Montelvini ritrova un antico vigneto Primo cru in bottiglia nel 2022

L'azienda trevigiana ha riscoperto un vigneto abbandonato dagli anni '60. L'anno prossimo al via la produzione dell'uva. Intanto tornano a crescere gli affari dopo il calo dei mesi scorsi

06 ottobre 2020 | 06:50
di Lina Pison
È una delle cantine italiane che ha registrato le migliori performance nel 2019 per crescita di fatturato (+11,7%). Un traguardo che consente oggi a Montelvini di guardare al futuro con serenità anche in tempi di Covid. Avanti tutta dunque in vigna e in cantina, ma con responsabilità.

L'Asolo Prosecco di Montelvini

Quella presente nel dna della famiglia Serena che vanta più di cento anni di storia nella produzione di vino. Con sede a Venegazzù (Tv), nel cuore della Docg Asolo Montello, Montelvini è una delle realtà vitivinicole più dinamiche nel panorama italiano. Il fatturato è di 26,5 milioni di euro di cui 7,4 milioni nell’export (è presente in 50 Paesi) e la produzione di 6,6 milioni di bottiglie. «Con il lockdown abbiamo registrato una perdita del 25% di fatturato - spiega Alberto Serena, ad del Gruppo Montelvini, quinta generazione a gestire l’azienda con la sorella Sarah, dg di produzione e amministrazione dopo il passaggio del testimone del padre Armando Serena che oggi presiede il Gruppo Vinicolo Distillati – Liquori di Assindustria Venetocentro - ma entro fine anno contiamo di recuperare terreno».

La cantina Montelvini è immersa nel territorio del Montello e Colli Asolani. Silenziosa e preziosa, Asolo si estende tra cornici di ulivi e cipressi, decorando il territorio con rigogliosi vigneti. È stata definita da Giosue` Carducci “Città dei Cento Orizzonti” proprio perché dalla Rocca si gode di una vista a 360 gradi, che nelle giornate limpide regala una vista mozzafiato e consente di scorgere anche Venezia. Asolo, scrigno prezioso di personaggi illustri, come Caterina Cornaro che qui ha dato vita ad una sfarzosa corte rinascimentale di artisti, letterati e poeti. Ed è ad Asolo che, a 51 anni, anche Eleonora Duse decise di ritirarsi, dopo aver abbandonato le scene. E poi Freya Stark, la scrittrice ed esploratrice inglese che ha scelto la cittadina come luogo dove trascorrere gli ultimi anni della sua centenaria vita. Donne ma anche uomini famosi tra cui Pietro Bembo e Robert Browning hanno influenzato la cultura e la storia di questo borgo tra i più belli d’Italia. Asolo deriva proprio dal latino asylum, ovvero rifugio, luogo di pace e di tranquillità.

Alberto Serena e, a destra, una frittura mista accompagnata da Asolo Prosecco

«Se dovessi raccontare l’Asolo Montello, a qualcuno che non lo conosce - spiega Sarah Serena - direi che è un territorio affascinante, ricco di storia e tradizione. È un modo di vivere la vita godendo del paesaggio e dei suoi ritmi lenti. Lo ritroviamo nella parola “asolare” (riportata anche nei vocabolari) che significa prender aria, rinfrescarsi, girovagare con piacere e lentezza in un luogo».

Ed è proprio nel centro del borgo di Asolo che Montelvini ha recuperato un piccolo vigneto abbandonato di 3mila mq risalente agli anni ’60. Il “Vigneto ritrovato”, l’unico nel cuore della cittadina e presente già nelle mappe napoleoniche, si trova a ridosso delle mura, di fronte alla splendida villa Contarini degli Armeni e al celebre giardino all’italiana di Villa De Mattia. In collaborazione con il CREA-VE (Centro di Ricerca per la Viticoltura e l’Enologia), è stato individuato un clone di Glera tipico dell’area, praticamente scomparso negli anni perché poco produttivo. Nello specifico, il clone è l’ISV VA8, selezione di Glera di origine isolana che presenta caratteristiche qualitative interessanti e tipicamente rappresentative del territorio. «Il tipo di terreno - spiega Stefano Nandi, enologo e direttore tecnico della cantina - conferisce al vino una certa sapidità, caratteristica che contraddistingue i vini dell'Asolo Montello. Un vino in grado di supportare diversi cibi quindi, non solo da aperitivo». La prima produzione effettiva è prevista per settembre 2021, mentre la presentazione del cru avverrà ad aprile 2022.  

Sarah Serena

Vino autentico e schietto, “Il Brutto Asolo Prosecco Superiore Docg Colfondo”, è la scelta coraggiosa compiuta da Montelvini. «È l'antenato del prosecco, quello che i nostri nonni vinificavano. “Brutto” perché nel bicchiere si presenta velato», spiega Alberto Serena. Tra i prodotti di punta della cantina di Venegazzù c’è lo “Zuitér Montello Docg” con taglio bordolese. Il nome del vino prende origine dalla “zuita”, in dialetto veneto la civetta, che popola le “terre rosse”, ricche di ferro e argilla, e che dà il nome ai terreni della famiglia Serena a Venegazzù. E per i vini dolci da segnalare “Luna Storta” ottenuto dall’appassimento su graticci di uve selezionate delle colline del Montello. Da abbinare al tiramisù.  

Musica, internazionalità, charity e valorizzazione del territorio: questo il blend di iniziative che vedono in questi giorni protagonista Montelvini in occasionealla “Milano Wine Week”, in programma fino all’11 ottobre. Si parte con un sound tasting dedicato a Ennio Morricone fino ad arrivare a una raccolta fondi a sostegno della campagna d’autunno “Ricordati di salvare l’Italia” promossa dal FAI, passando per una masterclass in collegamento con New York.

Il primo appuntamento che vedrà protagonista Montelvini è per oggi, martedì 6 ottobre, alle ore 14, con “La sinfonia del vino: omaggio a Ennio Morricone”, una degustazione eno-musicale nella Sala Castiglioni di Palazzo Bovara guidata dal sound sommelier Paolo Scarpellini e dal CEO dell’azienda vinicola, Alberto Serena. Si tratta di un omaggio al compianto Maestro Morricone che ruoterà intorno a un singolare abbinamento fra tre vini e altrettanti brani musicali. Tra questi, non mancherà la celeberrima colonna sonora de “Il buono, il brutto, il cattivo” del compositore romano in un match perfetto con “Il Brutto”, l’Asolo Prosecco Superiore DOCG Sui Lieviti firmato Montelvini.

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