Marchesi Antinori a Nord Est Acquisita la cantina Jermann
Attraverso questa operazione l'azienda dà il benvenuto a un'azienda vinicola famosa per i suoi bianchi e capace di registrare, nel 2019, ricavi per un totale di 14,8 milioni di euro con un Ebitda del 44% sul fatturato
05 marzo 2021 | 18:16
Con un accordo che guarda a Nord Est, Marchesi Antinori si assicura il controllo di Jermann acquisendo la maggioranza delle quote della cantina goriziana. L'operazione (di cui non sono state riferite le somme), favorita dal legame personale fra i patron delle due cantine, Piero Antinori e Silvio Jermann, consente all'etichetta toscana di rafforzare la propria offerta. «Due nomi che hanno segnato una traccia profonda nella storia del vino italiano. Innovatori, visionari, alla ricerca continua dell’eccellenza», si legge in una nota di Jermann.
Storia antica e ricambio generazionale
Attraverso questa operazione, infatti, Marchesi Antinori dà il benvenuto a un'azienda vinicola famosa per i suoi bianchi e capace di registrare, nel 2019, ricavi per un totale di 14,8 milioni di euro con un Ebitda del 44% sul fatturato. Prestazioni che fanno di Jermann un boccone appetitoso nel mercato enoico e ora alle prese con un fisiologico ricambio generazionale.
L’azienda di Dolegna del Collio ha origini antiche: è stata fondata nel 1881 da Anton Jermann, ma a farla crescere è stato Angelo Jermann, padre di Silvio e scomparso nel 2018. L’ingresso di Silvio risale agli anni Settanta, e a lui si deve il lancio del vino più iconico, Vintage Tunina, blend di Sauvignon, Chardonnay, Ribolla gialla e Malvasia. Oggi Jermann dispone di due cantine, a Farra di Isonzo e Dolegna del Collio, e di 170 ettari di vigneto.
Il network di allarga
«La collaborazione con Antinori è un nuovo inizio, una decisione presa per affrontare meglio i tempi che viviamo, nel segno della tradizione famigliare», ha affermato Silvio Jermann. «Condividiamo con Silvio gli stessi valori di rispetto per la tradizione famigliare, passione per le sfide, rispetto per la terra. Il nostro desiderio è quello di garantire sviluppo e continuità in piena collaborazione con Silvio e con quanto ha fatto in questi 40 anni», gli ha fatto eco Piero Antinori. In questo modo, Marchesi Antinori arriva a quota tre partecipazioni in nord Italia, aggiungendo la presenza nel Collio a quella nelle Langhe, dove opera con Prunotto, e nella Franciacorta, dove dispone della Tenuta Montenisa.
La sede storica di Jermann a Villanova di Farra d'Isonzo
Storia antica e ricambio generazionale
Attraverso questa operazione, infatti, Marchesi Antinori dà il benvenuto a un'azienda vinicola famosa per i suoi bianchi e capace di registrare, nel 2019, ricavi per un totale di 14,8 milioni di euro con un Ebitda del 44% sul fatturato. Prestazioni che fanno di Jermann un boccone appetitoso nel mercato enoico e ora alle prese con un fisiologico ricambio generazionale.
L’azienda di Dolegna del Collio ha origini antiche: è stata fondata nel 1881 da Anton Jermann, ma a farla crescere è stato Angelo Jermann, padre di Silvio e scomparso nel 2018. L’ingresso di Silvio risale agli anni Settanta, e a lui si deve il lancio del vino più iconico, Vintage Tunina, blend di Sauvignon, Chardonnay, Ribolla gialla e Malvasia. Oggi Jermann dispone di due cantine, a Farra di Isonzo e Dolegna del Collio, e di 170 ettari di vigneto.
Il network di allarga
«La collaborazione con Antinori è un nuovo inizio, una decisione presa per affrontare meglio i tempi che viviamo, nel segno della tradizione famigliare», ha affermato Silvio Jermann. «Condividiamo con Silvio gli stessi valori di rispetto per la tradizione famigliare, passione per le sfide, rispetto per la terra. Il nostro desiderio è quello di garantire sviluppo e continuità in piena collaborazione con Silvio e con quanto ha fatto in questi 40 anni», gli ha fatto eco Piero Antinori. In questo modo, Marchesi Antinori arriva a quota tre partecipazioni in nord Italia, aggiungendo la presenza nel Collio a quella nelle Langhe, dove opera con Prunotto, e nella Franciacorta, dove dispone della Tenuta Montenisa.
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Alberto Lupini
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