Eleva festeggia 3 anni di Cercastelle, blend che racconta ricerca e territorio

Un blend tra Merlot e Oseleta nato da 9 anni di ricerca e arrivato alla terza annata in commercio: il "Cercastelle" di Eleva si distingue per freschezza, versatilità e abbinamenti originali

13 dicembre 2024 | 09:30

L’Igt Veronese Cercastelle compie tre anni. Nel 2014 Davide Gaeta, docente di economia presso l’Università di Verona e produttore di vino in Valpolicella, insieme alla socia Raffaella Veroli, avviava il progetto di un nuovo vino. L’obiettivo era creare un prodotto che valorizzasse varietà d’uva meno utilizzate, mantenendo al contempo un’identità capace di attrarre il consumatore. È nato così, 9 anni dopo, Cercastelle, un Igt Veronese frutto dell’unione tra il Merlot, uva internazionale, e l’Oseleta, varietà autoctona della zona. Il vino, prodotto dall’azienda Eleva di Sant’Ambrogio di Valpolicella (Vr) è stato presentato in una insolita verticale.

Cercastelle, come nasce

Il Merlot, coltivato su terrazze esposte, offre un vino aromatico e fruttato, ma con struttura moderata, mentre l’Oseleta, meno generosa in termini produttivi, apporta tannini robusti e complessità. «Avevamo – ha ricordato il prof. Gaeta - una vigna di Merlot in una delle nostre terrazze, un’uva che alle nostre latitudini da’ un vino con caratteristiche olfattive molto interessanti, ma anche con la tendenza ad avere poca struttura. Per questo dovevamo trovargli un partner che gli desse un po’ di sostegno. Ci sono voluti ben 9 anni per trovare nell’Oseleta la varietà più adatta al nostro scopo».

Che vino è Cercastelle

Il Cercastelle si distingue per un profilo fresco e fruttato, arricchito da note speziate dolci. La gradazione alcolica contenuta, sotto i 14 gradi, lo rende adatto anche a combinazioni gastronomiche meno tradizionali. L’annata 2020, più leggera, si abbina facilmente a carni bianche e pesci, mentre il Cercastelle 2021, atteso sul mercato nel gennaio 2025, mostra maggiore intensità e tannini ben integrati, ideale per piatti più ricchi come carni alla brace e formaggi stagionati. «Un vino come questo, così fresco e con tannini così ben integrati, chiede cibi grassi e untuosità, come possono venire da carni alla brace o formaggi stagionati» ha commentato il sommelier Paolo Bortolazzi, vicepresidente dell’AIS Veneto.

Anche l’annata 2022, di cui è stato assaggiato un campione a botte, promette bene. Nonostante le difficoltà climatiche, il terreno calcareo-argilloso ha permesso una corretta idratazione delle viti, garantendo un prodotto equilibrato. Questo vino, disponibile in futuro, potrà essere consumato subito o lasciato affinare, mantenendo caratteristiche di grande piacevolezza.

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Alberto Lupini


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