Lamole di Lamole: certificazione bio, nuova Gran Selezione e restyling delle etichette
Si prospetta un 2022 ricco di novità per l’azienda toscana che fa parte del Gruppo Santa Margherita, tra cui la rivisitazione dell’immagine e del naming dei vini volta al rafforzamento complessivo dell’identità del brand
Si fa presto a parlare di Chianti Classico. È uno dei vini italiani più noti al mondo e punto di riferimento per uno dei flussi turistici più importanti da sempre. Ma è anche un territorio, molto diversificato, con vigneti a volte dalle radici secolari e con caratteristiche spesso uniche. È il caso di Lamole, un comune magari dai flussi più grandi, ma che svetta per la qualità recuperata negli ultimi decenni. Ed è qui che Lamole di Lamole, tenuta situata proprio nel cuore del Chianti Classico che fa parte di Santa Margherita, Gruppo Vinicolo che raggruppa dieci diverse tenute in alcune tra le regioni più belle dell’enologia italiana, ha presentato 3 importanti novità che ne alzano i già elevati livelli di gradimento. La prima riguarda l’inserimento in etichetta del contrassegno della certificazione biologica rilasciata dal ministero delle Politiche agricole dopo l’attenta valutazione delle pratiche attuate in questi anni nei 40 ettari di vigneto della tenuta; la seconda è il lancio del Chianti Classico Docg Gran Selezione “Vigna Grospoli” annata 2018, già pluripremiato al suo esordio dalle principali rassegne enologiche italiane, ed oggi punta di eccellenza della cantina; infine, la rivisitazione delle etichette della gamma Chianti Classico, con lo sdoppiamento di una linea base che avrà una sua destinazione specifica per la grande distribuzione, mentre il resto della produzione è tutto dedicato alla ristorazione. .
Contrassegno per l’agricoltura biologica
Il percorso per la riconversione a biologico dei terreni è stato avviato nel lontano 2005 e non ha interessato solo il rispetto delle linee guida ministeriali, quanto una serie di azioni che hanno a poco a poco trasformato la tenuta in un vero e proprio baluardo di custodia del territorio. Già dagli anni ’90 infatti, Lamole di Lamole ha avviato un progetto di ricostruzione degli antichi terrazzamenti, di ripristino delle tecniche tradizionali di lavorazione del suolo e di difesa della biodiversità dell’intera area. Una volta recuperato il paesaggio e riportata alla luce la struttura agricola originaria, utilizzata per la coltivazione fin dai tempi dei Romani, Lamole di Lamole ha iniziato una progressiva sostituzione dei prodotti di sintesi con compost organico - derivante dalle potature e dei raspi della vendemmia che fermentano naturalmente per due anni prima di essere “restituiti” ai vigneti - e induttori di resistenza naturali quali propoli, alghe, aloe e olio di arancio. Parliamo di 350mila euro di investimenti solo per consolidare i terrazzamenti, garantendo a un tempo un ripristino del territorio e un miglioramento delle tecniche di coltivazione.
«Tutto questo, assieme ad un incremento delle ore di lavorazione manuale in vigneto, ha permesso alle viti di diventare più resilienti, in grado di affrontare - senza aiuti esterni - la sfida dei parassiti, dei funghi, e quella del clima sempre più estremo che si è registrato negli ultimi anni», evidenzia Andrea Daldin, enologo di Lamole di Lamole dal 1993, che ha seguito in prima persona il percorso di riconversione al biologico. Tutta la linea che si affaccia ora sul mercato è ufficialmente certificata biologica e contrassegnata con il marchio nella retro-etichetta, un traguardo che premia le buone pratiche portate avanti con determinazione in questi anni di lavoro sia in vigna che in cantina.
Nuovo Chianti Classico Gran Selezione 2018
La seconda grande novità in casa Lamole di Lamole è il lancio del Chianti Classico Gran Selezione Docg “Vigna Grospoli” annata 2018, che si affianca alla storica e pluripremiata Gran Selezione “Vigneto di Campolongo”: entrambi single-vineyard, quintessenza espressiva dalle caratteristiche uniche del territorio di Lamole. “Vigna Grospoli” nasce in un vero e proprio cru d’altura, una vigna posizionata in piena luce, rivolta a Mezzogiorno tra i 540 e i 580 metri di altitudine. Una terrazza naturale, accarezzata dai venti e illuminata da raggi solari diretti, dove le viti vengono coltivate nell’arcaica forma dell’alberello lamolese, su un terreno dominato da sabbie di macigno color ocra. Da qui nasce un vino dalla struttura complessa, ricco di cromatismi aromatici, dalla beva seducente.
Parliamo di vini che rappresentano una vera eccellenza nel Chianti Classico per la finezza e l'eleganza, capaci di competere con il più blasonato Sangiovese toscano, il Brunello, e capaci di invecchiare come solo i grandi vini possono fare. Sul valore di questi vini ha puntato da sempre la famiglia Marzotto, tanto che Gaetano Marzotto, presidente di Santa Margherita Gruppo Vinicolo, ricorda come «la nuova Gran Selezione e la certificazione biologica, concludono un primo ciclo di grande lavoro in questo angolo meraviglioso di Toscana. Il nostro è stato un “amore a prima vista”: questi vigneti, questo borgo diffuso e scarsamente popolato, questi retaggi di un passato di coltivazione della vite e dell’olivo che risalgono agli antichi Romani, questi boschi e il profumo del giaggiolo, ci hanno convinto “at the first sight”. Siamo arrivati in Toscana, però, con profondo rispetto: per la natura, per gli uomini, per la tradizione di questo territorio. Il nostro primo imperativo è stato quello di restituire alla bellezza del Chianti Classico questa tenuta. Volevamo il meglio e posso dire, oggi, che abbiamo ottenuto il meglio: nei vigneti, in cantina, nell’accoglienza che qui abbiamo avviato e, soprattutto, nel calice».
Restyling della gamma Chianti Classico
La terza novità riguarda la rivisitazione complessiva dell’immagine dei vini di Lamole di Lamole, dal cantaglorie al naming, volta al rafforzamento complessivo dell’identità della tenuta. La gamma ha acquisito così un nuovo look&feel, con nomi evocativi a richiamare le condizioni pedoclimatiche caratteristiche: “Duelame” Chianti Classico Docg si ispira agli estremi d’altitudine (da 420 a 655 m slm) dei vigneti arroccati sulle “lame”, i caratteristici gradoni stratificati di origine eocenica; “Maggiolo” Chianti Classico Docg deve il suo nome all’unione delle parole “giaggiolo”, fiore tipico del territorio di Lamole, e “maggio”, mese in cui regala il suo massimo splendore; “Lareale” Chianti Classico Docg Riserva celebra le peculiarità dell’areale lamolese e ne riassume i caratteri di massima tipicità; infine le due Gran Selezioni “Vigneto di Campolungo” e “Vigna Grospoli” prendono il nome dai rispettivi vigneti di produzione.
«Il processo di conversione biologica, il nuovo naming dei vini, l’ampliamento della gamma con il “Vigna Grospoli” sono scelte strategiche - aggiunge Beniamino Garofalo, amministratore delegato di Santa Margherita Gruppo Vinicolo - che contribuiranno al raggiungimento di risultati ancor più soddisfacenti, sia in termini economici che qualitativi. Nel 2021 Lamole di Lamole ha concorso alla crescita del fatturato del 22,3%, superando i dati del 2019 - ultimo bilancio pre-pandemia - e allo stesso tempo è diventata fiera rappresentate dell’Unità geografica aggiuntiva (Uga) di Lamole e dell’alta qualità del Chianti Classico in Italia e nel mondo. Il numero crescente di premi e riconoscimenti ricevuti in questi ultimi anni sono infatti la cartina al tornasole del lavoro svolto fin qui, sia in vigna che in cantina, che ha portato Lamole di Lamole ad essere vero e proprio simbolo e riferimento del territorio di Lamole e, in futuro, ad essere tra gli emblemi di spicco di questa Denominazione».
Lamole di Lamole, l’eleganza del Chianti Classico
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Lamole di Lamole
via di Lamole - 50022 Greve in Chianti (Fi)
Tel 055 8547014
www.lamole.com
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Alberto Lupini
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