L’Italia del vino: la Barbera piemontese

Una varietà spesso considerata molto semplice e beverina, ma che invece a seconda della zona di produzione e della metodologia di vinificazione riesce a sviluppare un’ottima complessità

01 maggio 2021 | 08:30
di Eros Teboni
Molte sono le differenti sfumature della Barbera, una varietà spesso considerata molto semplice e beverina, ma che invece a seconda della zona di produzione e della metodologia di vinificazione riesce a sviluppare un’ottima complessità, dimostrando anche di essere in possesso di un timbro identificativo tale da renderla riconoscibile e caratteristica per determinate zone vitivinicole e determinate stilistiche legate alla tradizione e al terroir.

I piatti sono di Matthias Kirchler, cuoco del ristorante “1964” dell’Amonti & Lunaris Wellnessresort a Cadipietra, in Alto Adige.



Nizza Docg Barbera “La Court” 2015 Michele Chiarlo

Vitigno: 100% Barbera
Terreni: Argilla, Calcare, Sabbia
Zona di produzione: Castelnuovo Calcea
Età vigneto: 45 anni
Abbinamento suggerito: Tacos di vitello



La Zona di Nizza è particolarmente vocata alla produzione del Barbera, caratterizzata da suoli ricchi di sabbie e da marne di origine calcareo-argillose, con ricche componenti di limo e microelementi come il magnesio. Questi terreni danno la possibilità di sviluppare un barbera molto più elegante del solito, dando tono alla freschezza della varietà sottolineando il suo grande dinamismo ma allo stesso tempo contribuendo a mantenere la struttura del vino compatta e solida. In questo caso La Court è un’ottima espressione di questa caratteristiche, infatti riesce bene a coinvolgere i nostri sensi già partendo dai suoi profumi, freschi e floreali, con un tocco di leggera vegetalità che contribuisce a mantenere uno spettro aromatico incentrato sulla croccantezza del frutto. A livello degustativo, in questo caso in combinazione con un tacos di vitello, è fondamentale, e facilmente percepibile, la grande acidità di cui è caratterizzata, questa sostenuta da un corpo imponente che aiuta l’insieme a mantenersi elegante in degustazione, dando profondità e pulizia sul palato. Un abbinamento ben riuscito, piacevole e dopo averlo provato posso garantirvi e consigliarvi di preparare abbastanza tacos e scegliere un formato adeguato di Barbera, la bottiglia da 0,75 l è finita troppo velocemente.

Barbera d’Alba Papagena 2016 Fontanafredda

Vitigno: 100% Barbera
Terreni: Calcareo
Zona di produzione: Langa Albese
Età vigneto: 35 anni
Abbinamento suggerito: Roast beef



Piacevolezza, rotondità e espressività, sono le parole più adeguate alla descrizione del Papagena. La piacevolezza è dovuta al corpo, strutturato ma allo stesso tempo elegante, alla leggera nota dolce, ai profumi ricchi di frutta matura, tra i più riconoscibili la ciliegia e la marmellata di mirtilli. La rotondità è dovuta alla combinazione da tannino e acidità, il vino al palato è molto avvolgente, morbido e di grande profondità. L’espressività è dovuta al forte timbro identificativo del vino, rappresentativo per la zona di produzione e soprattutto per il riconoscimento varietale. Sia nei profumi che al palato il Papagena si esprime in modo diretto e elegante, non ci sono spigolature importanti, anzi cremosità legata alla freschezza intrinseca di questa varietà. Il Roast Beef ricerca un vino fresco ma allo stesso corposo, trovo il Papagena perfetto per questo connubio ricco di rusticità e struttura.

Barbera d’Asti Docg Ai Suma 2017 Braida

Vitigno: 100% Barbera
Terreni: Argilla, Calcare
Zona di produzione: Rocchetta Tanaro
Età vigneto: 40 anni
Abbinamento suggerito: Anatra di Barberia



Un Barbera molto famoso, legato più che alla tradizione ad un ideale di Giacomo Bologna che nel 1989 ha dato alla luce la prima annata di Ai Suma. In questo caso parliamo di una vendemmia tardiva, dove la Barbera arriva ad un punto di leggera surmaturazione, creando un’altra tipologia di sentori e di aromi, proprio gli stessi che rendono speciale e riconoscibile Ai Suma. Il colore è la prima cosa che ci colpisce, molto intenso, quasi impenetrabile. Questo a sua volta ci incuriosisce e ci prospetta all’analisi olfattiva del vino. I profumi sono caratterizzati da un mix intenso di diversi colori di frutta, nera, rossa, viola, un frutto molto maturo sostenuto da note speziate che ricordano il legno ma anche la spezia dolce orientale. Per questo piatto, intenso e molto saporito, ho scelto con piacere Ai Suma proprio per le sue caratteristiche gustative. Questa Barbera lavora molto sull’intensità e la concentrazione, caratteristiche a mio punto di vista fondamentali per riuscire a combinarsi con un piatto di questo calibro. Grande profondità accompagnata da sentori di cacao, cioccolato, caffè, liquirizia con un tocco vanigliato sul finale, che rende l’abbinamento perfetto! Ai Suma rimane uno dei “must” da dover provare proprio per capire un ulteriore sfaccettatura di questo vitigno e conoscere la storia e il pensiero di uno dei grandi signori del vino italiano, Giacomo Bologna.

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Alberto Lupini


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