Il nuovo Chiaretto di Bardolino è rosa chiaro e punta a 20 milioni di bottiglie

Ha cambiato nome la denominazione e, in occasione della 12ª Anteprima Chiaretto, ha raccontato novità, come le nuove 3 sottozone, e obiettivi, dalla produzione all'export

11 maggio 2021 | 17:50
di Piera Genta
È giunta alla 12ª edizione la manifestazione Anteprima Chiaretto a Bardolino (Vr), la prima con la nuova formula in remoto (i campioni sono stati spediti direttamente a casa, confezionati in Vignon). Questa edizione in particolare si è aperta con importanti novità.

Hanno partecipato Franco Cristoforetti, presidente del Consorzio di Tutela del Chiaretto e del Bardolino, il direttore Angelo Peretti, Emiliano Marelli e Lorena Laccia di Vignon e Paola Giagulli, direttore del Consorzio del formaggio Monte Veronese.



Le novità del nuovo disciplinare: dal colore alle nuove sottozone

Il 12 aprile è entrato in vigore il nuovo disciplinare che cambia il nome della denominazione in Chiaretto di Bardolino. Con la vendemmia del 2021 il vecchio nome scompare. Un progetto nato nella prima edizione dell’anteprima nel 2009, punto di svolta nel 2014 con la Rosé Revolution. Il secondo cambiamento è che quest’anno entrano in commercio anche vini di annata 2019 e 2018, in quanto più di qualche produttore propone selezioni di vigneti che sono destinati ad un affinamento più prolungato, una ulteriore evoluzione dell’idea di Chiaretto.

Inoltre il nuovo disciplinare è diventato piu rigoroso sul colore e stabilisce che deve essere rosa chiaro, spetterà al Consorzio interpretare questa nuovo aggiunta con un range di colore per non arrivare all’omologazione. Vengono anche ufficializzate le tre sottozone all’interno della Doc: Montebaldo, La Rocca e Sommacampagna.

Per quanto riguarda i vitigni utilizzabili, la Corvina la fa da padrone, potendo arrivare sino al 95% del blend; altro vitigno obbligatorio, seppur in dose assai più modesta, è la Rondinella (minimo 5% e massimo 40%). Inoltre possono essere utilizzati altri vitigni per un massimo del 20%.

I partner del Chiaretto di Bardolino

Due i partner dell’anteprima: il primo è il Consorzio del formaggio Monte Veronese Dop. Secondo una recente indagine di posizionamento del Chiaretto, è risultato che il formaggio è la terza associazione di gusto preferita ed in ordine: aperitivo, pesce e formaggio. Abbinamento ideale è con la versione di stagionatura minima. Il secondo partner è Vignon, primi in Italia ad offrire un servizio professionale di ricondizionamento di vino ed alcolici pensato per supportare tutti gli attori impegnati nella formazione, promozione e vendita nel settore beverage. Le Vignon sono di vetro, leggere e resistenti ed evitano gli sprechi perché consentono di fare assaggiare la stessa bottiglia contemporaneamente, in condizioni ottimali, a più persone in luoghi diversi. Tutto il processo di ricondizionamento avviene in ambiente protetto per rispettare il lavoro dei produttori e garantire il mantenimento delle caratteristiche organolettiche del prodotto di origine.

Le condizioni climatiche del 2020 illustrate da Andrea Vantini, responsabile dell’area tecnica del Consorzio,hanno consentito un perfetto sviluppo delle componenti aromatiche fruttate delle uve, che si traducono nel Chiaretto di Bardolino nella presenza soprattutto di agrumi e piccoli frutti di bosco. Le caratteristiche del microclima locale hanno garantito la presenza di quelle componenti di freschezza e di sapidità che sono tipiche del Chiaretto di Bardolino. 50 campioni degustati provenienti da 40 cantine tutti i vini erano dell’annata 2020 tranne due del 2019 ed uno del 2018.

I numeri del Chiaretto di Bardolino e gli obiettivi per il futuro

La superficie vitata dedicata alla produzione di Chiaretto di Bardolino ammonta a circa mille ettari, su un totale di 2.600 iscritti alla Doc Bardolino, oltre 350 di questi sono condotti in regime biologico. Nel 2020 sono state vendute 9,5 milioni di bottiglie di Bardolino Chiaretto, il 60% delle quali esportate, facendo un paragone con i dati relativi al 2008 la produzione di questa tipologia è più che raddoppiata - l’idea del Consorzio è comunque quella di arrivare a superare la produzione del Bardolino che s’aggira sui 17 milioni di bottiglie. L’obbiettivo è infatti quello di raggiungere i 18-20 milioni di bottiglie, soprattutto se si aprirà il mercato nord americano che attualmente è il più ricettivo per quanto riguarda i vini rosa in genere. Lo sbocco principale del Chiaretto di Bardolino rimane comunque il Nord Italia, con il Lago di Garda come principale mercato, la Germania, mercato estero di riferimento per la maggior parte del vino gardesano; altri Paesi interessati alla tipologia sono quelli del Nord Europa e la Francia.

Per informazioni: consorziobardolino.it/chiaretto


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