L’eleganza del Sangiovese nel dna di Franco Pacenti

A Montalcino è operativa la terza generazione della famiglia. Tra i fondatori del Consorzio di tutela, la cantina ha un peso nella storia del Brunello. La quota di export vale l'80% della produzione

24 novembre 2020 | 17:11
di Piera Genta
Webinar in diretta con Montalcino con un focus sul processo di rinnovamento qualitativo che la terza generazione della famiglia Pacenti (Lorenzo, Serena e Lisa) sta portando avanti. Nati come azienda polivalente con il nonno Rosildo, si specializzano in viticoltura con il padre Franco e rivestono un ruolo  importante per la storia del Brunello in quanto sono tra i fondatori del Consorzio di tutela.

Brunello di Montalcino Rosildo 2015, il vino immagine della cantina

Dei loro quaranta ettari, una decina è vitata, unico vitigno coltivato il Sangiovese. Le vigne, su terreni argillosi, clima fresco, si trovano sul versante nord, sottozona Canalicchio, annoverata fra quelle a più spiccata vocazione della denominazione. La nuova cantina, realizzata nel 2004, dove una volta sorgeva la stalla (di Chianine selezionate), è progettata non solo per essere funzionale alla lavorazione, ma anche  per minimizzare l’impatto ambientale, perché si trova all’interno del sito Unesco della Val d’Orcia.

Filosofia dell’azienda è l’esaltazione dell’eleganza del Sangiovese, raccolta e selezionata per portare in cantina solo i frutti migliori. Di qui la scelta di vinificare in tini d’acciaio inox a temperatura controllata, con prolungate macerazioni sulle bucce e lunghi affinamenti in botti di rovere di Slavonia e francese medio-grandi (dai 27 ai 50 ettolitri). Interessante, con inizio dall’annata 2018, l’utilizzo di botte di precisione, metodo Nir di Garbellotto, che offre la possibilità di scegliere le caratteristiche delle doghe utilizzate.

La vendemmia 2015 coincide con la prima ufficiale del giovane Lorenzo. Oggi la produzione totale è di 35mila bottiglie. Potente l’export, principalmente negli Usa. Vale una quota dell’80%.

Una gamma di numeri uno
Rosso Montalcino 2017 (14%) frutto di un’annata calda e siccitosa che ha portato a una riduzione della produzione del 30%. Dodici mesi di invecchiamento in botte da 25 hl.  Prodotte 6.500 bottiglie (118 euro a scaffale). Piacevole dalle note di marasca, sbuffi di erbe officinali. Fragrante con tannino piacevole. Ha una bella personalità con caratteristiche importante. Uscita ritardata.

Brunello di Montalcino 2016 (14%). Uscirà in commercio a gennaio.  40 mesi in botte grande. Annata nel complesso buona. Prodotte 20mila bottiglie. Note di frutta (cassis), sottobosco, terra bagnata.  Un Brunello quasi da vecchia scuola.

Brunello di Montalcino 2015 (14,5%). Considerata un’annata ideale  per la zona. 20mila bottiglie prodotte, 36 mesi di botte grande da 50 hl..  Grande sorso di frutta scura con evidenti sentori di balsamicità. Si riconosce bene il vitigno. Elegante e finezza. Finale avvolgente.

Brunello di Montalcino Riserva 2015 (14,5%). Solo nelle annate eccezionali. In bottiglia da pochi mesi. 6,5mila bottiglie prodotte. Uscirà nel 2021. 40 mesi in affinamento in legno, botte grande e ultimo anno in botte da 25 hl. Complessità maggiore rispetto all’annata.

Brunello di Montalcino Rosildo 2015 (14,5%). Dedicato al fondatore dell’azienda, segna il passaggio generazionale con Lorenzo. Invecchiamento in botte piccola di rovere francese da 10 hl. In bottiglia da 17 mesi. Si tratta del vino simbolo della cantina. Le uve provengono da una selezione nella zona alta della Vigna della Creta, ultimo vigneto impiantato da Rosildo su matrice argillosa al 65%. 1000 bottiglie prodotte, packaging particolare, confezionato in cassetta singola di legno. Vino molto complesso, da petali di rosa appassita al fondo speziato . Finale avvolgente ed armonico.

Per informazioni: www.francopacenticanalicchio.it


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