Erste+Neue vince la sfida Valorizzare la "Schiava" si può
19 novembre 2015 | 10:31
di Alberto Lupini
E che la Vernatsch abbia tutte le caratteritsiche per potere competere alla pari con altri nomi di peso (dal Gewürztraminer al Pinot nero) è stat ben dimostrato da una verticale dal 2007 ad oggi della Schiva realizzata dall'enologo Gerhard Sanin. Ogni bottiglia dimostrava ricchezza aromatica e profondità insolite abbinate ad una longevità che in pochi avrebbero potuto attribuire a questo vino un tempo ritenuto adatto alla pronta beve e a un uso esclusivamente domestico o da osteria. Per chi non la conoscesse la "Leuchtenburg Kalterersee" ha invece dimostrato in tutte le sue annate di essere un vino capace di competere ad altisismi livelli.
«La sfida di Erste Neue è entrata nel vivo - può affermare soddisfatto il direttore generale della cantina, Andrea Carpi (nella foto) - perché puntare su una varietà come il Vernatsch, la cosiddetta Schiava, o sulla denominazione Kalterersee, non è una scelta senza conseguenze e ostacoli. L’Alto Adige è conosciuto in Italia per le varietà aromatiche dei vini bianchi, in particolare il Gewürztraminer, piuttosto che il Müller-Thurgau, o il Sauvignon. Sarebbe stato più scontato continuare lungo questo percorso, ma ci siamo resi conto che questa varietà autoctona, a causa del suo retaggio storico e per motivi di economicità, era destinata a sparire se non si fosse cambiata direzione».
Il lavoro di Erste+Neue consiste nel soddisfare le domande del mercato, con una produzione variegata, ma al contempo accetta una sfida potenzialmente valida per riportare alla gloria quel vino che rappresenta al meglio la cantina e la storia del suo territorio.
«Federico Curtaz e l’enologo Gerhard Sanin - aggiunge il direttore generale - hanno selezionato dei cloni particolari di vigneti vecchi, tra gli 80 e i 100 anni, di qualità superiore, a rappresentare un vero e proprio ritorno alle origini dal punto di vista della qualità, senza però snaturarla, bensì mantenendo le caratteristiche di eleganza, bevibilità, profumi. La novità è una maggiore concentrazione, elemento che era stato perso per motivi di economicità negli ultimi trent’anni. Erano state aumentate le rese per ettaro per la produzione di questo vino per soddisfare le richieste del mercato dell’area linguistica tedesca - parliamo di Germania, Austria e Svizzera - dove veniva consumato cospicuamente».
Ad oggi si punta a una nuova valorizzazione dell’“autentica Schiava”, la cui qualità originaria ridona alle bottiglie Kalterersee una notorietà che è sinonimo di qualità ritrovata. Il percorso è chiaro e definito per Erste+Neue, le difficoltà non sono poche, ma i presupposti ci sono e l’esperienza dei professionisti dell’azienda aiuterà alla realizzazione di questa nuova sfida.
Coltivato fin dal XVI secolo, la Schiava era il vitigno più diffuso in Alto Adige. È un vino leggero che viene prodotto ampiamente su tutto il territorio altoatesino.
Colore: varia dai toni del rosso chiaro per raggiungere quelli del rosso rubino con sfumature di rosso granato.
Profumo: la Schiava è un vino fresco e molto fruttato con sentori di ciliegia e more, ma anche note di fiori come la viola.
Sapore: ha una bassa acidità e pochi tannini, al palato risulta secco, morbido e vellutato, delicato ed elegante con un retrogusto di mandorla amara.
Abbinamenti: anche per fuori pasto, si accompagna bene con antipasti e specialità tipiche della cucina altoatesina, speck e affettati, ma anche con carni bianche e formaggi dolci
Erste+Neue
Via delle Cantine 5-10 -39052 Caldaro (Bz)
Tel 0471 963122 - Fax 0471 964368
www.erste-neue.it
info@erste-neue.it
© Riproduzione riservata
• Leggi CHECK-IN: Ristoranti, Hotel e Viaggi
• Iscriviti alle newsletter settimanali via mail |
• Abbonati alla rivista cartacea Italia a Tavola |
• Iscriviti alla newsletter su WhatsApp |
• Ricevi le principali news su Telegram |
“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”
Alberto Lupini