I Maestri raccontano... Helmuth Köcher, il “WineHunter”
A tu per tu col fondatore del Merano WineFestival: «Ogni prodotto deve rispecchiare una storia e l’identità del territorio, integrato dall’innovazione che tiene conto di uno sviluppo nel futuro»
02 giugno 2021 | 11:30
di Fabio Di Pietro
Helmuth Köcher, patron di Merano WineFestival, Gourmet’s International e The WineHunter, col quale con 5-Hats stiamo organizzando Naturae et Purae (l’anteprima del trentennale della kermesse meranese), è in squadra e non possiamo non approfittare di questa occasione per acquisire dalla sua esperienza i consigli che vengono dal suo vissuto. Per questo ho scelto di ospitarlo nella mia rubrica, facendogli alcune domande.
Quali sono le motivazioni che la spingono a continuare ad essere un ricercatore di eccellenze, nella sua trentennale carriera?
Da quando nel 1987 ho scoperto le innumerevoli sfaccettature del mondo degli aromi e dei sapori, ogni giorno mi stimola e mi carica la continua ricerca delle eccellenze. È stato e lo è tutt’oggi un amore a prima vista nel vero senso della parola.
A suo giudizio quale elemento è da ricercare per mantenere l’equilibrio fra tradizione e innovazione?
Sicuramente in primis l’elemento territorio. Ogni prodotto deve rispecchiare una storia e l’identità del territorio, per poi essere integrato dall’innovazione che tiene conto di uno sviluppo nel futuro. In sintesi, deve darci la sicurezza e garanzia di un passato e la visione del futuro.
Quali sono i valori essenziali che il settore e la filiera hanno estremo bisogno di ritrovare dopo questo periodo di inattività?
Questo periodo sicuramente unico ci ha ridato il respiro e il feeling del tempo. Questo tempo ci ha fatto ricredere su tanti valori che non avevamo più considerato tali. Tra questi sicuramente la valorizzazione dei prodotti cosiddetti “km 0”. Ci ha fatto riscoprire anche tante peculiarità del nostro territorio. Ogni filiera dovrebbe essere comunicata nel contesto territoriale mettendo in risalto non solamente i pregi dei singoli prodotti ma anche i valori del territorio e soprattutto storia, tradizione e cultura.
Ha qualche aneddoto di questi anni (ricordiamo che quest’anno si festeggerà il 30° anniversario del MWF, in cui ha percepito l’evoluzione della manifestazione)?
Di aneddoti ce ne sarebbero tanti... In particolare, ricordo l’evento dell’anno 1999. Inizialmente, in quel momento non credevo più nel suo potenziale, poi invece è diventato la svolta e la base di una vera e propria evoluzione, un credo profondo nei valori della città di Merano, nella sua storia e nella convinzione che il Merano WineFestival sia un’istituzione nella promozione dell’alta qualità a 360°. Ricordo un anno, mi sembra nel 2007, quando a un tratto mi chiamarono diversi produttori avvisandomi che per lo stesso periodo del Merano WineFestival con la stessa denominazione “MWF” era programmato un altro evento con gli stessi contenuti. Avendo scoperto che Montecarlo voleva organizzare lo stesso evento mi sono messo sulle barricate e ho investito parecchia energia per mantenere inalterato il valore di Merano.
Il 18 giugno partirà il primo evento wine & beverage in presenza d’Italia, “Naturae et Purae”, come anteprima di Merano Wine Festival, che finalmente riporterà le persone a confrontarsi sul tema della sostenibilità attraverso il mondo del vino e non solo. Cosa si augura per questo evento?
Intanto mi auguro che sia un segno di rinascita vera, un messaggio a tutto il mercato nazionale ed internazionale. Il vino è un file rouge che unisce le persone, i popoli e le nazioni soprattutto in momenti difficili. È un comunicatore che con i valori di tutto un territorio riesce a dare ottimismo e serenità.
I fiori come cornice di un evento come questo si riallacciano benissimo al vino, quale messaggio vuole esprimere nell’identificare questa sua anteprima in un contesto come il Flower Festival?
Uno degli aspetti più importanti del vino è la sua espressione e la sua esplosione di aromi. Sentiamo la purezza della natura e una composizione come un’orchestra tra aromi floreali, speziati e fruttati. Il messaggio dei fiori è un messaggio di gioia e in combinazione con il vino diventa un messaggio di gioia condiviso.
Il mondo del food & beverage si sta evolvendo: possiamo quindi dire che la filiera e i suoi attori, come l’Horeca, il turismo e i produttori, si stanno identificando sotto un unico naming che è “territorio”?
Sono assolutamente d’accordo. Il territorio è il traino di cultura e di una storia fatta da tante generazioni che si esprime nel proprio Dna. Siamo noi stessi i veri ambasciatori del nostro territorio. Solo l’unione fa la forza!
Da ricercatore a ricercatore, vivo questa opportunità come un grande concentrato di tutti quelli che possono essere i valori da mettere in campo nella ripartenza: il mentoring per la sua capacità di attorniarsi di uno staff giovane e dinamico da far crescere, la vision e la volontà di mettersi in gioco andando a rivoluzionare gli schemi e la capacità di lavoro in team, che per una persona del suo livello non è scontata. Mi auguro anche io che l’evento sia il momento di rilancio effettivo di un settore, trainato dagli “uomini chiave” che hanno scelto per primi di tracciare la strada nuova.
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Alberto Lupini