Investire in vini di pregio, un modello che cresce: +198%
Un bene rifugio dal valore intrinseco che si mantiene anche nei periodi di turbolenza economica e che dal 2005 ha registrato un'impennata. Oeno Group, leader internazionale del settore, punta sull’Italia
L’incontro si è svolto a Milano a Palazzo Mezzanotte, storica sede della Borsa Valori in piazza Affari. E non poteva essere diversamente visto il contesto, la presentazione di Oeno, Gruppo internazionale, casa madre a Londra, leader negli investimenti in vini pregiati. Una nuova frontiera per il mercato italiano.
Rendimenti blindati
Le strategie e le opportunità sono state illustrate da Gabriele Gorelli, Master of Wine e brand ambassador di Oeno Group, Mattia Tabacco, head of Buying and Rare wines, Federico Foscarin, senior portfolio manager. Tanto per mettere le cose in chiaro subito: Oeno gestisce investimenti per 50 milioni di dollari, con un rendimento medio annuo del 10,46% nell’ultimo triennio e al 12,4% nel 2020. Quando la pandemia ha colpito i mercati nel febbraio 2020 l’indice Standard & Poor’s 500 è crollato del 25%, mentre quello Liv-ex 1000, collegato alle performance del vino pregiato, è sceso solo del 4%, per poi rimbalzare.
Un occhio competente
«Si tratta di un modello nuovo – ha ricordato Gabriele Gorelli – Oeno Group rappresenta un occhio competente verso i mercati del futuro. Si punta sull’evoluzione dei fine wines nel corso del tempo. Il picco sensoriale e di valore vanno a coincidere». Un mercato in costante espansione, dove Oeno Group ricerca le bottiglie più pregiate, rare e difficili da ottenere, e studia su quali vini e cantine emergenti puntare scommettendo su un potenziale ancora da esprimere in termini di qualità e rendita, così da massimizzare gli investimenti e ampliare gli asset disponibili.
«È un settore che dà sicurezza – ha sottolineato Federico Foscarin – Il vino è decorrelato da qualsiasi sistema finanziario. E Oeno acquista solo su un circuito primario, alla fonte, dalle aziende produttrici o da distributori selezionati».
Attenzione ai falsi
«Nel nostro stock, una delle collezioni di vino più belle al mondo – puntualizza Mattia Tabacco - sono presenti solo bottiglie “immacolate”. Sul mercato mondiale circolano 500 milioni di dollari di vino falso. Inoltre non acquistiamo da aziende che utilizzano pesticidi e agenti chimici e chi non ha etica anche dal punto di vista del business per noi è fuori. I fine wines sono l’anello di congiunzione tra agricoltura e arte».
Collezionisti ancora timidi
Il prezzo medio del fine wine è cresciuto del 13% solo nella prima metà del 2021. Si rivela infatti un bene rifugio dal valore intrinseco che si mantiene anche nei periodi di turbolenza economica e che dal 2005 ha registrato una crescita del 198%. Se si considerano gli altri asset alternativi, ha ottenuto una crescita del 231% negli ultimi dieci anni, rispetto al 113% dell’arte e al 142% dei gioielli. Eppure tra i “collezionisti” il vino al momento ha fatto breccia solo per l’1%.
Italia: 16% del mercato
Oeno Group ha deciso di puntare sull’Italia, Paese che possiede il 16% del mercato vino globale, firmando un accordo di distribuzione esclusiva con i migliori produttori di Piemonte e Campania, oltre che con realtà innovative presenti sul territorio dell’Etna. Fino a tre anni fa i Supertuscans valevano l’85% del mercato del fine wine italiano e i piemontesi il 15%. Oggi i Supertuscans rappresentano il 55%, i piemontesi sono saliti al 35% e il restante 10% è appannaggio di Veneto, Umbria, Campania e Sicilia.
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Alberto Lupini