Nasce la birra lombarda: avrà un marchio registrato e percorsi turistici ad hoc
Il Consiglio regionale vara il progetto di legge sulla promozione e valorizzazione della filiera agroalimentare brassicola regionale. Destinate alla coltivazione del luppolo anche aree abbandonate
Esulta il consigliere relatore Floriano Massardi: «Nasce la birra lombarda, con la nuova legge la Regione promuove la filiera brassicola all'insegna della rosa camuna». Usando un termine sportivo, il provvedimento è stata approvata in Consiglio al 90°, all'ultimo minuto utile prima della fine della legislatura. E, per giunta, anche all'unanimità. La norma intende anzitutto tutelare e valorizzare i piccoli birrifici artigianali indipendenti in grado di produrre meno di 10mila ettolitri l'anno. Oggi rappresentano una realtà sempre più numerosa e importante.
Marchio regionale e percorsi turistici ad hoc
Viene istituito un marchio regionale a garanzia dell'identificabilità del prodotto e la possibilità di creare percorsi turistici dedicati, come accade in altri paesi europei, che permettono di vendere e somministrare il prodotto nei luoghi di produzione.
Aree abbandonate destinate alla coltivazione del luppolo
Interessante pure l'intento di destinare aree abbandonate e poco redditizie alla coltivazione e del luppolo, che oggi viene per la grande parte importato dall'estero. Un settore di nicchia.
«Adesso, con la nuova legge viene messo in grado - hanno sottolineato i politici lombardi in aula - di affrontare la spregiudicatezza del settore industriale».
I numeri dei microbirrifici in Lombardia
In Lombardia sono ben 327 i microbirrifici - triplicati in 10 anni - il 16% del totale italiano, con una produzione di 112 mila ettolitri e 1500 persone impegnate complessivamente. Il fatturato stimato è di 70 milioni di euro. Un mercato che offre interessanti prospettive di lavoro e reddito soprattutto alle nuove generazioni. In maggioranza i produttori hanno infatti meno di 30 anni. Stanziati anche 200mila euro a sostegno del comparto.
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Alberto Lupini