Hans Terzer, la leggenda del vino altoatesino e le sue 50 vendemmie

Inserito dal Gambero Rosso tra i 10 più importanti winemaker del mondo, il kellermeister della Cantina San Michele Appiano ha festeggiato le nozze d'oro con l'ultimo gioiello: Appius 2018

10 novembre 2022 | 12:28

La prestigiosa rivista svizzera "Vinum" in occasione del 31° Merano WineFestival l'ha ribattezzato con una espressione che solitamente è riservata ai grandi personaggi dell'enologia mondiale: "La Leggenda del vino altoatesino". Stiamo parlando di Hans Terzer, che nei giorni scorsi in occasione della presentazione del suo ultimo gioiello, "Appius" 2018, ha festeggiato le 50 vendemmie di una carriera straordinaria: 2 anni a Laimburg, 2 da Tiefenbrunner, 46 come kellermeister della Cantina San Michele Appiano. E non sembri un sacrilegio l'accostamento ad alcuni mostri sacri: Giacomo Tachis, Ezio Rivella, Riccardo Cotarella, Emil Reynaud, Michel Rolland, André Tchelistcheff, Aubert de Villaine, Paul Pontallier, Richard Geoffroy.


Tra i dieci più importanti winemaker del mondo

Inserito dal Gambero Rosso tra i dieci più importanti winemaker del mondo, più volte premiato nel corso degli anni dalle guide più autorevoli, Hans Terzer ha conquistato con i vini della Cantina San Michele Appiano le vette più alte dell'Olimpo enologico mondiale all'insegna del motto: «La qualità non conosce compromessi». Alcuni esempi: la linea "Sanct Valentin", i "The Wine Collection", i vini del vento "Fallwind", le selezioni esclusive, le etichette da sogno.


L'ultimo gioiello, "Appius", è una di queste etichette da sogno. Per realizzarla Hans Terzer, alla continua ricerca della perfezione, ha atteso lunghi anni. «L'idea di Appius - confessa - me la portavo dentro da tanto tempo. Dovevo solo attendere il momento giusto per realizzarla. Durante le visite quasi quotidiane nei vigneti notai che tra i filari c'erano delle viti con pochi grappoli che ci regalavano delle uve eccellenti. Raccolsi questi grappoli con l'intento di creare un vino esclusivo che nessun altro prima aveva osato produrre a San Michele Appiano».


Appius, un vino da sogno: nove anni fa il battesimo con l'annata 2010

"Appius", il cui nome ricorda l'antica località romana, Appiano, ha visto la luce nove anni fa con l’annata 2010. Un battesimo felice con grande successo di pubblico e di critica. Sono poi seguite le annate 2011, 2012, 2013, 2014, 2015, 2016 e 2017. Con questo vino San Michele Appiano intende realizzare anno dopo anno un vino capace di rispecchiare il millesimo e di esprimere la creatività e la sensibilità del suo autore, il kellermeister Hans Terzer. Anche il design della bottiglia e la sua etichetta sono esclusivi. Lo scopo è di concepire una "wine collection" capace di appassionare gli amanti del vino di tutto il mondo.

 


Una cuvée intrigante: Chardonnay, Pinot Grigio, Pinot Bianco, Sauvignon Blanc

Una percentuale importante (52%) di Chardonnay, una presenza intrigante (20%) di Pinot Grigio, un refolo elegante (15%) di Pinot Bianco e un tocco suadente (12%) di Sauvignon Blanc. Miscelate bene et voila! Ecco a voi lo Chanel numero 5°. Pardon, l'Appius numero 9°, la cuvée di vini bianchi creata nove anni fa dal kellermeister della Cantina San Michele Appiano, Hans Terzer.


Frutto del meticoloso lavoro di selezione, in fase di raccolta delle uve e poi di assemblaggio, "Appius" rappresenta il meglio dell’annata 2018, climaticamente caratterizzata da un buon andamento e da un ciclo vegetativo leggermente anticipato. Un vino stilisticamente in linea con le edizioni precedenti, votato alla longevità. Un vino intrigante che conquista il palato dei wine lover al primo sorso.


Un vino che regala emozioni: elegante, armonico, suadente

La cuvée 2018 ammalia già dal colore: brillante, luminoso, giallo-verdognolo con riflessi che ricordano la malachite. Al naso l'impatto è straordinario con un'esplosione dapprima di frutta esotica matura (banana, melone, mango, riconducibile allo Chardonnay, e poi con una sequenza di frutta locale (pera Williams, pesca, mela Renetta, ribes bianco, uva spina) che palesa la presenza del Pinot Bianco e del Pinot Grigio. Piacevole la nota agrumata, riconducibile al pomelo e al cedro, che lascia spazio nel finale a sentori di miele di acacia e lavanda.
Al palato l'acidità, tratto essenziale e distintivo di Appius 2018, dona freschezza e bevibilità al vino, mentre la sapidità si sposa con una alcolicità non aggressiva. Il retrogusto rivela una nota di clorofilla rivelatrice del quarto vitigno della cuvée: il Sauvignon Blanc e gli aromi terziari del legno: cioccolata bianca e un po’ di vaniglia che si fondono con un fruttato di bacche di sambuco.

Appius 2018 racconta la mano e lo stile delle annate precedenti, con la ricerca puntigliosa da parte di Hans Terzer dell’armonia delle proporzioni. Un vino elegante, armonico, votato alla longevità.


Abbinamenti gastronomici: piatti di pesce e risotti ai frutti di mare

Per quanto riguarda gli abbinamenti, "Appius" è il vino ideale per accompagnare piatti di pesce succulenti come il rombo e la coda di rospo. Ma si sposa splendidamente anche con un risotto ai frutti di mare e con alcuni piatti che hanno per protagonisti i volatili oppure delle delicate pietanze a base di carni di vitello.

In occasione della presentazione dell'annata 2018 Herbert Hintner, lo storico chef stellato del Ristorante Zur Rose di Appiano ha studiato un menu particolare privilegiando il pesce, le verdure dell'orto e i prodotti del territorio.


Splendida l'etichetta di Appius 2018: una danza senza tempo

L’etichetta della nona edizione di Appius rappresenta il millesimo 2018 con un’armonica danza senza tempo tra i vitigni a bacca bianca più preziosi della Cantina di San Michele Appiano, che, unendosi nel calice, diventano oro da assaporare. L’immagine permette sempre una libera interpretazione, affinché ogni wine lover possa averne un'intima ispirazione. Come per le altre annate, anche questa nona edizione di Appius è limitata. Poche bottiglie, rare e preziose. In alto i calici. Prosit!

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Alberto Lupini


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