Papa Ratzinger e la cucina: dalla carbonara ai brindisi col Moscato

Il papa emerito Benedetto XVI, scomparso il 31 dicembre, amava una cucina semplice, legata ai gusti della sua infanzia, ma anche alla sua esperienza romana. Era figlio di una cuoca

02 gennaio 2023 | 19:17

Da un lato i sapori materni, dall'altro quelli della tradizione romana. Joseph Ratzinger, il papa emerito Benedetto XVI, scomparso il 31 dicembre 2022, aveva un forte legame con la cucina. Un legame che era, prima di tutto, famigliare. Era, infatti, figlio di una cuoca. «Fu a servizio presso un violinista ceco a Salisburgo e nella casa del Generale  Zech a Wiesbaden - spiegava Georg Ratzinger, fratello di Joseph - Successivamente andò a Monaco, all’Hotel Wittelsbach, dove si occupava della preparazione dei dolci. Molto tempo dopo lavorò per due stagioni come cuoca a Reit im Winkl e per la Pensione 'Glück im Winkl».

E Benedetto si è portato dietro per tutta la vita il ricordo dei piatti di casa e della sua terra d'origine, unendoli nel tempo a quelli della sua città d'adozione, Roma. 

Nel bicchiere succo d'arancia e i brindisi col Moscato 

I gusti del papa emerito emergono di Sergio Dussin, ripresi da La Repubblica. Il cuoco di Bassano conserva come una reliquia un calice con un po' di aranciata utilizzato da Benedetto XVI e in un'intervista di qualche tempo fa raccontava: «Ancora adesso gli porto da mangiare e mi emoziono: tortelli con ricotta e spinaci, scaloppa con il radicchio di Treviso, flan di zucchine con crema allo zafferano e torta Sacher. Non beve vino a tavola, solo spremuta d’arancia, niente carni rosse e, nelle occasioni importanti, brinda con il Moscato». 

Nel libro "A cena con i papi. Storie e ricette delle cucine dei pontefici" pubblicato nel 2021 l'autrice, Fiorenza Cilli, rivela invece quanto il papa emerito fosse amante dei dolci in particolare della torta tedesca “Foresta Nera”. 

Gli spaghetti alla carbonara Al Passetto di Borgo 

Tra i luoghi di Benedetto XVI nella Capitale c'è senza dubbio il ristorante Al Passetto di Borgo, a Borgo Pio, non lontano da San Pietro. Ratzinger frequentava il locale prima ancora di diventare papa e in un'intervista al Messaggero il titolare Roberto Fulvinari aveva raccontato i gusti del religioso: «Spaghetti alla carbonara, due fettine di vitella, un carciofo alla romana e un po’ di crostata di marmellata fatta da mia moglie». E lo stesso Fulvinari in un'altra occasione aveva aggiunto: «Si sedeva ovunque trovasse posto e mangiava di tutto, non amava i piatti troppo sofisticati, gli piaceva la cucina romana, dalla carbonara all’amatriciana, scaloppine, vitello arrosto e, quando gli andava, un pezzettino di tiramisù». 

Il suo angolo di casa a Roma

Ma c’è anche un altro posto a Roma amato dal papa, prima di diventare tale: "Cantina Tirolese" in via Vitelleschi nel rione Borgo, raggiungibile dal Vaticano in pochi minuti a piedi. Un locale che da cardinale lo aveva ospitato così tante volte. Lì si sentiva a suo agio, aveva "il suo posto" in quel tavolo quadrato da otto, di legno massiccio come le panche. Ora una targa, le sue lettere di ringraziamento e due foto, una con Giovanni Paolo II, lo ricordano proprio sul muro accanto a dove si sedeva. Un luogo intimo dove poteva riassaporare i sapori della sua terra d'origine. E sopra ogni cosa gradiva lo strudel, fatto sulla base dell'antica ricetta tirolese. I gestori del locale sapevano bene quanto ne fosse goloso da non farglielo mancare nemmeno quando diventò papa.


«Ogni 16 aprile, giorno del suo compleanno, - racconta Alessandra D'Amico che gestisce il ristorante insieme ai proprietari - Ratzinger riceveva uno strudel, il suo dolce preferito. Lo portavamo direttamente in Vaticano: superava varie postazioni e controlli ma qualcosa gli arrivava sicuramente - dice ridendo - perché regolarmente ricevevamo la sua lettera di ringraziamento».


La "Cantina Tirolese", aperta nel 1971 da Gertrude Macher, veniva da Graz, da sempre ha cercato di preservare le tradizioni culinarie austriache e anche di garantire la riservatezza tanto apprezzata da molti dei suoi ospiti, spesso illustri e residenti all'interno delle Mura Vaticane o nei pressi. Poi fu la figlia Manuela ad occuparsi del locale: «Fu proprio lei ad accogliere per anni il cardinale Ratzinger. E dei suoi ricordi che io posso riferire - prosegue la donna spiegando che Manuela è morta sette anni fa a 54 anni - Il cardinale veniva qui almeno una volta ogni due settimane o in compagnia di prelati, cardinali, ma anche da solo. Non era un gran bevitore di birra anzi prediligeva il succo d'arancia. Mangiava tutti i nostri piatti tirolesi, come il gulash ma gradiva soprattutto i canederli, ovvero i Knödel. Amava la nostra cucina perché era la sua, quella delle origini». E la “sua” cantina tirolese, ora gestita dal figlio di Manuela, Riccardo, lo ricorda non soltanto con quel tavolo richiesto soprattutto da turisti, ma anche all'ingresso con una raccolta di articoli dedicati ai cibi preferiti che Ratzinger amava mangiare lì a due passi dal Vaticano ma come se fosse ancora in Baviera.

 

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Alberto Lupini


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