Il miglior vino novello d'Italia? Non uno, ma due! Pareggio fra Veneto e Abruzzo
Al 15° Concorso nazionale del vino novello trionfano, ex aequo, il Terre di Chieti Igp biologico “Rossello” di Agriverde e il Veneto Igp Novello di Ornella Bellia. Tommaso Caporale: «È il Rinascimento del novello»
Il migliore vino novello d'Italia? Non uno, ma due. Sì, perché a trionfare al 15° Salone-concorso nazionale del vino novello, diretto dal giornalista enogastronomico Tommaso Caporale, sono stati in due: il Terre di Chieti Igp biologico “Rossello” di Agriverde con sede a Ortona (Ch) e il Veneto Igp Novello di Ornella Bellia con sede a Pramaggiore (Ve). A determinare il risultato, un ex aequo nelle valutazioni dei due vini. Il primo è ottenuto da uve Montepulciano e Merlot. Il secondo da uve Carmenere e Refosco.
I vini e le cantine premiate
Nella cornice dell'Abbazia Florense di San Giovanni in Fiore, nel cuore della Sila cosentina, quindi, sul gradino più alto del podio ci sono Abruzzo e Veneto. A seguire, la Calabria con il Calabria Igp “Cinurio” dell’azienda vinicola Tramontana di Reggio Calabria. A seguire la Sicilia con Principi di Corleone Pollara, la Toscana con Carpineto e ancora l’Abruzzo con Casalbordino. Il premio della critica del salone è andato al consorzio lucano "Grotte del vino". Infine, le targhe “Novello amore mio” assegnate dall’Istituto per la costanza produttiva sono state consegnate all’umbra Lungarotti e alla sarda Dorgali.
Tommaso Caporale: «Stiamo vivendo il Rinascimento del novello»
«Stiamo assistendo al Rinascimento del novello - ha dichiarato Caporale, responsabile organizzativo del Nuovo Istituto nazionale del vino novello - avvertiamo che qualcosa sta cambiando nell’attenzione verso questo prodotto sia da parte delle cantine e sia da parte dei consumatori. Ne è prova la forte spinta verso novelli con 100% di macerazione carbonica, packaging innovativi come l’utilizzo del tappo in vetro ed etichette accattivanti e soprattutto la qualità della produzione che diventa anche biologica e con l’utilizzo di solo uve autoctone. Anche il Veneto è in fermento nel ricavalcare la tendenza che lo vedeva leader insieme alla Sardegna negli anni del boom del novello».
Prossimo passo, modificare il disciplinare di produzione
Proprio per questo secondo Caporale «è ora di modificare il decreto ministeriale che disciplina la produzione del vino novello vincolando tutti i produttori ad innalzare dall’attuale 40% minimo di macerazione carbonica alla totalità della vinificazione. Solo così anche le istituzioni potranno dare un segnale di vicinanza alla qualità di questo prodotto tutto Made in Italy e di straordinaria piacevolezza e unicità»
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Alberto Lupini
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