«This is not Prosecco»: «Questo non è Prosecco». Il Consorzio della Doc veneto-friulana ha tappezzato le metropolitane di Londra con 880 manifesti informativi, per sensibilizzare gli inglesi su un aspetto sottovalutato - o, meglio, ignorato - da molti bar e ristoranti della capitale: il “Prosecco alla spina”, o il “Prosecco in lattina” non esiste. La campagna informativa del Consorzio, avviata nel mese di dicembre 2023, ha toccato un nervo scoperto. I venditori di vino alla spina considerano infatti l’azione consortile «fuori dalla realtà rispetto alle richieste del mercato». In sostanza, gli inglesi ammettono di utilizzare indebitamente la parola “Prosecco” per indicare qualsiasi vino bianco (o rosé) alla spina servito nei locali della City.
La campagna londinese contro il "fake" Prosecco Doc
«La campagna di comunicazione avviata nel Regno Unito a dicembre 2023 - spiega Stefano Zanette, presidente del Consorzio di Tutela del Prosecco Doc - è stata pensata e messa in atto per tutelare il consumatore. È importante sapere che il Prosecco può essere venduto esclusivamente in bottiglia e che la vendita alla spina di vino denominato "Prosecco" è un atto fraudolento. L’ufficio Tutela lavora quotidianamente, in collaborazione con le autorità locali, al fine di contrastare i continui fenomeni che vedono l’uso indebito del termine “Prosecco” nella vendita di vini frizzanti. L’impegno del Consorzio, considerando la crescente gravità del problema nel Regno Unito, sarà sempre più determinato nei prossimi mesi, per garantire ai consumatori inglesi che quando ordinano “Prosecco” sia servito il Prosecco Doc».
Molto chiaro anche il direttore del Consorzio, Luca Giavi: «Alla spina non esiste alcun Prosecco e questa idea nasce da una mancanza di conoscenza e consapevolezza sia degli operatori del settore sia dei consumatori. La vendita di vino frizzante alla spina si può fare - continua - ma non può essere chiamato Prosecco. Il nostro Prosecco Doc si chiama così perché rispetta un disciplinare che determina una serie di parametri che lo rendono unico e certificato. Per questo scegliere l’originale è sempre meglio di una banale imitazione».
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Alberto Lupini
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