Questi decideranno sulle 6 singole denominazioni più importanti (il numero è ancora provvisorio) al posto dell’ente. I cosiddetti sottoconsorzi faranno comunque capo a un solo presidente, ma avranno ampia autonomia decisionale.
Sarà così per Riesling, Metodo classico, Bonarda, Buttafuoco, Pinot nero e Sangue di giuda. È una delle
principali novità emerse dal tavolo tecnico tenutosi nel pomeriggio di lunedì a Milano convocato dall’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi e a cui hanno preso parte le
associazioni agricole e i principali attori pubblici e privati del settore che hanno condiviso la proposta.
Questi
nuovi organismi avranno il compito di gestire in maniera autonoma i disciplinari e la produzione dei prodotti, nonché un codice etico di autogoverno per
consorzi e consorziati. Oltre alla profonda riforma dello statuto consorzio che dovrà essere approvata entro un mese, è stata poi stabilita la composizione in seno a Ersaf di un pool tecnico di esperti che avrà il compito di affiancare la filiera vitivinicola nella redazione di un piano di valorizzazione dei vini e del territorio.
Mentre nell’ambito di un accordo tra Regione Lombardia e assessorato all’Agricoltura e Unioncamere - Camera di Commercio di Pavia si finanzieranno nel triennio 2019-2021 azioni di promozione dei prodotti, di formazione enogastromica, di marketing territoriale e altre necessità del sistema.
«Si è concordato su alcune prime mosse per dare nuova vita al Consorzio - spiega l’assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia,
Fabio Rolfi - si tratta dell’attivazione dei tavoli di denominazione che decideranno in modo autonomo sui disciplinari e sulla propria attività proprio per agevolare un’autonomia decisionale alle varie realtà che caratterizzano la vasta provincia vitivinicola pavese. Nascerà poi un codice etico di autoregolamentazione per il consorzio e i consorziati per favorire comportamenti corretti e virtuosi. Insomma, l’obiettivo è quello di creare un clima di positività e di fiducia che possa rappresentare la svolta per l’Oltrepò».
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Alberto Lupini