Record storico per il vino, il fatturato sale a 14 miliardi di euro

A trainare il fatturato del settore è soprattutto l’aumento a doppia cifra delle esportazioni con gli acquisti di bottiglie Made in Italy in tutto il mondo che sono cresciute del circa 10% nel 2022

02 aprile 2023 | 13:39

Il vino italiano ha raggiunto un record storico grazie al fatturato di quasi 14 miliardi nel 2022, come risultato del balzo dell’export e del calo degli acquisti domestici compensati però dai consumi fuori casa con la riapertura della ristorazione. A trainare il fatturato del vino è soprattutto l’aumento a doppia cifra delle esportazioni con gli acquisti di bottiglie Made in Italy in tutto il mondo che sono cresciute del 10% nel 2022 raggiungendo, spiega Coldiretti, quota 7,9 miliardi di euro mentre a diminuire del 2,2% sono gli acquisti domestici.

Italia leader mondiale della produzione di vino

Le bottiglie Made in Italy sono per circa il 70% Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia mentre solo il restante 30% sono vini da tavola.  L’Italia è leader mondiale della produzione di vino davanti a Francia e Spagna, i due principali competitor a livello internazionale, con una produzione che ha sfiorato i 50,3 milioni di ettolitri grazie all’impegno di 310mila aziende agricole, secondo le previsioni di Mipaaf e Commissione Europea.

Un settore che crea lavoro

Ma dal Vigneto Italia nascono anche opportunità di lavoro per 1,3 milioni di persone impegnate direttamente in campi, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse e di servizio. L’esercito del vino spazia dai viticoltori agli addetti nelle cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto che si sono estese negli ambiti più diversi: dall’industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e formazione alla divulgazione, dall’enoturismo alla cosmetica e al mercato del benessere, dall’editoria alla pubblicità, dai programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione (fecce, vinacce e raspi).

 

Questo, infine, il commento del presidente della Coldiretti, Ettore Prandini: «Il futuro dell’agricoltura italiana ed europea dipende dalla capacità di promuovere e tutelare le distintività territoriali che sono state la chiave del successo nel settore del vino dove hanno trovato la massima esaltazione. Si tratta di un patrimonio del Made in Italy che va valorizzato e difeso anche a livello internazionale».

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Alberto Lupini


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