Gambellara, la terra della Garganega: un viaggio tra vini bianchi pregiati

Gambellara, cittadina del Vicentino, è famosa per la coltivazione della Garganega, un vitigno autoctono che dà origine ai vini Gambellara Doc, Recioto di Gambellara Docg e Vin Santo Gambellara Doc

16 luglio 2024 | 11:59
di Fosca Tortorelli

Gambellara, cittadina del vicentino in Veneto, coincide anche con il nome delle piccole denominazioni Doc Gambellara e Recioto di Gambellara Docg, che fanno dell'uva Garganega la sua principale regina. «Per raccontare Gambellara - come sottolinea Giovanni Ponchia, direttore del Consorzio tutela Vini di Gambellara - si parla di pochi concetti molto semplici, ossia di una varietà, di una forma di allevamento e nel 95% dei casi di un tipo di suolo; infatti, solo nella zona di Creari, si ritrova una minima presenza di calcare».

Alla scoperta delle uve Garganega

La sua zona di produzione, di matrice vulcanica, comprende in tutto o in parte i territori dei comuni di Gambellara, Montebello Vicentino, Montorso e Zermeghedo; in questa mappatura va distinta la zona classica da quella pianeggiante dove si fa solo il Gambellara Doc. Dominato dal complesso vulcanico del monte Calvarina e del monte San Marco, questo territorio è caratterizzato dalla forte presenza di basalto, roccia di colore nero che si è originata a seguito di una forte attività vulcanica sottomarina durante il periodo eocenico, circa 45 milioni di anni fa. Con il passare dei secoli la roccia si è in parte sgretolata, dando vita a quei terreni dove oggi vengono allevati i vigneti, situati tra i 50 e i 380 metri sul livello del mare, con pendii che variano dal 10% al 70%.

Affascinante vedere gli affioramenti basaltici che ne caratterizzano il paesaggio e lo rendono unico e impattante. Questa piccola realtà ha una sfaccettatura molto interessante, che si esplicita nelle sue produzioni, che è stata individuata nel 2004 grazie alla collaborazione tra il Consorzio e l'Università di Padova, e ha portato alla suddivisione del territorio di produzione dei vini della Doc Gambellara in sei sottozone, ognuna caratterizzata da condizioni pedoclimatiche e quindi prodotti finali differenti: Selva, Creari, Taibane, Faldeo, Monti di Mezzo, San Marco.

Il Consorzio tutela vini Gambellara

Un'area tutelata e promossa dal Consorzio Tutela Vini Gambellara, nato nel 1972, che riunisce i viticoltori della zona del Gambellara, con una percentuale di rappresentatività di circa il 90% della produzione a denominazione. Oggi la realtà consortile può contare su circa 180 viticoltori e 230 ettari di terreno vitato a Doc e Docg nei comuni interessati dalla denominazione. Una produzione che vede in base ai dati del 2023, circa 420mila bottiglie di Gambellara Doc e Gambellara Classico Doc e circa 77mila bottiglie di Recioto Docg nelle versioni spumante e fermo, mentre si è molto ridotta invece la produzione di Vin Santo Doc, attualmente limitata a produttori che hanno imbottigliato sempre nel corso del 2023, circa 1.500 bottiglie da 375 ml.

Il Recioto di Gambellara Docg e il Vin Santo Gambellara Doc

Alla Doc Gambellara, si affiancano altre due denominazioni di tutela che caratterizzano questo piccolo areale e che rientrano nella sfera dei vini dolci: il Recioto di Gambellara Docg e il Vin Santo Gambellara Doc. Il primo ha ottenuto la Docg nel 2008, riconoscimento raggiunto grazie ai notevoli miglioramenti attuati nell'ultimo decennio dai produttori nel sistema di allevamento dei vigneti, nella selezione delle uve, nell'appassimento e nella vinificazione.

Mentre il Vin Santo Gambellara Doc risulta un prodotto davvero peculiare che, come per il Recioto, segue ancora l'antica tecnica di appassimento nella tradizionale forma dei “picai” (nome che deriva dal dialetto veneto “Picà via”, che significa appesi). Questa antica metodica di appassimento dell'uva – come racconta Nicola Dal Maso, produttore dell'azienda Dal Maso: «veniva tradizionalmente usata per produrre vini dolci e consiste nel legare ad uno ad uno i grappoli della migliore Garganega, spargola e dorata, con uno spago e appendere questa cascata di chicchi d'uva ai soffitti dei locali ben areati, in modo da garantire una disidratazione dell'uva costante».

La storia del vitigno Garganega

La qualità dei vini è in costante crescita non solo grazie all'entusiasmo e all'impegno di produttori, vinificatori e imbottigliatori che si impegnano giorno per giorno alla caratterizzazione, alla valorizzazione dei vini del territorio, ma soprattutto grazie alla Garganega, una varietà particolarmente duttile dal punto di vista enologico, che fa parte della famiglia dei Trebbiani. La prima testimonianza storica relativa a questo vitigno risale al 1200, precisamente nel trattato di Pietro de' Crescenzi nel quale si parla di Garganica e in vari testi storici dove si considera quest'uva come l'ideale per la produzione dei vini dolci passiti Retici. Del resto per questo va evidenziata la tradizionale forma di allevamento a pergola, che caratterizza ancora oggi molti vigneti, introdotta dagli Etruschi e poi diffusa in gran parte dell'Italia nord-orientale. Il suo sviluppo biologico è molto lungo, tanto da giungere a maturazione in ottobre, e la buccia è dura e di un giallo intenso, tendente all'aranciato e al rosa quando è pronta.

Come si esprime il vitigno Garganega in Gambellara

Interessante l'espressività che mostra qui, nel territorio del Gambellara, che tende ad acquisire una sapidità più marcata, soprattutto non giovanissima e una struttura gustativa quasi tannica, che dà vita a vini bianchi dal sapore deciso e dal gusto persistente. I principali composti aromatici presenti richiamano la mandorla, la frutta matura, i fiori bianchi e i fiori d'acacia; una varietà che non possiede una aromaticità spiccata ma che si distingue al palato per il suo equilibrio tra zuccheri e acidità.

Il Recioto di Gambellara Docg

Riguardo il Recioto di Gambellara Docg, il suo nome è da attribuire probabilmente all'utilizzo, per la produzione di questo vino, solo delle “recie” del grappolo, termine veneto utilizzato per indicare le orecchie, ovvero la parte più alta del grappolo, quella meglio esposta. Nelle sue versioni tradizionale e spumante, questo prodotto nasce da un'accurata selezione dei grappoli più sani di Garganega, raccolti leggermente in anticipo rispetto alla vendemmia delle uve per il Gambellara Doc. I grappoli così selezionati vengono fatti appassire appesi ai “picai” dove restano per circa tre/quattro mesi per essere poi delicatamente pigiati. Il mosto fiore che si ricava fermenterà fino alla primavera successiva, diventando un vino dolce dal colore brillante, giallo dorato chiaro, con note olfattive intense e fruttate e un sapore vellutato, con una caratteristica nota di mandorla e albicocca.

L'assaggio dei vini di Gambellara

Una panoramica interessante dei vini assaggiati, che dimostra la versatilità della Garganega, sorprendente soprattutto con il passare del tempo, come dimostrato dalla mini-verticale del Gambellara Classico Doc dell'azienda Cavazza, espressione della sottozona “Creari” caratterizzato dal suolo calcareo, lavorato con contatto pellicolare del mosto sulle bucce per circa 12 ore e una permanenza per circa 6 mesi sulle proprie fecce fini e commercializzato solo dopo 18 mesi dalla vendemmia. Il 2020 risulta di grande complessità, caratterizzato da una polposità del frutto, reso agile dalle note fresche di agrumi gialli, dal lime al pompelmo, intenso e coinvolgente al sorso; spettacolare il 2012, dalle intriganti note floreali e di pietra focaia, complesso e pieno, ficcante, con una spina acida molto dritta e profonda. Decisamente stimolante la versione spumantizzata, sia del Gambellara Doc, che del Recioto di Gambellara Docg, quest'ultimo nelle versioni sia secca che dolce. Tra i vini in assaggio meritevole di nota il Metodo Classico Gambellara Spumante Doc Emilio. extra brut dell'azienda Marchetto, un 100% garganega, che risulta sapido, tagliente, vulcanico e dal carattere deciso.

In anteprima il Metodo Classico Gambellara Spumante Doc 2021 dell'azienda Tenuta Maule, realtà sperimentale e innovativa che porta avanti anche diverse varietà Piwi; non da ultimo lo Spumante Gambellara Doc Brut di Sordato - una realtà familiare situata sulle colline di Selva di Montebello Vicentino – il risultato è un vino scorrevole, di grande freschezza e bevibilità. Altrettanto meritevoli di menzione il Recioto Di Gambellara Spumante Dolce Docg di Dal Maso, realtà dalla lunga storia familiare che attraversa 4 generazioni e arriva sino ad oggi, con Nicola, Silvia ed Anna che conducono l'azienda con passione ed impegno. Davvero singolare anche il suo Classico Gambellara Vin Santo Doc 2007, prodotto ancora con l'antica tecnica dei “picai”, perfetto sulla torta “Putana”, dolce tipico della tradizione contadina vicentina, preparato con pane raffermo, uova, mele, zucchero, latte, burro e naturalmente uva garganega. Un piccolo territorio che attraverso i suoi vini diventa racconto espressivo di questa terra vulcanica.

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Alberto Lupini


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