L'amore per la birra vale un riconoscimento, Cesare Assolari "premiato" dal Belgio
Originario di Presezzo (Bg), Assolari ha fatto dell'arte belga della birra il centro della propria attività professionale e personale. Tanto da essere nominato Officier de l'Ordre de Leopold
Cesare Assolari è stato nominato “Officier de l'Ordre de Leopold” all'Ambasciata del Belgio presso la Santa Sede di Roma. La decorazione, che rappresenta il più alto dei tre ordini nazionali belgi, è destinato alle figure che, con il loro contributo culturale, hanno dato pregio al Regno del Belgio. Cesare Assolari è originario di Presezzo, in provincia di Bergamo. Dopo essersi diplomato all'Istituto Alberghiero di San Pellegrino, si è recato all'estero, prima in Francia a Parigi, dove per oltre due anni ha studiato e lavorato, per poi trasferirsi a Londra. Nel 1990 a Bergamo, in Città Alta, crea il “Papageno Pub”, con l’obiettivo di far conoscere le birre belghe, delle quali nel 2000 viene nominato ambasciatore in Italia.
I ringraziamenti di Cesare Assolari a chi gli ha fatto «scoprire la cultura dell'arte brassicola Belga»
La nomina di “Officier de l'Ordre de Leopold” è avvenuta alla presenza dell’ ambasciatore Patrick Renault. Cesare Assolari ha ringraziato tutte le autorità, i cavalieri Sossons d'Orvaulx, la famiglia, gli amici e tutte le persone che, in trent'anni di attività l’hanno aiutato «a scoprire e a conoscere la storia della cultura dell'arte brassicola Belga - le parole di Assolari - Sì, dico “arte”, perché non c'è Paese al mondo che non abbia dedicato anni di ricerche in questo campo con amore e vera professionalità. “Arte” spesso tramandata da padre in figlio orgogliosamente. La birra belga, non è una semplice birra, ma un alimento che rappresenta l'identità e la cultura di un intero Paese. Un regno, quello belga, che da decenni organizza il più bel festival della birra al mondo, in una storica piazza di Bruxelles: la Grand' Place, dove in pochi giorni migliaia di persone possono degustare le birre Belghe nei loro bicchieri originali in vetro, in tutta armonia e sicurezza, nel weekend de la biere».
«Ringrazio e ricordo con affetto il presidente e direttore generale della Confederazione dei Birrai Belgi, Michel Brichet e Jan de Brabanter; il Barone Fedrerick Van der Kelen; Pere Lode, abate del monastero di Orval, ora Vescovo di Gand; Frère Xavier, economo e priore dell'abbazia N.D. d'Orval, con il suo direttore Philippe Henroz; Michel e Philippe Moortgat; François de Harenne, della nobile casata De Herenne/Colin/Wauters; l'amico Charles Leclef; i monaci di Westvleteren, Westmalle, Rochefort, Tongerlo, Grimbergen, e Chimay. Ricordo infine l'Ambasciatore e amico John Cornet d’Elzius, che con grande entusiasmo ha provveduto a trasmettere gli atti della mia nomina a Bruxelles - ha aggiunto Assolari - I miei tre motti sono: l'unione fa la forza; una birra fatta con sapienza si beve con saggezza; fate sempre il bene attorno a voi con il cuore ed amicizia».
Dal 2017 la birra belga è Patrimonio dell'Unesco
Nel 2017 questa bevanda è entrata nel novero delle celebrità come Patrimonio dell’Umanità da parte dell'Unesco, per la sua diversità impareggiabile nell'arte brassicola mondiale. «In questo giorno, per me memorabile - ha aggiunto Assolari - desidero ricordare alcune delle birre tradizionali del Belgio, come le Lambic/Gueuze, prodotte con la fermentazione spontanea nella zona del Payottenland, insieme alle birre Kriek e Framboise. E le Oud Bruin, realizzate con il sistema della fermentazione mista nella zona fiamminga del Belgio. Le Ale sono invece prodotte con il sistema dell'alta fermentazione, ma rifermentate in bottiglia. Ma non dimentichiamo le birre dei monaci Trappisti, Cistercensi Norbertini/Promenstartensi e Benedettini».
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Alberto Lupini