Livon punta sulla sostenibilità
La famiglia Livon, che gestisce l’omonima azienda agricola a Dolegnano (Ud) ha scelto di sviluppare una produzione vinicola che sia sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico
19 gennaio 2018 | 12:30
Tutto parte dalla tradizione e dalla consapevolezza che è diventato sempre più importante comunicare quello che si fa nel vigneto, perché dietro alla bottiglia di vino, oltre al vitigno ed al territorio, c’è anche il lavoro di numerose persone. La bottiglia di vino diventa così il testimone del percorso compiuto dalla vigna al bicchiere, con un’attenzione particolare nei confronti del consumatore, quell’attenzione che ogni padre metterebbe per lasciare ai propri figli un mondo migliore.
Come ogni attività produttiva, anche la viticoltura ha un impatto sull’ambiente. Le lavorazioni alterano la struttura del suolo e la copertura vegetale, le concimazioni ed i trattamenti antiparassitari modificano l’ecosistema del vigneto, in ogni fase della filiera produttiva si consuma energia e si emettono gas serra. Pertanto, al fine di ridurre il più possibile gli effetti negativi di queste operazioni l’Azienda Livon ha scelto di praticare una viticoltura sostenibile, applicando da 3 anni i principi della Lotta integrata volontaria nelle aziende Livon e Villa Chiopris in Friuli Venezia Giulia, ed i principi della viticoltura biologica nelle aziende Borgo Salcetino (Toscana) e Fattoria Colsanto (Umbria).
La lotta integrata volontaria prevede una serie di limitazioni nella tipologia dei principi attivi utilizzabili per la difesa della vite dalle fisiopatie e dagli insetti, e per il diserbo, nel numero dei trattamenti eseguibili con ciascuna sostanza attiva e nelle quantità impiegabili.
Invece, nella viticoltura biologica si possono usare solo prodotti naturali; non si usano sostanze di sintesi che possono essere nocive per il terreno, i corsi d’acqua e l’aria che ci circondano. La genuinità del prodotto finale “vino” è il principale obiettivo che ci si pone, al fine di ottenere prodotti sani e privi di residui tossici. Tutti questi obiettivi possono essere raggiunti mediante la cosiddetta viticoltura di precisione che si avvale dell’analisi del terreno e del monitoraggio dello stato vegetativo delle viti per l’uso razionale dei fertilizzanti, di modelli previsionali per la scelta del momento in cui effettuare i trattamenti, di trappole a ferormoni e cromotropiche per il controllo delle popolazioni degli insetti al fine di decidere se e quando impiegare gli insetticidi.
Per avvalorare il percorso iniziato, l’azienda ha piantato nel 2017 il primo ettaro di vigneto di Sauvignon resistente, selezionato dall’Università degli Studi di Udine in collaborazione con i Vivai Cooperativi di Rauscedo, che consente di ridurre il numero dei trattamenti nei confronti della Peronospora e dell’Oidio fino quasi ad azzerarli. Ma l’attenzione che la famiglia Livon ha per l’ambiente si estende anche al di fuori del vigneto, al fine di rendere fruibile in modo sostenibile anche il paesaggio ed il territorio che circondano le aziende. Questo impegno si concretizza mediante la realizzazione di strutture di accoglienza perfettamente inserite nel contesto che le circonda, la cura maniacale dei giardini, la creazione di sentieri attraverso i vigneti e le proprietà aziendali, la creazione di punti panoramici, la piantumazione di alberi da frutto, la creazione di zone di ricarica per le e-bike nell’ambito di un progetto più ampio che coinvolge tutto il territorio del Collio.
Per informazioni: www.livon.it
Come ogni attività produttiva, anche la viticoltura ha un impatto sull’ambiente. Le lavorazioni alterano la struttura del suolo e la copertura vegetale, le concimazioni ed i trattamenti antiparassitari modificano l’ecosistema del vigneto, in ogni fase della filiera produttiva si consuma energia e si emettono gas serra. Pertanto, al fine di ridurre il più possibile gli effetti negativi di queste operazioni l’Azienda Livon ha scelto di praticare una viticoltura sostenibile, applicando da 3 anni i principi della Lotta integrata volontaria nelle aziende Livon e Villa Chiopris in Friuli Venezia Giulia, ed i principi della viticoltura biologica nelle aziende Borgo Salcetino (Toscana) e Fattoria Colsanto (Umbria).
La lotta integrata volontaria prevede una serie di limitazioni nella tipologia dei principi attivi utilizzabili per la difesa della vite dalle fisiopatie e dagli insetti, e per il diserbo, nel numero dei trattamenti eseguibili con ciascuna sostanza attiva e nelle quantità impiegabili.
Invece, nella viticoltura biologica si possono usare solo prodotti naturali; non si usano sostanze di sintesi che possono essere nocive per il terreno, i corsi d’acqua e l’aria che ci circondano. La genuinità del prodotto finale “vino” è il principale obiettivo che ci si pone, al fine di ottenere prodotti sani e privi di residui tossici. Tutti questi obiettivi possono essere raggiunti mediante la cosiddetta viticoltura di precisione che si avvale dell’analisi del terreno e del monitoraggio dello stato vegetativo delle viti per l’uso razionale dei fertilizzanti, di modelli previsionali per la scelta del momento in cui effettuare i trattamenti, di trappole a ferormoni e cromotropiche per il controllo delle popolazioni degli insetti al fine di decidere se e quando impiegare gli insetticidi.
Per avvalorare il percorso iniziato, l’azienda ha piantato nel 2017 il primo ettaro di vigneto di Sauvignon resistente, selezionato dall’Università degli Studi di Udine in collaborazione con i Vivai Cooperativi di Rauscedo, che consente di ridurre il numero dei trattamenti nei confronti della Peronospora e dell’Oidio fino quasi ad azzerarli. Ma l’attenzione che la famiglia Livon ha per l’ambiente si estende anche al di fuori del vigneto, al fine di rendere fruibile in modo sostenibile anche il paesaggio ed il territorio che circondano le aziende. Questo impegno si concretizza mediante la realizzazione di strutture di accoglienza perfettamente inserite nel contesto che le circonda, la cura maniacale dei giardini, la creazione di sentieri attraverso i vigneti e le proprietà aziendali, la creazione di punti panoramici, la piantumazione di alberi da frutto, la creazione di zone di ricarica per le e-bike nell’ambito di un progetto più ampio che coinvolge tutto il territorio del Collio.
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Alberto Lupini
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