Grandi Langhe 2024 a Torino, vini e nuovi scenari nel rispetto del territorio

Molto affollata (tanti giovani e donne) la principale vetrina riservata agli spumanti piemontesi metodo classico (trecento le aziende presenti) negli stand della Sala Fucine alle Officine Grandi riparazioni a Torino

31 gennaio 2024 | 18:14
di Daniele Alessandrini

Langhe (not) for sale. Nel suggestivo spazio del Duomo delle Officine grandi riparazioni (Ogr) di Torino, il presidente del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, Matteo Ascheri, esordisce nel terzo talk Changes "L'identità e il valore della Comunità" con: «Non vogliamo tirar fuori soluzioni». Il 29 e 30 gennaio alle Ogr si è svolta l'edizione 2024 di Grandi Langhe, la principale vetrina per le trecento aziende presenti con le proprie bottiglie negli stand della Sala Fucine. Dopo la benedizione del monovitigno Nebbiolo da parte di Ascheri, Barolo e Barbaresco hanno fatto da padroni di casa. Ampia, affollata, piuttosto giovane e molto femminile la ribalta riservata alle bollicine d'Alta Langa, la Dogc nata nel 2011 (già Doc nel 2002) riservata agli spumanti metodo classico prodotti con uve Pinot Nero e/o Chardonnay (solo un 10% può riguardare altre uve piemontesi) in vigneti collinari di almeno 250 metri in 149 comuni delle province di Cuneo, Asti e Alessandria. Un osservatore attento può annotarlo come tendenza.

Langhe: la questione etica e la revisione dei disciplinari

Mantenere il legame con le proprie tradizioni e il proprio territorio sarà la sfida dei prossimi anni, dice Ascheri sapientemente stimolato dalla conduttrice Valeria Ciardiello. In una separata sede riservata ai giornalisti per intercessione della responsabile dell'ufficio stampa Changes, Chiara Fossati, il presidente conferma che non potrà ricandidarsi ad aprile al terzo mandato per guidare il Consorzio ma «se i nostri produttori richiedessero con forza un'eccezione alla regola, potrei fare una riflessione». Nell'associazione soffiano venti di cambiamento, a partire dalle consistenti proposte di revisione dei disciplinari di Barbaresco e Barolo. L'obiettivo dei vertici del sodalizio è chiaro e duplice: continuare a percorrere la strada dell'alta qualità dei vini e vincere la sfida lanciata dal mercato evolvendosi senza tradire cultura, principi e valori di Langa.

Cosa deciderà la base?
Non ce l'ho a prescindere coi potenziali acquirenti stranieri o coi grandi investitori esterni al territorio - aggiunge Ascheri definendosi irregolare, cioè “diverso” come i suoi conterranei - ma temo gli speculatori, soprattutto se estranei al mondo del vino. Uno squalo è sempre uno squalo anche se si dichiara innocuo - dice facendo riferimento ai fondi di investimento. È logico che chi spende tanto denaro voglia guadagnarne tanto. Noi decideremo in base a ciò che vorremo per il futuro. Quel che accade altrove non interessa, non si possono paragonare i diversi territori vitivinicoli italiani, né possiamo pensare a cosa fanno i francesi ad esempio.

Homo homini lupus. Per Ascheri, se i terreni rimarranno proprietà delle aziende locali, tutti i consorziati trarranno beneficio. Una stima di prezzo di quattro milioni all'ettaro rischia però di tagliar fuori dal novero dei potenziali compratori le famiglie autoctone, favorendo chi dispone di grandi capitali.

Langhe: imprenditorialità, turismo e tessuto sociale

La strada da percorrere è quella di fornire strumenti alle nuove generazioni affinché possano crescere imprenditori accanto a viticoltori e vinificatori? Ascheri chiosa dicendo di aver studiato economia e commercio non a caso. Un tema, quello dello sviluppo delle competenze imprenditoriali, che a Torino e in Piemonte si pone come centrale e andrebbe preso di petto per invertire la tendenza che negli ultimi lustri ha portato una regione dal potenziale straordinario al rischio del provincialismo.

Intervenuto in apertura del talk, il direttore dell'Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, Bruno Bertero, ha posto l'attenzione sull'evoluzione della presenza turistica e sull'età media sempre più alta dei residenti sul territorio. Tra dieci anni Langhe e dintorni saranno abitati solo da turisti in turnazione continua? Gli indigeni junior under 40, pur riconoscendo il valore della radicazione nella propria terra, comprendono il potenziale dei grandi investitori esterni e non li temono come affaristi o speculatori a differenza dei senior («Io sono tra questi ultimi» dice il sessantunenne Ascheri). Il dato emerge da un'indagine del Centro Ricerca Cerisvico dell'Università Cattolica del Sacro Cuore.

Langhe: to sell or not to sell, that is the question

Riprendendo la frase iniziale di questo articolo dopo aver vissuto i due giorni delle kermesse vinicola torinese, è sin troppo facile la correlazione col famoso proverbio della botte piena e la moglie ubriaca. Vendere scegliendo i compratori è un sogno o può essere realtà? Certo è che le Langhe e suoi dintorni sono simbolo dell'eccellenza del vino italiano nel mondo e i riflettori puntano sul territorio più che mai. Per le aziende vinicole locali si prospetta una stagione ricca di sfumature non solo aromatiche, non solo nei vini che verranno. Il futuro è adesso. Restate aggiornati.

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Alberto Lupini


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