccaminosi stuzzichini in suo accompagnamento. I camerieri versano la sidra nel bicchiere dall’alto, secondo un antico rituale e una tecnica dal nome emblematico «escanciar». L’impatto sul bicchiere - a detta degli esperti - serve a stimolare l’anidride carbonica che si sviluppa durante la fermentazione delle mele. In pratica senza questo gesto dall’alto, la sidra perderebbe tutto il suo sapore.

Il sidro, origini antichissime: dagli ebreri ai popoli celtici

In Europa il sidro vanta molti estimatori tra i buongustai, in particolare in Spagna, dove in molti ristoranti la "sidra" viene proposta come alternativa al vino e alla birra, ma anche in Francia (Bretagna, Normandia, Loira, Alta Savoia), in Inghilterra, in Germania, in Austria. Ma è apprezzato anche in Russia, in Canada, negli Stati Uniti, in Asia, Nuova Zelanda, Australia, Sudafrica. Gli storici si sono chiesti dove e quando questa antica bevanda è apparsa per la prima volta. Una cosa è certa: la sua origine è sicuramente antichissima. La Bibbia documenta, infatti, come gli ebrei (2.800 avanti Cristo) amassero mescolare il miele con il sidro.

Nel Nord Europa, invece, il sidro era, assieme alla birra (la "cervogia"), l'unica bevanda alcolica fermentata, bevanda che si diffuse ben presto, soprattutto tra le popolazioni celtiche, al punto che le ricette per la produzione del sidro erano gelosamente custodite dai sacerdoti druidi. E lo stesso dicasi delle Abbazie che, nel Medioevo, incentivarono la coltivazione delle mele proprio per ricavarne la preziosa bevanda. Persino Dom Pierre Pérignon, il monaco benedettino cui è attribuita la nascita dello Champagne, nel 1683 si sarebbe ispirato alla produzione sperimentale di un sidro addizionato di saccarosio per ottenere le bollicine più famose del mondo.

Marco Manfrini il primo "pommelier" d'Italia esperto di questa bevanda

Ma torniamo alla serata-evento sul sidro di venerdì prossimo 19 gennaio organizzata da Fiorenzo Varesco e Francesco Nuresi alla Storica Osteria Morelli di Canezza di Pergine. Protagonista della serata sarà Marco Manfrini, roveretano, primo "pommelier" d'Italia, figura che ricorda il ruolo del sommelier del vino. Manfrini ha dedicato la sua carriera professionale ad un settore quanto mai affascinante: il mondo delle fermentazioni.

Con un background d'indirizzo enologico e una parentesi, altrettanto affascinante, nel mondo delle birre artigianali, Manfrini ha deciso di esplorare e di dedicarsi allo studio del sidro di mele. Approfondendo la sua ricerca, è riuscito a creare la figura accademica del "pommelier" e ad ottenere il relativo diploma certificato in campo internazionale dalla londinese "Beer & Cider Academy". Ora viaggia in Italia e nel mondo con l'obiettivo di rilanciare questa antica bevanda raccontando e condividendo esperienze ed assaggi di sidro.

Osteria Storica Morelli
Piazza Petrini 1, Canezza di Pergine (Tn)
Tel 0461 509504

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Alberto Lupini


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