Oltrepò, la gioventù avanza: l'esempio di Matteo Delmonte
Il 33enne è alla quarta generazione di famiglia e rilancia l'azienda puntando sull'enoturismo e su prodotti di qualità. La novità vinicola per il 2021 si chiama Vigna Monsignore
Fa parte di quella schiera di giovani produttori dell’Oltrepò Pavese che stanno dando un po’ di freschezza al territorio. Matteo Delmonte, con i suoi 33 anni, è la quarta generazione di una tradizione di famiglia che fonda le sue radici a metà dell’Ottocento con il bisnonno Francesco. Oggi Matteo guarda al futuro con le idee chiare, investendo su prodotti di qualità e sull’enoturismo, la vera scommessa di questo territorio. In ambito vinicolo ci ha presentato la novità 2021, la Vigna Monsignore. E’ una Bonarda prodotta con uve Croatina leggermente sovramature, con un elegante tannino e con una nota ammandorlata che richiama la storicità di questo prodotto così iconico dell’Oltrepò Pavese.
La filosofia di lavoro
«Siamo in Frazione Casa Barbieri, nel comune di Montù Beccaria, dove alleviamo e vendemmiamo esclusivamente vigneti di proprietà, distesi su una fascia collinare a 300 m di altitudine - spiega Matteo Delmonte - coltiviamo il terreno seguendo pratiche a basso impatto ambientale e aderendo a iniziative agricole di sostenibilità. La gamma dei nostri vini interpreta le tipicità del territorio in chiave moderna, al passo con i gusti di oggi. La produzione spazia dai bianchi vivaci, ai rossi di struttura, agli spumanti. Tutti caratterizzati da grande equilibrio e bevibilità, cui contribuisce la scelta del tappo a vite”.
La passione di Matteo per il mondo del vino gli è stata tramandata dal papà Amos (a cui ha dedicato due vini, entrambe riserve) e dallo zio Francesco. «Da loro ho imparato tanto - ci dice Matteo mentre ci accompagna nei vigneti - grazie alla loro esperienza ho capito come lavorare in campagna ed in cantina. Poi ho perfezionato la mia esperienza con gli anni, trovando alcune sfaccettature moderne alla mia produzione. I miei vigneti sono tutti in zone collinari particolarmente vocate e questo mi dà un grosso aiuto per fare vini buoni a rapporto qualità/prezzo valido». I prodotti della cantina Delmonte sono tutti ben identificativi del vitigno, puliti con il giusto tocco di modernità. “E’ quello che voglio - spiega il 33enne produttore - la resa tra uva e vino è bassissima per garantire la qualità e i miei vitigni, ricordo, sono tutti posizionati in zone particolarmente vocate. Ho vigneti esposti a sud/ovest e sud/est, la costa Mazzocco guarda invece a sud mentre la collina della Pianazza guarda a nord, qui coltivo il Pinot Nero. Attualmente ho 15 ettari vitati, tutti nel comune di Montù Beccaria, coltivati con le principali varietà di uve dell’Oltrepò Pavese».
L'ultimo nato
Matteo Delmonte ci ha presentato l’ultimo vino nato in cantina: la Bonarda Vigna Monsignore, un prodotto iconico del territorio, che identifica appieno le peculiarità del vitigno Croatina. «L’uva viene raccolta rigorosamente a mano a metà ottobre - spiega Matteo - leggermente sul maturo. E’ una vigna con oltre trent’anni, si trova a nord rispetto alla cantina, difronte alla frazione Costa Montefedele. E’ posizionata ad ovest, a centro collina ed ha un terreno molto fine, composto dalla cosiddetta terra sciolta. Il giusto mix tra terre forti e terre leggere. Si trova in una posizione favorevole per la croatina. Questa vigna era legata ad un personaggio storico del territorio, definito il Monsignore. Ho investito su questa zona e nel 2020 ho cominciato la sua conduzione ed il prodotto in degustazione è la prima annata. La scorsa vendemmia sono riuscito a raccogliere l’uva sovramatura e nonostante ciò il vino non ha gradazione particolarmente alta. Ha delle precise e identificative note di mandorla, come vuole la classica Bonarda di una volta. Insomma, si tratta di un vino frizzante classico, ma di di livello superiore, ottenuto con una vinificazione più lunga. Pensate che viene svinata ai Santi, con una macerazione di tre settimane. E’ un vino caratteristico ed iconico del territorio, con un tannino gentile che si discosta da simili prodotti dell’Oltrepò Pavese”.
L'enoturismo per uscire dalla crisi
Nonostante la pandemia, Matteo Delmonte non si è fermato. Alla produzione della vigna Monsignore ha associato un progetto enoturistico. «Sono convinto - ci spiega - che l’ospitalità in cantina sia il valore aggiunto per promuovere i propri prodotti. Nel periodo Covid ci siamo salvati con la vendita al dettaglio e ai privati, ma i nostri sogni non sono rimasti chiusi in un cassetto. Ho, infatti, ristrutturato la parte storica della cantina creando una sala degustazione ed il futuro è rappresentato da una terrazza dove poter accogliere gli ospiti. Uno spazio di 200 metri quadrati, aperto a 360 gradi sui vigneti, dove, nel 2022, potrò realizzare degustazioni all’aperto. L’enoturismo deve essere assolutamente l’obiettivo dell’Oltrepò, lo considero l’unico modo per dare valore al prodotto. In questo contesto si inserisce anche un discorso di collaborazione che sto intavolando con il mondo della ristorazione locale per organizzare degli eventi».
Il mercato
Il mercato della cantina Delmonte è prevalentemente italiano e strizza l’occhio al mondo dell’Horeca e a quello privato. Anche Matteo ha svoltato verso quello che sarà il futuro dell’imbottigliamento, il tappo a vite. «I miei vini - spiega - sono tutti caratterizzati da grande equilibrio e bevibilità, cui contribuisce la scelta del tappo a vite. Una chiusura innovativa, che mantiene intatte le caratteristiche organolettiche del vino, consente di ridurre la quantità di anidride solforosa utilizzata e garantisce una maggiore freschezza del bouquet nel tempo».
La degustazione
Con il giovane produttore abbiamo degustato alcuni prodotti di punta. A partire da Sinfonia, un Brut Metodo Classico, ottenuto da uve 100% Pinot Nero. Alla vista si presenta con un colore paglierino, il perlage è fine e sufficientemente persistente. I profumi al naso richiamano frutta a polpa bianca e agrumi, con qualche accenno verso aromi vegetali. Al palato è di discreto corpo, caratterizzato da un gusto particolarmente secco e da un buon equilibrio fra acidità e sapidità. Ottimo da aperitivo, può accompagnare anche un pranzo leggero, da provare con crudi di mare.
A seguire abbiamo degustato Armonia, una bollicina Pinot Nero Rosè Metodo Classico. Splende nel calice con colore buccia di cipolla. Al naso sprigiona profumi di piccoli frutti di bosco che si uniscono a fragranti sentori di crosta di pane. Il sorso è pieno e cremoso, valorizzato da un buona sapidità e da un piacevole gusto fruttato che periste nel finale. Può accompagnare benissimo risotti, piatti di mare in umido con pesci di scogliera e crostacei.
Poi continuiamo con la Bonarda Vigna Monsignore. Un prodotto che rispecchia fedelmente la tradizione. Nel bicchiere si presenta con un colore rosso rubino con riflessi violacei evidenti, al naso è vinoso ed intenso con sentori di viola, piccoli frutti rossi e quella nota ammandorlata che ritroviamo anche al palato. Tipica di questo vino e della sua storicità. In bocca è pieno con una buona alcolicità e con una piacevole persistenza che lo porta ad essere un vino da degustare con primi piatti con sughi di carne e secondi di carne rossa.
Chiudiamo la degustazione con Amos, un rosso riserva ottenuto da uve Croatina (40%), Barbera (40%) e Vespolina (20%). Viene affinato in legno per un periodo che varia dai 6 agli 8 mesi e poi per almeno un anno in bottiglia. Rubino nel bicchiere. Al naso si esprime con sentori di ciliegia e amarena, note di rosa canina e cenni di liquirizia. Al palato si presenta fine e ben levigato; la trama tannica risulta vellutata e la persistenza è ottima. Ideale per accompagnare paste ripiene con sughi sostanziosi oppure carni elaborate.
© Riproduzione riservata
• Iscriviti alle newsletter settimanali via mail |
• Abbonati alla rivista cartacea Italia a Tavola |
• Iscriviti alla newsletter su WhatsApp |
• Ricevi le principali news su Telegram |
“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”
Alberto Lupini