Il Pinot Noir di Murgo, la Borgogna sull’Etna

Elegante, di affascinante beva, abbastanza lungo, è un vino che presenta grande equilibrio di acidità, tannini e mineralità in una struttura gentile. Eccellenza enologica del territorio etneo

24 febbraio 2022 | 10:30
di Gianni Paternò

L’azienda Murgo, sull’Etna, rappresenta l’aristocrazia dei vini del vulcano sia come storia (nasce nel 1860) sia perché di proprietà della famiglia nobile Scammacca del Murgo. Il primo vero attore fu nonno Michele, che nel 1960 iniziò il rinnovamento dei vigneti, sul versante est/sud-est dell’Etna a Santa Venerina. Nel 1980 si tapparono le prime 3mila bottiglie con il padre Emanuele, che divideva la sua attività tra il vignaiolo e l’ambasciatore.

Oggi il vigneto nella Tenuta San Michele a 500 m di altitudine è di 33 ettari, più 10 fuori della Doc Etna, condotto in conversione al biologico; se ne occupa Michele, mentre i fratelli Matteo e Pietro si dedicano principalmente all’hotel e al ristorante nella sede dell’azienda e all’oliveto nella piana di Catania.

Murgo fu la prima cantina sul vulcano a fare un metodo Classico nel 1989 e ancora oggi gli spumanti, con circa il 30% delle 400mila bottiglie annue, rappresentano il core business. Ma vogliamo parlare non di Doc Etna, anche se è la siciliana di moda, bensì di uno dei vitigni più di classe al mondo: il Pinot Noir. Fu Giacomo Tachis, il padre e l’artefice primo dell’enologia isolana, quando era consulente dell’Istituto Regionale Vite e Vino, a consigliare di piantarlo sulla base anche di una sperimentazione in campo, considerando anche i meravigliosi terreni e la climatologia dell’Etna.

Così gli Scammacca nel 2006 ne piantarono 1,5 ettari nella parte alta della Tenuta. Il vitigno è scontroso, difficile di suo, vuole attente cure e se si vuole il meglio, nonostante le condizioni favorevoli, si devono scegliere le annate giuste. È quello che fa Michele, aiutato dal loro enologo Vito Giovinco, che nonostante le attenzioni imbottiglia solo le annate che lo meritano cioè 2011, 14, 16 e l’ultima il 2017. Chiaramente è quest’ultima che degustiamo anche perché delle altre sono finite le bottiglie.

Vendemmia a mano, migliori grappoli, in cantina le normali operazioni in rosso termo condizionate, affinamento per metà in acciaio e metà in tonneau per due anni, poi tanto tempo in bottiglia fino alla vendita. Versato nel calice il colore è rubino molto chiaro, brillante; al naso è compatto, complesso, coacervo equilibrato di profumi di frutta rossa, di note pepate, di liquirizia, su un sottofondo di cuoio, netto, pulito, invitante; al palato altro grande equilibrio di acidità, tannini, mineralità in una struttura gentile, elegante, di affascinante beva, abbastanza lungo, un vino che non sai se continuare ad affondarci il naso o la lingua. Vino da piatti di carne, formaggi, anche pesce mediterraneo grigliato. Sono 5.500 bottiglie che trovate anche nel sito aziendale a 20 euro per cui correte a comprarlo prima che finisca.

 

 

Murgo
via Zafferana 13 - 95010 Santa Venerina (Ct)
Tel 095 954713
www.murgo.it

 

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