Parte da Roma il World tour del Gavi, il grande bianco piemontese

Il Consorzio di Tutela del Gavi ha scelto la capitale per far partire la serie di appuntamenti per far conoscere il grande bianco piemontese Docg che toccheranno anche località oltreoceano

12 maggio 2022 | 17:41
di Mariella Morosi

È partito da Roma il Gavi World Tour, organizzato dal Consorzio di Tutela del Gavi, con una serie di appuntamenti per promuovere la conoscenza del grande bianco piemontese Docg. Prossime tappe:  a giugno a Londra e a settembre a New York.

Il giro del mondo del Gavi è partito da Roma

 Grande è stato l'interesse del pubblico e dei wine lovers romani che nei saloni dell'Aleph Rome Hotel ne hanno potuto degustare oltre 50 etichette nella walk around tasting. Due le  masterclass tematiche:  "Viaggio alla scoperta delle ultime annate" e "L'anima lunga del Gavi", entrambe  condotte da Walter Speller, italy editor di jancisrobinson.com, influente testata britannica del vino.

«Obiettivo di questo palinsesto di eventi - ha detto il presidente del Consorzio Maurizio Montobbio - è aumentare il valore percepito del Gavi e il posizionamento». 

Storia e leggenda del Gavi

Secondo la leggenda, il suo nome deriva da Gavia, una principessa che , secondo la leggenda, si rifugiò qui per sfuggire alle ire del padre che non approvata il suo amore per un cavaliere.

Le terre del Gavi segnano l’antico confine tra mare e pianura, in una posizione strategica nelle direttrici politiche e commerciali, come testimoniato siti archeologici di Libarna e Forte dei Gavi, mercato e centro di scambi già dal II secolo A.C. lungo la via Postumia, la via Francigena e la Via del Sale. Le terre del Gavi contano dal Medioevo diversi insediamenti feudali genovesi, costituiti non solo dal forte, ma anche da ettari di boschi, vigneti, torrenti e ancora mulini, filande, ferriere e segherie. Una ricchezza su cui le dinastie storiche dei Doria, degli Spinola, degli Adorno, dei Malaspina, dei Grimaldi hanno costruito il loro patrimonio e rafforzato la loro autorità, di cui restano segni nei centri storici dei borghi con l’architettura a carruggi e nelle dimore signorili. L'Archivio di Stato di Genova conserva molti documenti sulla storia di questo territorio e sul suo vino, citato anche nel 1789 nella prima ampelografia dei vitigni coltivati in Piemonte. Anche la cucina locale a base di pesce, verdure e carni bianche, ha conservato l'impronta genovese.

Il Gavi ha un passato internazionale

L’inclinazione internazionale del Gavi inizia con i Genovesi, primi a diffondere la coltura specializzata del Cortese e a far conoscere il vino fuori dai suoi confini geografici, attraverso la via del mare. Prodotto da uve Cortese, vitigno a bacca bianca autoctono piemontese, il Gavi è fresco ed elegante, con una struttura esaltata dalla longevità e per questo ancora più apprezzato per la sua versatilità. 

La produzione

Oltre l’85% della produzione va all'estero, in oltre cento Paesi. il mercato di punta rimane il Regno Unito, seguito da Germania, Usa, Russia e Giappone.  Al Consorzio Tutela del Gavi, nato nel 1993 e che cura gli interessi di tutta la filiera,  aderiscono 190 aziende associate.

La Doc Gavi porta la data del 1974, seguita dalla Docg nel 1998. La produzione annuale è di circa 13 milioni di bottiglie e l'area di produzione comprende 11 Comuni della provincia di Alessandria: Bosio Capriata d'Orba, Carrosio, Francavilla Bisio, Gavi, Novi Ligure, Parodi, Ligure, Pasturana, San Cristoforo, Serravalle Scrivia e Tassarolo. I vigneti,  in gran parte coltivati da 500 famiglie di piccoli e medi agricoltori,  si estendono per oltre 1.580 ettari che negli ultimi 10 anni hanno subìto un notevole aumento.

La viticoltura di tipo tradizionale, che attraverso i differenti tipi di suoli e microclimi esprime la versatilità del vitigno Cortese. Una crescita sostenuta da Consorzio attraverso un modello di programmazione che punta alla sostenibilità, ma anche a varie iniziative culturali, artistiche ed enogastronomiche per una nuova attrattività delle colline del Gavi attraverso l'accoglienza turistica.

Il Consorzio di Tutela è nato nel 2004

Il Consorzio di Tutela nel 2004 è stato il primo in Italia a completare la verifica ampelografica e la geolocalizzazione satellitare dei vigneti del territorio per garantire la produzione di Gavi da Cortese in purezza. Tra le molte attività a sostegno della denominazione, nel 2007 il progetto di selezione clonale del patrimonio viticolo in collaborazione con il Cnr, il Centro nazionale di ricerca l'analisi del territorio attraverso le carte di assolazione che caratterizzano le diverse aree della denominazione e il progetto Flavescenza dorata e le stazioni di biomonitoraggio per la tutela delle api. Numerose anche le pratiche volte al miglioramento e alla sostenibilità ambientale della produzione vitivinicola.

 

La sinergia con l’Associazione Italiana Sommellier

Dal 2013 è affidata all’Associazione Italiana Sommelier (Ais) l’incarico di degustare alla cieca i campioni di Gavi Docg delle aziende associate, al fine di selezionare il vino più rappresentativo della vendemmia, che diviene così “bottiglia istituzionale” per un anno.

Le tipologie di Gavi riconosciute dal disciplonare Docg

Il successo di un vino bianco in terra piemontese rivela il profondo legame che il Gavi ha sempre avuto con la Repubblica di Genova. La cucina delle famiglie genovesi, che in questi feudi avevano le dimore di campagna, era a base di pesce, carni magre e verdure e si sposava perfettamente con il Cortese, il vitigno autoctono, l'unico ammesso alla produzione di Gavi Docg.

Sono quattro le tipologie di Gavi riconosciute dal disciplinare: Tranquillo, è la quasi totalità della produzione, poi Frizzante, Spumante e Riserva: altrettante diverse sfumature di un vino ma tutte dall’identità netta.

Le iniziative del Consorzio Gavi

Tra le tante attività culturali del Consorzio negli ultimi anni, le “Storie del Gavi, il Grande Bianco Piemontese” per invitare enoappassionati e amanti della natura a seguire percorsi di gusto, il Laboratorio Gavi per la Buona Italia, un tavolo di confronto sul tema, da cui è nato poi il Premio Gavi la Buona Italia che premia le ‘buone pratiche’ per l’innovazione, la creatività, la sostenibilità delle filiere agroalimentari italiane, e infine il prossimo evento di giugno Di Gavi in Gavi Festival, con testimonial d'eccezione

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Alberto Lupini


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