«Oltrepò, dopo la bufera serve uno scatto d’orgoglio»

L’assessore lombardo Fabio Rolfi ha incontrato il Consorzio per fare il punto sulle proposte avanzate dalla Regione in merito allo sviluppo del settore

28 gennaio 2020 | 17:23
di Stefano Calvi
«Per il territorio vitivinicolo dell’Oltrepò Pavese abbiamo profuso un impegno straordinario, anche oltre le nostre strette competenze, perché crediamo nella sua potenzialità anche in considerazione della importanza del vino prodotto. Ora la proposta della Regione è sul tavolo, ne abbiamo discusso tanto: è tempo che il territorio faccia delle scelte». Lo ha detto l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura Fabio Rolfi, intervenuto ieri sera all'incontro sul futuro vitivinicolo dell'Oltrepò Pavese che si è svolto nel complesso di Riccagioia a Torrazza Coste (Pv).

La platea dell'incontro di ieri in Oltrepò con l'assessore Fabio Rolfi

Se non è un ultimatum, poco ci manca. A quasi due anni dall’avvio del percorso avviato per provare a rimettere insieme uno dei comparti strategici del territorio, mai così diviso come negli ultimi anni, con fratture e diaspore di aziende dall’ente che hanno rischiato di minarne la credibilità, Regione Lombardia ha incontrato aziende e istituzioni nel centro Ersaf di Riccagioia a Torrazza Coste per fare il punto del lavoro fatto fin qui.

Fabio Rolfi

Il tema è quello consueto, ridare autorevolezza al Consorzio di tutela dei vini dell’Oltrepò Pavese e favorire il rientro delle aziende fuoriuscite, garantendo un riequilibrio dei poteri all’interno del consiglio e una serie di misure per garantire la rappresentanza di tutte le componenti della filiera del vino.

Erano presenti i parlamentari del territorio Pavese, tra cui l’ex ministro Gian Marco Centinaio, consiglieri regionali, sindaci della zona, produttori e rappresentanti del mondo agricolo. «In un anno e mezzo - ha aggiunto l'assessore - abbiamo fatto un grande lavoro, disegnando un nuovo Consorzio. Abbiamo creato i tavoli di denominazione, stanziato risorse per mettere in sicurezza l’ente e contribuito all’approvazione di un codice deontolgico e di valori per garantire la tutela della qualità e il posizionamento delle bottiglie. Ora abbiamo proposto la modifica dello statuto, con l’allargamento del consorzio per renderlo più forte e autorevole e con modalità di voto che consentano di dare rappresentatività a tutti non solo alla luce dei numeri di produzione. Ora spetta ai produttori decidere; ho chiesto di procedere all’adesione al consorzio entro l’assemblea di ratifica».

Il Consorzio di tutela dei vini sarà parte civile nel processo per la presunta frode del vino dell’Oltrepò e si riserverà la possibilità di chiedere un risarcimento per il danno di immagine subito dal comparto. È l’ultimo atto (per ora) della vicenda giudiziaria che, la scorsa settimana, ha portato a 7 misure cautelari nei confronti di altrettante persone coinvolte nella presunta frode alla cantina sociale di Canneto Pavese. La decisione di essere parte civile nel processo è stata presa dal consiglio di amministrazione nella giornata di lunedì.

Su quanto accaduto la settimana scorsa l’assessore regionale Rolfi ha commentato: «Il territorio dell’Oltrepò merita uno scatto di orgoglio, un segnale di unità per affrontare al meglio le sfide non facili sulle quali bisognerà confrontarsi. A partire dalla revisione dei disciplinari, la semplificazione produttiva e il tema della riduzione dell’offerta. Tutti i protagonisti hanno evidenziato quanto sia necessario per il territorio riposizionarsi in termini qualitativi e noi vogliamo essere di supporto in questa delicata sfida ma con un unico interlocutore, abbandonando frammentazione e divisioni che sono un danno per la reputazione e terreno fertile per chi vuole agire al di fuori delle regole».

Luigi Gatti

Gli ha fatto eco il presidente Luigi Gatti: «Si deve proseguire ancora più “dritti” sulla strada della qualità e della serietà – ha detto a margine dell’incontro - per promuovere con regole e rappresentatività corrette ed equilibrate, un mondo del vino che non ha eguali e non merita di essere così bistrattato soprattutto in un momento importante come questo con aperture fondamentali sul mercato internazionale. È prevedibile pensare che dopo questa riunione le aziende attualmente non socie che oggi erano presenti, hanno manifestato l’esigenza di rientrare nel Consorzio in modo urgente. A questo punto sarà necessaria la convocazione di una Assemblea consortile che le comprenda tutte, per la ridefinizione della nuova governance del Consorzio stesso».

Intanto, dopo lo stop del week end, sono ripresi gli interrogatori di garanzia, mentre le indagini di carabinieri e guardia di finanza proseguono a ritmo serrato. Oltre al presidente Carini e alla sua vice Colombi, in questi giorni sarà sentito anche l’enologo 65enne Aldo Venco, che subito dopo l’arresto si era auto-sospeso dalla carica di vice-presidente di Assoenologi per la sezione Lombardia e Liguria.

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Alberto Lupini


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