Podere Il Castellaccio: tradizione e innovazione nella terra di Bolgheri

Podere Il Castellaccio, tradizione e innovazione nella viticoltura di Bolgheri. Dai vigneti storici di uve autoctone nascono nuovi blend e vini d’eccellenza, con una visione verso la sostenibilità

11 ottobre 2024 | 09:30
di Fosca Tortorelli

«C’è un’altra Bolgheri tutta da scoprire», con queste parole Alessandro Scappini, terza generazione di una famiglia che custodisce con amore e passione un territorio di antica tradizione vitivinicola, racconta Podere il Castellaccio, la sua realtà toscana situata a Castagneto Carducci, nel cuore della costa maremmana degli Etruschi.

 

Il Castellaccio, la storia

Tutto ha inizio negli anni Sessanta del 1900, come azienda “amatoriale”, quando Luigi Corradini, nonno materno di Alessandro, rilevò la proprietà situata sulla collina di Segalari, località a quel tempo poco conosciuta a livello mondiale, dove emergeva solo la passione di un uomo che amava la terra e ne lavorarava i suoi frutti.  Il nonno Luigi si è rivolto sin da subito verso la scelta delle uve autoctone dal pugnitello alla foglia tonda, dal Ciliegiolo al Sangiovese, ad altre varietà, scelte per impiantare i suoi primi vigneti recuperandone i cloni nel Chianti.

 

Con Alessandro riparte questo ritorno alle origini, in un’azienda di circa 20 ettari, di cui circa sette di vigna a cui si affiancano bosco e oltre 2000 olivi secolari. Una produzione di circa 42.000 bottiglie attuali, raggiunte con l’ingresso di Alessandro nel 2009, agronomo di formazione, che dopo aver lavorato in altri campi, è ritornato alla terra con una continua visone proiettata a volgere lo sguardo al futuro. Usando le sue parole la sua visione è quella di “un sorso dal passato con lo sguardo verso il futuro".

Il Castellaccio, il reinserimento nella Doc Bolgheri

Senza tradire la voglia di riportare in luce le varietà impiantate dal nonno Luigi, un ulteriore cambio di passo avviene nel 2013 con l’impianto delle varietà bolgheresi, reinserendosi così nella Doc Bolgheri e ampliando la gamma di etichette. Nel 2016 nasce Orio Bolgheri Doc, un classico taglio bolgherese di Cabernet Franc, Merlot e Syrah e nello stesso periodo viene impiantato sulla collina di Segalari un nuovo vigneto di Cabernet Franc, coltivato ad alberello: un sistema d’allevamento non comune per il territorio ma adatto per quel tipo di terreno, da cui darà vita alla versione Doc Bolgheri Superiore, “Il Castellaccio”, da uve Cabernet Franc in purezza e un limitata quantità di grappoli ottenuti da antiche vigne di pugnitello. Ad oggi la produzione aziendale vede cinque etichette, unico bianco, il Igt Costa Toscana Ardiglione, prodotto dal 2021 al 2022 solo con Vermentino, a cui per l’annata 2023 viene affiancata anche in piccola percentuale il viognier.

Il Castellaccio, la svolta blend

Ma essendo da sempre il sogno di Alessandro quello di valorizzare il patrimonio di varietali piantati dal nonno, che a Bolgheri avevano perso testimonianza, decide di sperimentare il blend delle antiche uve Sangiovese, Pugnitello e Foglia Tonda, dando vita all’ Igt Toscana Valénte, a cui si affiancano il Dinostro e il Somatico. Il primo è un Igt toscano prodotto per la prima volta nel 2010 con 100% sangiovese, da vigne di oltre sessant’anni e con il 20% di grappolo intero. Un vino dove si legge la voglia di Alessandro di mettere in bottiglia un vino scorrevole, schietto e di grande freschezza. Mentre il Somatico, sempre Igt Toscana, nato nel 2015, è la vera scommessa di Alessandro, frutto della vinificazione in purezza delle migliori uve di pugnitello, varietà riscoperta solo negli ultimi anni, dopo un lungo periodo di progressivo abbandono in favore del Sangiovese e di altre varietà internazionali commercialmente più redditizie. Un vino che già dall’etichetta ne racconta l’espressione; la grafica è stata affidata ad un artista livornese, Andrea Carciola.

Partendo dall’idea del tempo che passa e che rende lo stesso vino diverso di anno in anno,Carciola ha realizzato un composé di venti facce che campeggiano anche nella sala di degustazione della tenuta. Per ogni annata ne viene scelta una, come le facce del vino che cambiano di vendemmia in vendemmia. e che deve il suo nome proprio ai tratti che cambiano di anno in anno. Un vino che nell’annata 2022 si rivela espressivo, intenso, elegante e coinvolgente, con le sue note di more di rovo e di spezia dolce, dalla tessitura tannica carezzevole e dalla piacevole freschezza. Un’azienda dove si legge la voglia di non fermarsi e di sperimentare, con l’obiettivo di non perdere mai di vista la capacità di coniugare storia e natura.

Podere Il Castellaccio
Località Segalari, 102 - 57022 Castagneto Carducci (Li)
Tel 335 8210510

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Alberto Lupini


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