Giri di vite: Donnafugata e i suoi grandi cru 2018 in anteprima
L’anteprima ha riguardato soprattutto le annate 2018 dei cru della Contrada Marchesa e della Contrada Montelaguardia (Fragore), che saranno immessi sul mercato nei prossimi mesi
15 marzo 2021 | 16:02
di Giuseppe De Biasi
Il territorio dell’Etna alla ribalta
È risaputo che il territorio etneo, con i due genius loci Carricante per i bianchi e Nerello Mascalese per i rossi, sta conoscendo un periodo di grande fama internazionale, con punteggi che nelle guide internazionali competono ad armi pari con blasonati “premier cru”.
In anteprima le annate 2018
L’anteprima ha riguardato soprattutto le annate 2018 dei cru della Contrada Marchesa e della Contrada Montelaguardia (Fragore), che saranno immessi sul mercato nei prossimi mesi.
Frutto prezioso di una piccola parte dei 21 ettari complessivi, suddivisi in 6 diverse contrade e due comuni (Randazzo e Castiglione di Sicilia), acquisiti in questi anni dalla famiglia Rallo, tutti sul quel versante nord del vulcano che presenta precipitazioni decisamente inferiori rispetto agli altri.
Contrade che, causa il consolidarsi eterogeo delle sciare vulcaniche accumulatesi nei secoli, denotano caratteristiche morfologiche molto diverse anche all’interno dello stesso vigneto, producendo vini fortemente identitari.
Due operazioni in vigna per aumentare la qualità dei cru
In questa “unicità di diversità” Donnafugata ha operato in vigna due operazioni fondamentali per aumentare la qualità dei propri cru.
La prima aver riportato vigne nate in alberello etneo ma negli anni trasformate a spalliera, gradualmente al più consono alberello etneo, con una complessa operazione che richiede almeno un paio di vendemmie.
La seconda, la cosiddetta vigna perpetua, consiste nel sostituire le piante che man mano muoiono di vecchiaia (visto che nei due cru raggiungono l’età media di 70-80 anni) con una nuova barbatella che si impianta nonostante le altre radici e realizza un modello di sostenibilità ambientale e di caratterizzazione zonale.
Fragore 2018: equilibrio tra struttura e freschezza
Ma veniamo alla degustazione dei due alfieri etnei di Donnafugata, presenti in prima persona, come da stile Rallo, con Antonio e José.
Con Fragore 2018, primo cru della tenuta etnea e terzo millesimo di produzione, siamo di fronte a un Nerello Mascalese in purezza proveniente da 4 ettari di vigne di oltre 70 anni site in Contrada Montelaguardia a Randazzo poggiate su suoli frutto delle sciare dell’eruzione del 1614-24.
Fermentazione in acciaio con macerazione sulle bucce di 10-12 giorni poi affinamento di 14 mesi in barrique di secondo e terzo passaggio e almeno 12 mesi in bottiglia per esaltare al meglio il “frutto” del Nerello Mascalese.
Nel calice si presenta con quel caratteristico rosso rubino tenue (da Pinot Noir di razza per intenderci) e bouquet ampio e profondo di note di more selvatiche di sottobosco (il filo conduttore dei Nerello Mascalese del versante Nord), violetta, rosmarino e timo che si fondono a note speziate, balsamiche e minerali come la pietra focaia.
In bocca i tannini importanti e ben integrati mettono in luce il bilanciato rapporto fra struttura e freschezza Ottimo con piatti importanti a base di funghi, carni e selvaggina ma anche come calice da meditazione. Produzione totale: 3076 bottiglie e 51 magnum.
Contrada Marchesa 2018: grande equilibrio e persistenza
Con il secondo cru proposto in anteprima, il Contrada Marchesa 2018, ci spostiamo nel territorio di Castiglione di Sicilia in un vigneto di 2 ettari posto a 750 slm, in una zona soleggiata e ventilata, incastonata in un anfiteatro naturale di sciare “nude”, con poca vegetazione circostante.
Una area più fresca come temperature rispetto a Montelaguardia. Le vigne sono monumenti viventi di oltre 80 anni di età.
Anche in questo caso, come per Fragore, dopo un’attenta selezione degli acini si procede alla fermentazione in acciaio con macerazione sulle bucce di 10-12 giorni poi affinamento di 14 mesi in barrique di secondo e terzo passaggio e almeno 12 mesi in bottiglia prima di essere spedito in giro per il mondo.
Sotto il profilo degustativo si propone nel calice con un rosso rubino chiaro e luminoso. Al naso note fruttate di frutta rossa (lampone), prugna, arance sanguinella, viola, timo e nuance floreali. Al palato denota una grande densità con fine tessitura tannica che ne esalta l’innata eleganza. Grande equilibrio e lunga persistenza gustativa. Perfetto su piatti di carne ma anche su risotti e zuppe di legumi. Produzione totale: 5336 bottiglie e 208 magnum.
Originali etichette di Stefano Vitale
Meritano sempre una menzione, quando si tratta di Donnafugata, le originali e mediterranee etichette disegnate da Stefano Vitale. Per Fragore un’immagine magnetica, quasi futurista, in bilico fra movimento ed energia, con una spazialità che fa risultare il viso fiammeggiante della “Montagna”. Per Contrada La Marchesa una dea vulcano dall’aristocratico e fiero profilo adornata di gioielli, fiori e frutti con ai piedi il borgo medievale di Castiglione con le sue vigne.
A Pantelleria il Passito della Solidarietà
Chiudiamo spostandoci dal capo opposto della Sicilia, nell’assolta e splendida isola di Pantelleria, terra di viticoltura eroica (come sa bene la famiglia Rallo che lì produce il monumentale alfiere Ben Rye) per segnalarvi
una bella iniziativa di solidarietà del Consorzio Pantelleria Doc a favore della prossima generazione di viticultori panteschi.
Tutto nasce da un atto ignobile, dal furto di uva passa avvenuto nel settembre del 2018 ai danni della storica azienda di Marco De Bartoli.
Il frutto di un anno di lavoro (e che lavoro, trattandosi di Pantelleria) scomparso in una notte, insieme alla possibilità di produrre uno dei più quotati passiti panteschi.
Il presidente del Consorzio, Benedetto Renda, si fece immediatamente promotore di una colletta solidale di uva passa da parte di tutti i soci per permettere a De Bartoli di produrre il passito vendemmia 2018.
Da quel bel gesto è nato il “Passito della Solidarietà” che destinerà parte dei ricavi derivanti dalla vendita al finanziamento di borse di studio a sostegno di giovani panteschi che studieranno viticoltura ed enologia e che potranno diventare i protagonisti del ricambio generazionale nell’isola.
Zibibbo in purezza con raccolta manuale nella seconda settimana di agosto dei grappoli destinati all’appassimento. Uve che vengono aggiunte in macerazione per tre mesi al vino ottenuto dagli altri grappoli di Zibibbo, raccolti e vinificate ai primi di settembre.
Seguono sei mesi in botte e affinamento in acciaio per dare vita ad un passito dal bel colore giallo dorato dai profumi di frutta secca, cedro candito, albicocca disidratata e dattero, con cannella e cardamomo a far da sfondo.
In bocca è opulento, con sapidità che dialoga con la dolcezza in equilibrato duetto. Persistenza lunghissima da associare a pasticceria secca come ad una opportuna meditazione sull’encomiabile segnale di speranza e di mutuo soccorso rappresentate da queste 1000 bottiglie da 375 ml, firmate Marco De Bartoli e commercializzate da Tannico e Eataly.
Per informazioni: www.donnafugata.it
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