Per la presentazione de “Les Créations de 2011” della Maison di Champagne Krug il palcoscenico è di quelli prestigiosi: ci troviamo a “Le Cattedrali by Laqua Collection” sulle colline intorno ad Asti, un hotel di charme 5 stelle Lusso dal gusto contemporaneo, impreziosito dal Ristorante “Cannavacciuolo - Le Cattedrali”, perfettamente integrato nella struttura.
Nell'occasione il presidente della Maison Manuel Reman ha escluso che nell'immediato futuro si possa prevedere uno Champagne Krug analcolico o con poco alcol, a dispetto delle ricerche che vedono i consumatori sempre più orientati verso queste tipologie di prodotto.
Champagne Krug, a “Le Cattedrali” di Cannavacciuolo due battesimi speciali
Circondati dal verde e dal silenzio, assistiamo al rito battesimale della confezione di preziosi champagne “Les Créations de 2011”, che contiene Krug 2011 e Krug Grande Cuvée 167ème Édition. Due bellissime espressioni della natura create in un’annata eccezionale, in omaggio al pensiero di Joseph Krug, il fondatore tedesco della storica Maison, che in ogni vendemmia vedeva un’occasione singola e irripetibile.
Il 2011 ha dunque dato vita ad uno Champagne di carattere, che abbina raffinatezza e potenza ad un lato spontaneo e vivace, frutto di un’annata divisa in due, con stagioni invertite e un brusco cambio al momento della fioritura.
Champagne Krug, sapori e sorprese di primavera
La primavera caldissima ha fatto partire uno sviluppo repentino della vite e la fioritura a metà maggio, con tre settimane d’anticipo. A seguire, piogge e temperature fresche, interrotte da un clima quasi desertico quattro giorni prima della vendemmia, e poi di nuovo piogge abbondanti. Niente di nuovo, per tradizione la Champagne-Ardenne è questo, con le sorprese meteorologiche a proporsi come croce e sfida per ogni incallito vigneron champenois.
Ne vien fuori un prodotto opulento ma anche fresco, che il Comitato di Degustazione della Maison ha voluto soprannominare “Rotondità vivace”. E d’altronde ogni annata ha la sua, di croce e pure di sfida, ogni volta diversa: nella 2004, ad esempio, dopo un avvio freddo della stagione di crescita, il bel tempo da metà settembre a inizio ottobre ha garantito abbondanza e piacevolezza, dopo gli estremi sfavorevoli e le basse rese del 2003.
Champagne Krug, ogni annata figlia di una storia unica
Laddove Krug 2004 racconta la storia vivace di un anno fresco: uno Champagne molto equilibrato che combina delicatezza e abbondanti note agrumate, di tutti i tipi. In proposito, il Comitato di Degustazione si è sbizzarrito con l’appellativo "Fraîcheur Lumineuse", ad evocare le sensazioni delle mattine estive nella Champagne.
E che dire allora del 2000, marcato da eventi estremi come caldo, pioggia, persino tempesta: un inverno mite è stato seguito da fortunali e grandinate all'inizio della stagione di crescita. La salvezza è arrivata grazie a una delle estati più calde da mezzo secolo, e di conseguenza a un raccolto abbondante con uve straordinariamente ricche, da cui si è spremuta la "Indulgenza Tempestosa" del Krug 2000.L’appellativo è inteso a sottolineare il caos climatico e il sospirato lieto fine, annunciato dal colore dorato caldo dello Champagne, dalle leggere note di torrone e pasticceria, ed infine dalla scorza di agrumi, ad arricchire un finale sontuoso e persistente.
Ma torniamo al 2011 e agli abbinamenti firmati da Antonino Cannavacciuolo nelle sue “Cattedrali” del gusto, tra le colline del Monferrato: il calice va ad accogliere una selezione dei diversi appezzamenti di Pinot Noir, in tutto quasi la metà (46%) dell’assemblaggio, a beneficio di struttura ed equilibrio. Gli appezzamenti di Chardonnay (37%), invece, più colpiti dai picchi di calore, infondono aromi di frutta succosa e matura, mente i Meunier (17%) donano freschezza ed eleganti note amarognole. Il profilo finale di Krug 2011 è il risultato di oltre 12 anni di permanenza nelle cantine, durante i quali ha acquistato espressività, armonia e raffinatezza.
Champagne Krug, parola al presidente Manuel Reman
Ed ora, andando a ritroso dalla pratica alla teoria, il presidente di Krug Manuel Reman è l’interlocutore giusto, per delineare uno scenario economico in cui i vini di prestigio sono i protagonisti di un mercato che resta comunque difficile, da interpretare e da affrontare.
Presidente, due battute sull’andamento delle vendite di Champagne a livello globale.
«Nelle diverse aree geografiche rileviamo o crescite molto forti o riduzioni molto forti. Prendiamo un mercato di grande importanza come gli Stati Uniti: nel periodo pre-Covid lo champagne aveva raggiunto l’apice, dopo il Covid la domanda è stata sostenuta dagli aiuti di stato. Terminati i finanziamenti, le vendite sono calate del 30%. Però c’è ancora una domanda molto forte in altri territori, come Medio Oriente e Sud-Est asiatico».
Strano, in genere il Sud-Est asiatico presenta dati in ribasso per il vino in generale…
«Certo, ma lo Champagna di alta fascia spesso è un settore a sé stante: e così posso confermare che Singapore, Hong-Kong, Malesia, Corea del Sud, Thailandia sono in netta ripresa, paesi che da poco si sono aperti alla cucina estera, abbinata in passato a bevande alcoliche molto forti. Ora sempre più spesso aprono ristoranti di cucina internazionale ed alta gastronomia, il terreno ideale per le nostre proposte. Quanto alla domanda, ci sono sempre più giovani che hanno vissuto all’estero e che ritornano in patria portandosi dietro la cultura del vino. Di solito queste persone sono benestanti ed avide di cose nuove: cercano il meglio da subito».
Ma allora siete in controtendenza, ne siete consapevoli?
«Non lo siamo se si considera la nostra peculiare fascia di mercato, la super prime. I nostri prodotti spesso costano più di 200 euro a pezzo, e quindi non siamo influenzati dalle tendenze generali. Non vale solo per noi, ovviamente: i miei amici che producono Barolo e Barbaresco, e quindi si collocano su livelli medi di prezzo inferiori ai nostri, mi raccontano di un Sud Est asiatico in crescita costante, e lo stesso posso dire dei miei amici della Borgogna: potrebbero vendere molto di più, ma non hanno produzione sufficiente».
Parliamo ora di Champagne e cambiamento climatico: quali sono le vostre attuali strategie?
«Ce n’è una globale e una locale: la prima si elabora nell’ambito del Comitato generale dei vini della regione Champagne, selezionando i vitigni più resistenti e le tecniche di trasformazione più avanzate. E lì che si delinea il futuro. Nella pratica quotidiana, invece, Krug lavora in modo parcellare, cioè appezzamento per appezzamento. Quando ad Agosto andiamo dai nostri viticultori per assaggiare l’uva, se ci rendiamo conto che quelle dell’appezzamento X sono troppo mature cerchiamo di privilegiare una zona in ritardo, e viceversa. E così, alla fine, la combinazione delle diverse parcelle è garanzia di qualità superiore».
Allargando ancora il discorso, si può prevedere se l’avanzata delle bevande poco alcoliche o analcoliche danneggerà il mercato dello Champagne? Vi costringerà a cambiare?
«Negare che ci possa essere un impatto vuol dire coprirsi gli occhi. Tutti i dati, persino le ricerche su Google, mostrano che aumenta in modo impressionante il numero di persone che cercano bevande meno alcoliche o analcoliche; ma le stesse ricerche ci dicono che sullo Champagne questa tendenza ha già un impatto. Non su Krug, per ora, ma magari è solo questione di tempo. Abbiamo riflettuto sul problema e ad oggi non esiste una tecnica che consenta di mantenere i nostri livelli di qualità diminuendo l’alcol in modo significativo; e, francamente, non c’è ancora una strategia globale che affronti questo problema specifico. Insomma nessuno si sogna, ça va sans dire, di progettare uno Champagne Krug meno alcolico o analcolico».
Per finire, andiamo sul personale: il presidente di Krug con che cosa preferisce abbinare il suo Champagne targato 2011?
«È di certo un grande aperitivo, ma non è là che si esprime al meglio: è ideale, invece, con un pesce di mare e una bella salsa di accompagnamento, ricca di note vanigliate, caffè, torrefazione. E pure con i frutti di mare fa un figurone».
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Alberto Lupini
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