Frescobaldi all'Ue: «Consumi moderati? Si bevono più birra e spirits che vino»
Eppure il settore dà occupazione a quasi 900 mila persone in circa 530 mila aziende, per un fatturato complessivo di circa 30 miliardi di euro. L'appello del presidente Uiv: «L'Ue riconosca il ruolo dei produttori»
«Secondo l'Oms il vino rappresenta oggi solo l'11,7% dell'alcol complessivamente consumato nel mondo, il 44,8% è imputabile agli spirits e il 34,3% alla birra». Così il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi, intervenuto oggi a Bruxelles al convegno Consumo moderato di vino e dieta mediterranea, organizzato da Ice Agenzia in collaborazione con Uiv. «In Ue, il consumo è in calo dal 2008 e ha registrato una contrazione complessiva del 24% tra il 2010 e il 2020. Si tratta di un modello di consumo intrinsecamente moderato, in particolar modo in Italia, che si riflette in una partecipazione attiva di tutto il comparto alla promozione del bere responsabile. Il vino italiano - ha proseguito Frescobaldi - è e vuole essere riconosciuto come un ambasciatore del patrimonio dell'Unione Europea, un asset in termini di biodiversità, tutela del paesaggio, tradizione, storia, artigianato, lifestyle e, certamente non da ultimo, economici».
Frescobaldi (Uiv): «Insieme all'Ue per il consumo moderato di vino»
«Considerando sia la filiera diretta che correlata - ha ricordato il presidente richiamando l'analisi presentata a Vinitaly 2023 dall'Osservatorio Uiv-Vinitaly e Prometeia - il vino made in Italy dà infatti occupazione a quasi 900 mila persone in circa 530 mila aziende, per un fatturato complessivo che nel 2022 ha superato i 30 miliardi di euro. Un indotto a “regia manifatturiera” e ad altissima propensione per l'export che rappresenta una leva fondamentale per la sopravvivenza di alcuni territori».
«Vogliamo lavorare assieme alle istituzioni europee non solo per migliorare l'educazione al consumo moderato di vino - ha concluso Frescobaldi - ma anche per trasferire a livello legislativo l'attenzione alla trasparenza e alla tutela dei nostri prodotti che da sempre caratterizzano il nostro comparto: ci troveranno preparati e pronti a sostenere l'evoluzione e il cambiamento, purché fondati sui presupposti di qualità e sostenibilità che valorizzano il nostro lavoro e i nostri territori». Il convegno, a cui sono intervenuti anche il presidente del Ceev, Mauricio Gonzalez Gordon, Stefano Verrecchia, rappresentante permanente aggiunto dell'Italia all'Unione europea, e gli europarlamentari Paolo De Castro e Herbert Dorfmann, ha visto i contributi scientifici del prof. Ursula Fradera, del prof. Ramon Estruch e del prof. Attilio Giacosa, membro del comitato scientifico di Irvas, Istituto Ricerca su Vino, Alimentazione e Salute.
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Alberto Lupini
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