Export, per vino e spirits un 2022 da record: 9,7 miliardi di euro

È Federvini a tracciare il bilancio dell'anno che si avvia alla conclusione. Per il vino italiano +12% sulle esportazioni. Torna finalmente a crescere il fuori casa, male la grande distribuzione

02 dicembre 2022 | 19:02

Il 2022 è stato per l'agroalimentare italiano un anno da record. Entro la fine dell'anno potrebbero essere superati i 59 miliardi di euro (+16% rispetto al 2021) e in questo contesto il vino e gli spirits, ma anche l'aceto, giocano una parte importante. È quanto raccontano i dati dell'Osservatorio Federvini, curato da Nomisma e Tradelab. 

Vino e spirits, un 2022 da record per le esportazioni 

Per il vino si prevede il record di 8 miliardi di euro (+12% rispetto all’anno precedente), così come per gli spirits (1,7 miliardi di euro). Buono anche il risultato per gli aceti, in particolare balsamici, che vedono chiudere l’anno con una crescita delle esportazioni (a valore) del 15%. Ma cosa ha contribuito a questa crescita? Sicuramente l'andamento del cambio euro-dollaro che ha permesso di compensare gli aumenti dei costi di produzione e recuperare competitività sui mercati legati al dollaro come USA e Canada, ma anche la ripresa del turismo a livello globale, che ha dato impulso ai consumi di vini e spiriti nel canale Horeca. In Italia, a fine agosto, gli arrivi dei turisti internazionali hanno superato i 35 milioni (+125% rispetto allo stesso periodo del 2021). Infine, la diversificazione dei mercati, come strategia adottata da molte aziende che guardano ai paesi emergenti come Thailandia e Vietnam, dove nei primi 8 mesi del 2022 il valore dell’export del vino è cresciuto rispettivamente del 158% e del 82%.

Dieci anni fa, i mercati dell’Unione Europea pesavano per circa il 57% sul valore dell’export, dopo la Brexit nel 2021, si è arrivati al 39%. Questo scenario ha determinato un diverso approccio ai mercati di destinazione e ha sollecitato un allargamento degli spazi commerciali da presidiare verso nuove realtà emergenti: ad esempio oggi l’Asia pesa per il 7% sull’export complessivo di vino italiano.

Il mercato degli Spirits ha mantenuto salda la leadership nel mercato statunitense dove registra un aumento a valore del +23%, tuttavia la dipendenza dai primi 5 mercati è diminuita nel corso del tempo: se nel 2011 la concentrazione dell’export per la categoria nei top mercati di sbocco era pari al 65,8%, dieci anni dopo è diminuita al 58,3% per calare ancora al 53,7% nel 2022.

 

La ripresa del fuori casa dopo la pandemia 

Numeri positivi, e non potrebbe essere altrimenti, arrivano dal fuori casa, in fase di ripresa dopo il periodo buio della pandemia. Si registra infatti un +38% nei consumi di vino e spirits, che genera 1,1 miliardi di consumazioni, che potrebbero arrivare a 1,5 entro la fine dell'anno. Le performance migliori appartengono ai canali di consumo serali, che nel 2021 più di altri avevano sofferto le chiusure dovute alla pandemia. Tra queste spiccano le categorie come gli spiriti lisci +152% e i cocktail alcolici +40%. Altrettanto positivi ma leggermente inferiori, sono invece le categorie che trovano il loro sbocco principale nella ristorazione, un canale che aveva già mostrato recuperi importanti da maggio 2021. In particolare si segnala +34% per gli amari e dopo pasto, +30% per il vino e +31% per le bollicine.

Da parte degli operatori del settore c’è grande aspettativa per il mese di dicembre, durante il quale gli Italiani torneranno alla convivialità in virtù delle festività natalizie e di fine anno. Questo lascia ipotizzare, malgrado il difficile contesto macroeconomico, che il mercato del fuori casa possa chiudere il 2022 raggiungendo i 90 miliardi di euro (+38% verso 2021; +6% verso 2019).

La crisi nella grande distribuzione 

Nello scenario attuale, la grande distribuzione sembra risentire maggiori difficoltà. L’inflazione, mai così alta dagli anni ‘80, ha spinto i consumatori a cambiare le proprie abitudini di spesa adottando strategie volte al risparmio. Nel periodo gennaio-settembre 2022, ci sono stati leggeri segnali di ripresa rispetto al 2021 ma le vendite restano ancora con il segno meno.

Le vendite del vino in Gdo registrano nei primi 9 mesi del 2022 una flessione pari a -3,5%. I vini fermi e i frizzanti rappresentano quasi l’80% delle vendite sul totale delle vendite a valore nella Gdo. Seppur meno del vino, il trend in rallentamento interessa anche le vendite in Gdo di spirits. Nei primi 9 mesi del 2022 gli spiriti fanno registrare un -1,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Distillati e acquaviti raggiungono circa il 45% delle vendite sul totale a valore. Nello stesso periodo anche gli aceti fanno registrare un lieve calo rispetto al 2021 pari a meno 1,4%, mentre la categoria dell’aceto balsamico prosegue la sua crescita in termini di vendita per valori con un più 1,6%.

Il Natale è alle porte: grandi aspettative 

Lo scenario, pur con sviluppi positivi, resta senza dubbio complesso. Alle porte però ci sono le festività, con le aspettative che restano molto alte. Il vino emerge ancora come uno dei prodotti più regalati ad amici e parenti (circa il 36% degli italiani). Anche per il Natale 2022 sulle tavole non mancherà lo spumante, ritenuto immancabile per il 45% degli intervistati, con il Prosecco a farla da padrone soprattutto tra i consumatori più giovani (gen Z e Millennials), seguito dai rossi del Sud come Primitivo di Manduria e Montepulciano d’Abruzzo (18%) e dai bianchi dell’Alto Adige (8%), quest’ultimi preferiti soprattutto dai baby boomers.

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Alberto Lupini


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