Il mondo del vino piange Franz Haas, icona del Pinot nero altoatesino

Alla guida della storica cantina fondata nel 1880, è scomparso domenica 13 febbraio a causa di un infarto mentre era in seggiovia con il figlio. Arrivò a vinificare quasi 600 Pinot Neri

14 febbraio 2022 | 09:14

Il mondo del vino (e non solo) piange la scomparsa di Franz Haas, 68 anni, ultimo esponente di sette generazioni di viticoltori che con passione guidava l’azienda di famiglia a Montagna (Bz) e che, a tutti gli effetti, era considerato il padre del Pinot Nero all’italiana. Haas è morto domenica 13 febbraio a causa di un infarto mentre era in seggiovia con il figlio.


Un grande innovatore


Alla guida della storica cantina fondata nel 1880, Franz Haas portava, come da tradizione famigliare, lo stesso nome di tutti i primogeniti. Sul sito dell’azienda si legge: «Franz Haas non è solo una cantina, non è solo un marchio. Franz Haas è un uomo, una famiglia che da sette generazioni produce vino, che da sette generazioni mette nel vino la sua filosofia di vita: la continua instancabile ricerca della perfezione. Ciascun Franz Haas con il suo tocco e il suo stile. Per ottenere vini superbi – secondo i Franz Haas – servono sì scienza e calcolo, ma sono l’amore, la passione e la determinazione che ne conferiscono carattere e profondità». 

La sua comparsa lascia un enorme vuoto nel mondo del vino, ma soprattutto nella sua famiglia e nell’azienda dove era amato da tutti. Oltre alla produzione di vini eccellenti, infatti, Haas ha sempre valorizzato il ruolo delle persone e le passioni che muovono ciascuno e che poi venivano portate in famiglia e in cantina.

 

Alla ricerca del vino perfetto


Franz Haas VII era alla guida della cantina altoatesina dal 1986, dimostrandosi da subito un innovatore: a lui vanno i meriti di aver realizzato vinificazioni sperimentali e di aver portato avanti prove di coltivazione dei diversi cloni nei suoi 55 ettari di vigneto. Il risultato? Arrivò a vinificare quasi 600 Pinot Neri. Il Pinot nero, vitigno difficile, delicato ed elegantissimo, era la sua passione e lui lo interpretava da oltre 30 anni con uno stile unico e raffinato. Il suo obiettivo era sempre uno quello di realizzare un vino perfetto, che già era appartenuto a suo padre. Per questo si era spinto dove altri non avevano osato prima impiantando ad altitudini un tempo impensabili, fino a 1150 metri

«Mio padre l’ha sempre prodotto, la mia strada era segnata – aveva detto in una recente intervista per La Stampa- Tuttigusti - Poi un giorno ebbi la fortuna di bere un vino straordinario, un Grands Échezeaux. Da allora iniziò la mia sfida: produrre un vino che andasse in quella direzione. Il Pinot Nero per me è il vitigno più nobile e il più ostico. Negli ultimi anni il cambiamento climatico si è fatto sentire e per questo nel 2000 ho scelto di piantare in altitudine». La sua etichetta preferita era il Pinot Nero Schweizer. Ma continuava: «Ancora oggi il mio sogno è realizzare un grande Pinot Nero».

Un sogno che non si ferma ma che poteranno avanti i suoi figli, Franz Haas VIII e Sofia.

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Alberto Lupini


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