I vini di Orvieto alla prova (riuscita) dell’invecchiamento

A Orvieto diVino 2023 con tasting e masterclass, Riccardo Cotarella, presidente mondiale ed italiano degli enologi, ha messo in luce le potenzialità delle vecchie annate e il valore dei vini dolci

13 giugno 2023 | 13:07
di Guido Ricciarelli

Immane lo sforzo organizzativo profuso dal Consorzio Vino Orvieto per una giornata di celebrazione della Doc Orvieto e relativa sottozona Classico. Si comincia con la Masterclass “Viaggio nel tempo”. L’Orvieto Doc in 13 annate moderata dalla scrittrice, giornalista enologica statunitense, Kerin O’Keefe, e Riccardo Cotarella, uno dei più autorevoli enologi del panorama internazionale e presidente di Assoenologi. Scopriamo che non verranno svelati i nomi delle aziende né durante né a fine degustazione. Dei veri e propri assaggi in cieca che resteranno tali. Le etichette recano tutte l’effige del Duomo di Orvieto.

I vini di Orvieto alla prova dell’invecchiamento

Bisogna sfatare il mito dell’Orvieto noto solo come vino dei Papi e via via appannatosi come immagine nello scacchiere bianchista italiano. Percepito come vino semplice, gradevole da bere e ribere ma subito, nell’annata corrente, temendo che l’invecchiamento possa solo peggiorarlo. E invece scopri che non è così e l’apparente azzardo di Riccardo Cotarella si rivelerà vincente. Dal millesimo 2022 a scalare fino al 2010, che derivino da suoli argillosi, sabbiosi o alluvionali, tutti sono accomunati da una sorprendete dimostrazione di tenuta nel tempo con vini hanno dimostrato ora salinità, o calore, persistenza, avvolgenza, compostezza, succosità, bevibilità, piacevolezza, corpo, scatto, verticalità, freschezza, morbidezza gustativa.

E quando arrivi al più vecchio, il 2010, scopri che uve come Procanico e Grechetto, opportunamente gestite in vigna, possono ancora sprigionare, annata per annata, sentori tropicali, piuttosto che di melone invernale, cedro, fiori bianchi, erba medica, camomilla, cera d’api, anice stellato, fieno, pesca bianca, albicocca, nocciola, petrolio, pietra focaia, zafferano e mandorla, quella quasi sempre.

Tutti ci chiediamo quale azienda possa avere portato un Orvieto 2010 ad esprimersi oggi a questi livelli. Io mi butto e dico Barberani, ma le bocche resteranno cucite.

La dolcezza dei vini della Doc Orvieto

A seguire un’altra Masterclass: “I vini dolci della Doc Orvieto”, moderata dal giornalista Christian Eder e Riccardo Cotarella. Anche qui bottiglie anonime, etichetta Duomo di Orvieto e un solo Indizio. Quattro Vendemmie tardive (2021, 2017, 2012 e 2010), dove troviamo, ora note di zafferano, oppure, zenzero, crema al limone, scorza d’arancia, sciroppo d’acero, dattero, prugna secca, cioccolato bianco, uva sultanina. Un Muffa Nobile, 2019 per l’esattezza. Oro nel calice. Intenso ed esaltante l’olfatto nei sentori di frutta secca e miele che incorniciano agrumi canditi, vaniglia, pasticceria alle mandorle e botrite. Dolce il sorso, sinuoso, sapido e fresco. Che possa essere di Castello della Sala? Non lo sapremo mai.

Orvieto, allo studio nuove strategie per comunicare vino e territorio

Entrambe le degustazioni si sono tenute al San Giovenale. Banchi d’assaggio Walk Around aperti nel pomeriggio anche al pubblico nella Sala Expo del Palazzo del Popolo, con 20 aziende, dalla A di Antinori alla V di Vitalonga. A seguire il momento ufficiale, ovvero il Convegno Orvieto 2023: “Nuove strategie di marketing e comunicazione”, svoltosi nella Sala dei 400 del Palazzo del Popolo. Due ore dai contenuti importanti, con il dibattito moderato da Gianluca Semprini (che mi ha interpellato a sorpresa durante la prima Masterclass). Questo l’elenco dei relatori e il tema dei rispettivi contributi:

  • Denis Pantini - “Mercato e consumo dei vini bianche nel mondo, evoluzione, prospettive ed opportunità per l’Orvieto”
  • Vincenzo Russo - “Marketing del Vino, Neuroscienze e nostalgia, il potere evocativo del territorio e della storia di Orvieto sul cervello”
  • Heinz Beck da remoto - L’Orvieto tra le stelle, abbinamenti enogastronomici”
  • Massimo Marchino - “Enologi ed alcologi, prove di dialogo”
  • Donatella Cinelli Colombini – “Il turismo del vino, attualità e sfide per il futuro”
  • Attilio Scienza – La civiltà del vino di Orvieto tra mito e storia”
  • Riccardo Cotarella – “Evoluzione qualitativa dell’Orvieto dal Garavini ad oggi”.

Da rimarcare l’intervento del ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida. La Cerimonia della Mattonella in via Duomo e la Cena di Gala nella Domus del San Giovenale hanno suggellato un evento da ricordare.

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