Il Rosso di Montalcino non basta più: in arrivo altri 364 ettari

Il consorzio ha approvato l'aumento della superficie con l'obiettivo di raggiungere 6,6 milioni di bottiglie, rispetto agli attuali 3,6 milioni. Per l'ampliamento saranno utilizzati vigneti di Sangiovese non contingentati

16 dicembre 2023 | 10:02
di Davide Bortone

Il mondo ha sempre più sete di Rosso di Montalcino e i produttori non stanno a guardare. L'assemblea dei soci del consorzio del Brunello di Montalcino ha approvato nelle scorse ore l'ampliamento della superficie rivendicabile, per 364 totali, considerata la tolleranza aggiuntiva del 4%. Una decisione già ratificata dal cda consortile ed ora in attesa della necessaria approvazione da parte della Regione Toscana, che ha collaborato alla definizione del piano. Grazie alla nuova superficie vitata, il Rosso di Montalcino potrà raggiungere una produzione annua di 6,6 milioni di bottiglie da 0,75 litri. Quasi il doppio rispetto agli attuali 3,6 milioni medi delle ultime vendemmie. Un dato, quest'ultimo, ritenuto troppo esiguo per accontentare tutte le richieste del mercato.

Il Rosso di Montalcino è infatti ben più del "fratello minore" del Brunello. Con il suo caratteristico profilo fruttato, è uno dei vini rossi italiani che risponde in maniera ottimale ai nuovi trend di consumo. I winelovers italiani e internazionali cercano sempre più vini bianchi e spumanti; sul fronte dei vini rossi, vincono oggigiorno quelli con un tenore alcolico non eccessivo, più freschi e beverini che concentrati e austeri. Da qui la decisione di raddoppiare la produzione del Rosso di Montalcino. «Senza tuttavia impiantare un centimetro di vigna in più», precisa il consorzio.

Più competitività per il Rosso di Montalcino

«Gli ettari aggiuntivi - si apprende da una nota - sono infatti già nelle mappe del territorio come quote di vigneti coltivati a Sangiovese ma liberi da albi contingentati. Con questa scelta, i soci e le altre imprese del territorio avranno la possibilità di ristabilire una condizione produttiva ottimale e allo stesso tempo di non "stressare" la produzione di uve dai vigneti rivendicati a Brunello, a tutela della qualità di prodotto». Il modello scelto dai produttori guarda, in definitiva, alla sostenibilità e competitività di un vino in ottima salute, la cui debolezza congenita sta proprio nella mancanza di prodotto.

Il documento di proposta approvato dal consorzio e al vaglio di Regione Toscana parla chiaro. Per le imprese fino a 10 ettari di superficie rivendicabile iscritta, l’incremento arriverà fino al 15%. A scalare le percentuali accordate per vigneti più consistenti, contemplate in altre 2 categorie e fino a 20 ettari e oltre. Il risultato, secondo il consorzio, sarà anche quello di «favorire la crescita delle piccole aziende». Sono infatti 258 le cantine comprese nel primo cluster (fino a 10 ettari), contro le 52 delle restanti categorie a maggior estensione.

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Alberto Lupini


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