“Italia in Rosa” fa centro Il rosé conquista i giovani
Tanti, tantissimi giovani fra i 20 e i 30 anni impegnati non “a bere”, ma a capire come nasce un vino di qualità e a carpire i segreti ai vignaiuoli. È il principale risultato ottenuto da “Italia in Rosa”
10 giugno 2019 | 10:42
di Renato Andreolassi
Tanti giovani a Italia in Rosa
L'entusiasmo in riva al lago di Garda - soprattutto fra le donne curiose, attente, con forte spirito critico - da parte delle nuove generazioni è pari all'impegno che ci stanno mettendo i 6 consorzi sparsi fra Lombardia, Veneto, Abruzzo, Puglia e Sicilia per far decollare l'Istituto del vino rosa autoctono, nato a Roma nel marzo scorso e che da sabato ha il primo presidente: Franco Cristoforetti. Merito anche del bresciano Alessandro Luzzago, grande sostenitore delle sue inespresse qualità. Adesso tocca alle 82 cantine presenti nel suggestivo castello di Moniga raccogliere la sfida e guardare al futuro (non sicuramente sognando la Francia, dove su 100 bottiglie di vino fermo consumate, 33 sono rosa, 48 rosse e 19 bianche) ma più realisticamente alle potenzialità che hanno le nostre terre - in particolare il Sud - dove il rosa riesce a collocarsi con grande dignità fra i grandi bianchi e i rossi.
Italia in Rosa è andato in scena nel weekend a Moniga del Garda
Come ha fatto la piccola cantina bresciana “Antica Corte ai Ronchi” di Bedizzole che ha vinto il trofeo Pompeo Molmenti, nella gara riservata ai chiaretti della scorsa vendemmia, partendo da un punteggio di 85/ 100. Un momento della cerimonia di premiazione del Trofeo Pompeo Molmenti
Un chiaretto, anzi, un rosa, che nasce nelle colline di Valtènesi destinate sempre più a caratterizzarsi per la produzione di questo vino. Cercando e ricercando qualità.
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Alberto Lupini