Praga è la città scelta per la presentazione del calendario Di Meo 2024
Sabato 4 Novembre alla Casa Municipale di Praga serata di gala per la presentazione della 22ª edizione del calendario, che quest’anno celebra il legame tra Napoli e la città boema
Accolti dai fratelli Roberto e Generoso Di Meo, titolari dell’azienda vitivinicola “Di Meo” di Salza Irpina (Av), gli ospiti varcheranno la soglia della celebre Casa Municipale, che sorge sulle fondamenta del palazzo reale, per scoprire il Calendario Di Meo 2024 realizzato dall’Associazione “Di Meo vini ad arte”, un oggetto d’arte e da collezione, da sfogliare pagina dopo pagina per scoprire le ricchezze architettoniche e gli antichi splendori di Praga.
Ad accompagnare il racconto per immagini di Massimo Listri ci sono l’introduzione di Vittorio Sgarbi sul legame tra il liberty napoletano e quello praghese, e i saggi scritti da un parterre ricco e prestigioso di studiosi italiani e boemi. La serata è preceduta da un concerto dell’Orchestra Lux Iuvenes nel Monastero di Strahov, dove il 3 novembre gli ospiti potranno vivere un’esperienza tipica della cultura praghese e visitare la straordinaria biblioteca con la sala teologica e quella filosofica; a seguire un cocktail nel refettorio per degustare i sapori della cucina boema. Nell’imminenza dell’evento abbiamo avuto una piacevole ed interessante conversazione con i fratelli Roberto e Generoso Di Meo.
Roberto Di Meo: «Il Fiano di Avellino la mia interpretazione più immediata»
Buongiorno, caro Roberto. Ti dico subito che idea mi sto facendo io della vitivinicoltura irpina: penso che siamo ad un inconcepibile, fino a pochi anni fa, punto di svolta e te lo dico come fosse un claim: Irpinia bianchista!
Buongiorno a te, Vincenzo! Senza tralasciare assolutamente l’importanza che ha avuto e ha ancora adesso un grande rosso come il Taurasi, è innegabile l’affermazione del Fiano e del Greco nel presente e la svolta che vi sarà in futuro in senso.
Quindi mi confermi questa mia impressione? Bene, e allora vado oltre c comincio a fare un distinguo tra i due bianchi DOCG. A mio avviso, e vorrai correggermi se sono in errore, il Fiano di Avellino stacca il Greco di Tufo, e si colloca senza dubbio alcuno tra i grandi bianchi italiani
Io dovrei essere imparziale, certamente, ma è innegabile la mia profonda passione per il Fiano di Avellino: ne produco 4 dalla stessa vigna, mi chiamano il Fianista e mi regalano t-shirt con la scritta #fianoismycomfortzone… qualcosa significherà!
Che tu fossi fianista lo scopro adesso ! A proposito del tuo Fiano, il Gambero Rosso ha assegnato i tre bicchieri al tuo Fiano di Avellino DOCG 2022. Per piacere, ce lo racconti, questo tuo vino?
Per descrivervelo dovrei in qualche modo differenziarlo dagli altri tre che sono il Fiano di Avellino Riserva Alessandra 2013, il Fiano di Avellino Riserva Colle dei Cerri 2008 e, l’omaggio a mia sorella, il Fiano di Avellino Riserva Erminia 2004. A differenza degli altri, che sono espressioni del tempo ovvero della potenzialità di questo vitigno in affinamento, il Fiano di Avellino premiato quest’anno è la mia interpretazione più classica ed immediata. Un vino quotidiano, versatile, che si presta a vari contesti di abbinamento: “verde”, elegante e profondo nei sentori e nel sapore.
Domanda di forte pragmatismo: a che prezzo lo troviamo a scaffale in enoteca? Che mercato ha in particolare questo Fiano?
Oggi circa a 20/25€. Il mercato in verità, non conosce confini. È molto apprezzato sia in Campania che nel resto del Paese. Inoltre, viene venduto in Europa, Nord America e parte dell’Asia. Quindi lo trovo abbastanza internazionale. Presente esclusivamente canale horeca, enoteche e collezionisti privati
Il tuo Fiano si presta a molteplici abbinamenti; per piacere mi dici il tuo, personale, abbinamento preferito?
Il mio abbinamento perfetto è con un piatto molto semplice, ma ricco di sapori: fondo di Burrata con battuta di gamberi e zeste di limone.
Generoso Di Meo, calendari d'Irpinia dal 2002
L'Irpinia è territorio di grandi vini, ed agevolmente includiamo tra questi grandi vini anche i tuoi, senza dubbio alcuno. Ma da venti anni a questa parte tu contribuisci a ché l'Irpinia faccia anche calendari!
Sì, proprio così. Quest'anno il Calendario Di Meo compie 22 anni. Siamo partiti dall'Irpinia nel 2002 con il primo calendario intitolato "Fotografi in Cantina" e attraverso un percorso tra svariate città del Mondo, da New York a Londra, Parigi, Roma, Mosca, Vienna, Marrakech, Siviglia, siamo arrivati quest'anno a Praga.
Ti esprimo la mia perplessità, tornando al tema dei tuoi grandi vini. Non è che la tua azienda vitivinicola è diventata la Michelin? Famosa più per la sua guida e l'assegnazione delle stelle che non per i suoi pneumatici?
Capisco la perplessità. In effetti dietro il Calendario ruota un intero anno di lavoro fatto di ricerche, incontri, ma soprattutto viaggi con l'obiettivo di promuovere e far conoscere Napoli e l'Irpinia sotto i più svariati aspetti: dalla letteratura alla musica, alla pittura, finanche alla cucina. La stessa ricerca che mio fratello Roberto conduce da anni per affinare i nostri vini, che restano il core business dell'azienda, in particolare i bianchi e arricchendo la nostra offerta con prodotti della tradizione irpina, come il Ratafià.
Il calendario 2024 lo presenti a Praga, perché?
Il motivo nasce casualmente dal libro di Ripellino “Praga magica” che mi è capitato sotto mano per caso riordinando una libreria, e che mi ha spinto a leggere due libri su Kafka (Praga al tempo di Kafka di Patrizia Runfola e l’altro i disegni di Kafka, curato da Andreas Kilcher) dove ho trovato un equilibrio tra la tradizione intrisa di misticismo ebraico, e la condizione dell’uomo che vive in una città moderna preda di un incompressibile potere burocratico contro cui nulla può l’individuo. Tutto ciò mi ha spinto ad approfondire la cultura spesso trascurata o considerata minore dall’Occidente.
Le analogie sono anche in merito al luogo dell'evento: la Casa Municipale, esempio di art nouveau. Anche a Napoli abbiamo palazzi liberty. Dico bene?
Certamente! La casa municipale di Praga, dove tra l’altro è stata firmata l’indipendenza della Cecoslovacchia, è un esempio straordinario di art nouveau. Anche Napoli ha subito il fascino del Liberty che si è insinuato in quei quartieri come il Vomero, Posillipo e Chiaia nati per far fronte all’alta popolosità del centro storico.
Che tiratura ha il calendario? A chi arriva? Ha un prezzo di vendita?
Il calendario viene stampato in cinquemila copie dalla mia Associazione Culturale. La pubblicazione non ha uno scopo di lucro, quindi non è in vendita ma viene donato agli ospiti all'evento di presentazione, agli amici dell'Associazione e ad esponenti di rilievo del mondo della cultura.
Siamo in autunno e la tempesta perfetta, tra inflazione, guerra in Ucraina e guerra nella Striscia di Gaza è in arrivo. Con il calendario possiamo osare ottimismo ed affermare che la bellezza ci salverà?
Il calendario è sempre stato presentato nel periodo autunnale e non sono mancati in passato momenti difficili. Ad esempio, ricordo che proprio a Mosca nel 2015, nei giorni della presentazione, ci fu l'attentato al Bataclan di Parigi. Quel calendario intitolato "Guerra e Pace" fu l'occasione per lanciare un messaggio di speranza, proprio con la pronipote di Tolstoj. Spero che il Calendario di quest'anno nel mettere a confronto Napoli e Praga, che hanno rappresentato un esempio di inclusione e apertura verso le Culture del Mondo possa aiutare a guardare al futuro con ottimismo.
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Alberto Lupini