Il giro d'italia dell'Oltrepò Pavese sbarca a Roma per promuovere i propri vini
Dopo Milano, Verona e Merano, il Consorzio ha scelto la Capitale per farsi conoscere e promuovere, in quella zona d'Italia con un affaccio sul mondo, le proprie produzioni vitivinicole
Dopo le edizioni 2021 di Milano Wine Week, Verona Vinitaly Special Edition e Merano Wine Festival, Il "Food & Wine Oltrepò Pavese", l'evento che promuove le eccellenze del territorio, con la presenza di circa 30 aziende, si è spostato a Roma, all'Hotel Parco dei Principi, per un evento dove il vino delle denominazioni ha incontrato le migliori produzioni agroalimentari.
Solo durante gli ultimi due mesi, nelle precedenti tappe del tour, sono stati offerti in degustazioni oltre 5mila calici di vino e fatte degustare eccellenze come salame d'oca, pane Miccone di Stradella, salame di Varzi e riso Carnaroli con cui gli chef preparato un profumato risotto autunnale alla zucca e alla castagna e caffè della torrefazione Mokasirs declinato anche in cioccolatini e liquori.
L'evento, aperto a ristoratori, albergatori, enoteche e opinion leader è stato organizzato nell'ambito di un progetto messo a punto dalla Camera di Commercio Pavia, dalla Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia, da Cia-Agricoltori Italiani Pavia, Confagricoltura, Coldiretti, Club del Buttafuoco Storico e Distretto del Vino di Qualità dell’Oltrepò Pavese.
Centinaio: Oltrepò, un territorio inespresso
Ospite d'eccezione il sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Gian Marco Centinaio, pavese, che ha apprezzato l'iniziativa di promozione di quest'area della provincia di Pavia a sud del fiume Po, ricca di interesse naturalistici e storici con un panorama collinare segnato da vigneti. «L'Oltrepò è un territorio ancora inespresso nel nostro Paese - ha detto il sottosegretario Centinaio - e soprattutto in Lombardia. Siamo la patria del Pinot Nero, ne siamo i maggiori produttori in Italia, ma la vicinanza con Milano ha fatto sì che si vivesse un pochino di rendita. Gustare un bicchiere dei nostri vini è la migliore promozione del territorio e nel momento in cui verrà meno il problema sanitario torneranno anche gli stranieri, oltre agli italiani che hanno tanta voglia di rilancio e di certezze. Noi cresciamo e continueremo a crescere grazie alla qualità dei prodotti che proponiamo: chiudiamo il 2021 con 50 miliardi di euro di export, un numero mai visto nella storia del nostro Paese. Una buona parte del Pnrr è destinato al settore enogastronomico e l'obiettivo di tutti - e soprattutto di noi della politica - è quello di saperli spendere bene perchè in passato in alcune regioni non abbiamo saputo farlo. Dobbiamo dimostrare all'Europa che siamo maturati, anche grazie a questa pandemia».
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Il patrimonio dell'Oltrepò
All’incrocio di 4 regioni, l’Oltrepò del vino vanta una grande biodiversità con quattro valli orientate secondo la direttrice Sud-Nord: Valle Staffora, Valle Coppa, Valle Scuropasso e Valle Versa. Gli ettari vitati sono 13mila con ben 7 denominazione e coprono il 60% della produzione lombarda. I vitigni più rappresentativi sono, oltre al Pinot Nero, Croatina, Barbera e Riesling, Uva Rara, Ughetta, Vespolina, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Cortese Bianco, Moscato, Malvasia e Müller-Thurgau. Le aziende associate al Consorzio sono circa 160. Visitatissima al Parco dei Principi la postazione del Buttafuoco Storico, la cui Doc nasce nel 2010 mentre in precedenza rientrava sotto quella generica dell'Oltrepò Pavese.
Il Buttafuoco Storico, ma non solo
«Il nostro Club conta 16 soci con 17 vigne storiche e 20 etichette - ci dice il direttore Armando Colombi - ma poi vengono realizzate anche cuvèe particolari. Questo vino nasce 200 anni fa, ne parlava Carlo Porta. Stava scomparendo e i nostri padri fondatori 25 anni fa hanno deciso di creare il Club che oggi è un consorzio a tutti gli effetti. Il nostro regolamento prevede un blend di Croatina al 50%, 25 Barbera e 25 tra Uva Rara e Ughetta di Canneto, affinamento in legno obbligatorio minimo di 12 mesi e 6 in bottiglia».
Presenti all'evento anche aziende agricole familiari condotte da giovani come la Calatroni di Montecalvo Versiggia che produce 100mila bottiglie di cui la metà con metodo classico. «Importante - ha detto Stefano Calatroni - far conoscere anche al pubblico romano la qualità dei vini della nostra macroarea. A garanzia del consumatore curiamo in nostri 20 ettari di vigneto in tutta la filiera: dalla vigna alla commercializzazione. Col metodo classico produciamo anche un rosato dal colore molto tenue ottenuto senza una vera macerazione ma portando le uve a temperature molto basse, pressandole e lasciandole sgrondare qualche ora».
Per Giovanni Merlino, Commissario straordinario della Camera di Commercio di Pavia il progetto di promozione delle eccellenze dell'Oltrepò Pavese prevede numerosi altri appuntamenti anche all'estero. «Tra il nostro patrimonio agroalimentare ci sono grandi prodotti, dal riso Carnaroli di 18 aziende che hanno stilato un disciplinare molto selettivo fino ai salumi, di Varzi e d'Oca, prodotti in totale da una quarantina di aziende artigianali. Tutto questo sa competere con la grande qualità dei nostri vini».
Per Carlo Varonese, direttore del Consorzio Tutela Vini, l'attività di promozione non si è mai fermata, attivando il massimo della promozione nei settori del business, della comunicazione, del marketing, del consumer e delle relazioni, attraverso i tre grandi eventi internazionali a Milano, Verona e Merano, diversi fra loro ma mirati alla ripartenza del settore vino. «Abbiamo attivato - ha detto - anche progetti di formazione di sviluppo, interagendo con le realtà locali e del territorio di Lombardia, gestendo un tour tecnico e di alto livello con la stampa estera di settore, attivandoci anche sui radar internazionali dell’enoturismo. Seguiamo inoltre tutte le strade che andavano ripercorse dopo la pandemia, con approfondimenti e attività negli States e in alcuni Paesi come Germania, Svizzera e Austria, per iniziare un progetto di diffusione più ampia e di internazionalizzazione del brand delle denominazioni d’Oltrepò Pavese. È un lavoro lungo e importante che può aprire nuovi mercati e migliorare quelli già aperti».
Anche la presidente del Consorzio Gilda Fugazza ha espresso soddisfazione per l'iniziativa di portare a Roma questa vetrina della migliore produzione territoriale. «Da questa città, capitale del Made in Italy - ha detto - può ripartire una vera ripresa, anche se impegnativa». La poliedricità dei prodotti dell’Oltrepò Pavese, sia nel beverage che nel food, è una carta da giocare per eccellenze che raccontano la tipicità del territorio: sono capaci di incontrare tutti i gusti di un consumatore che oggi è molto evoluto, attento, "biodiverso" e pronto a recepire novità di prodotti che hanno comunque una grande storia alle spalle e chiedono valore».
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Alberto Lupini