Lo storico Consorzio Collio ringiovanisce il Direttivo

Nato nel 1964 in Friuli per tutelare e valorizzare il vino del Collio, ha da poco rinnovato la sua guida. Ora l'età media del Consiglio è inferiore ai 35 anni. La Direttrice sarà Lavinia Zamaro

03 giugno 2022 | 11:30
di Liliana Savioli

449:13 = 34,5 Stiamo dando i numeri? Si. Ma cosa significano? 449 è la somma degli anni dei componenti del nuovo Consiglio di Amministrazione del Consorzio Collio. Tredici sono i componenti e 34,5 è il risultato della divisione e pertanto la media degli anni. Un Cda decisamente giovane, ma non inesperto. Molti di loro sono giovani e qualcuno anche giovanissimo, ma sono subentrati ai padri che già facevano parte dei precedenti Consigli. Siamo di fronte a un cambio generazionale? Decisamente, sì ma con basi solidissime. Con aziende storiche la cui più antica risale al 1782.

Il nuovo Direttivo del Consorzio Collio

Eccola la squadra: David Buzzinelli Azienda Buzzinelli fondata 1937, Paolo Corso enologo dell'azienda Tenuta Borgo Conventi, fondata nel 1975, Luca Raccaro dell’Azienda Raccaro fondata nel 1928, Alessandro Pascolo dell’Azienda Pascolo, fondata nel 1974, Pietro Berté, dipendente dell'Azienda Gruppo Italiano Vini, Matteo Livon dell’azienda Azienda Livon (fondata nel 1964), Sasa Radikon dell’azienda Radikon (nata nel 1980), Andrea Drius dell’azienda Terre del Faet da lui fondata nel 2012, Elija Muzic dell’Azienda Muzic (fondata nel 1963), Fabjan Korsic dell’Azienda Korsic (nata nel 1969), Martin Figelj dell’Azienda Fiegl viticoltori (dal 1782), Michele Tomba dell’azienda Bolzicco, fondatga nel 1964, e per ultima la più piccola, ma non per questo non meno preparata, Tereza Keber quinta generazione dei Keber.

I numeri del Consorzio

Diamo ancora un paio di numeri, 1.500 sono gli ettari della superficie vitata della Doc Collio presente in Regione, ma molte di queste aziende possiedono o lavorano anche parecchi ettari di vigne in Slovenia. Collio in Italia, Brda in Slovenia. In realtà un unico territorio, infatti, assieme stanno puntando al riconoscimento Unesco, per classificare le loro splendide colline Patrimonio dell’Umanità.
Trecento sono i produttori tra viticoltori e imbottigliatori presenti, di cui ben 178 sono soci del Consorzio, 122 sono gli imbottigliatori che producono ben 6,5 milioni di bottiglie di cui 87% di vino bianco e solo il 13% di vino rosso. Quattro ettari sono la dimensione media aziendale di questa denominazione. Il 1964 è invece  l’anno di fondazione del Consorzio Tutela Vini Collio e 1968 l’anno di riconoscimento della Doc.

La nuova guida

Ultimo numero: 1, ovvero il direttore. Ruolo che in questo caso sarà di Lavinia Zamaro. Già facente parte dell’organico da 3 anni ed ora pronta a portare ancora più in alto il Collio.

I progetti

Molti sono i progetti in fase di elaborazione. Il primo, il più immediato si è concretizzato il questi giorni. Un press tour con 10 giornalisti/influencer/bloger che hanno avuto la possibilità di “leggere” i vini del Collio e la sua terra e la sua gente attraverso esperienze sensoriali non usuali. “Il risveglio dei sensi” è stato intitolato. Vista, olfatto, gusto, tatto e udito sono stati i protagonisti di questi 4 giorni. Esperienze intense e coinvolgenti che hanno permesso di entrare nell’anima dei vini, di capirli profondamente e intimamente. Un percorso test che verrà presentato al pubblico che ne potrà usufruire in un prossimo futuro. Non una semplice, per quanto approfondita, degustazione con il racconto del vino, ma far vivere delle esperienze che coinvolgano totalmente, con tutti i sensi, il fruitore affinchè sviluppi il sesto senso. Quello che ci dà la possibilità di riconoscere l’armonia. E di armonia in Collio se ne trova molta, moltissima.

La ricerca della sostenibilità

Altro importante progetto è continuare a promuovere la sostenibilità, l’innovazione e le nuove tecnologie, anche rafforzando l’uso della bottiglia Collio e la testa della capsula gialla per consolidare il brand del territorio come segno distintivo di riconoscibilità. Una bottiglia in grado di rispettare quei valori così importanti: basso impatto ambientale per il ridotto impiego di vetro, l’uso di un tappo di alta qualità a ridotta sezione e un design innovativo. Anche e soprattutto per contenere il Collio Bianco. Il diamante puro del Collio. Il gioiello di famiglia che quasi tutte le imprese vitivinicole producono. Solitamente un blend di più varietà che rappresenti l’azienda e la loro storia e la loro terra e la loro gente. Insomma che rappresenti al meglio il “Terroir Collio”.

 

 

La collaborazione tra viticoltori italiani e sloveni

Altro progetto questa volta transfrontaliero, Susgrape. Una rete di cooperazione tra viticoltori italiani e sloveni nel di riduzione dell’impatto ambientale causato dalle lavorazioni agricole. Con 42 centraline di monitoraggio che permettono di avere a disposizione un ampio spettro di dati per assumere le migliori decisioni in merito alla difesa fitosanitaria dei vitigni.
Tanti progetti, tanta voglia di fare, tante giovani menti e mani per condurre al meglio un consorzio storico ma giovanissimo.

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Alberto Lupini


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