Dopo la crisi, il fallimento: Terre Cortesi Moncaro in liquidazione

Terre Cortesi Moncaro, simbolo della viticoltura marchigiana e una tra le più grandi cooperative del vino d'Italia, è stata dichiarata in liquidazione giudiziale dal Tribunale di Ancona

28 ottobre 2024 | 11:35

La chiusura della storica cooperativa vinicola Terre Cortesi Moncaro, dichiarata in liquidazione dal Tribunale di Ancona, rappresenta un duro colpo per la viticoltura delle Marche e il comparto cooperativo regionale. Questo epilogo segue mesi di crisi, cambiamenti gestionali e debiti crescenti che hanno segnato la fine di un'azienda conosciuta per il suo contributo alla valorizzazione del territorio marchigiano e la sua capacità di competere sui mercati esteri.

Moncaro, una crisi irreversibile

Fondata come cooperativa per promuovere la viticoltura regionale, Moncaro era il principale punto di riferimento per i viticoltori locali, con oltre 615 soci e una presenza nei distretti vinicoli chiave delle Marche, tra cui Castelli di Jesi, Conero e Piceno. La cooperativa, che vantava 1.200 ettari di vigneti e un fatturato annuo di oltre 30 milioni di euro, ha sempre rappresentato una realtà di prestigio. A far traboccare il vaso la questione dell'acquisizione della Cantina abruzzese Villamedoro, valutata oltre 8 milioni di euro e mai finalizzata.

La crisi, che ha visto un culmine con la destituzione dello storico presidente Doriano Marchetti e la successiva emersione di gravi difficoltà finanziarie, ha portato a un'accesa fase di scontri tra la vecchia e la nuova dirigenza, evidenziando problematiche gestionali e irregolarità contabili storiche. A lui era subentrato la precedente vice, Donatella Manetti, anch'essa in consiglio da almeno un decennio. Nel tempo, Moncaro si è ritrovata con oltre 38 milioni di debiti, compromettendo ogni possibile tentativo di salvataggio. 

Moncaro, non è bastato il “super-commissario”

Nel tentativo di risolvere la situazione, il tribunale ha nominato un commissario per cercare di mantenere operativa l'azienda, Marcello Pollio, considerato una figura di spicco nel campo delle ristrutturazioni aziendali. L'obiettivo era quello di riportare in equilibrio un'azienda che, da eccellenza vinicola italiana, si era ritrovata in pochi mesi in condizioni di estrema difficoltà. L'obiettivo era quello di ripristinare le attività produttive, rimettere in moto la cooperativa e garantire il supporto all'intera economia agricola regionale, pesantemente dipendente dall'indotto di Moncaro.

Tuttavia, le speranze di un rilancio sono state messe a dura prova dall'ulteriore dimissione di Federica Morricone, membro del Consiglio di Amministrazione. La decisione di Morricone - titolare della cantina Villamedoro causa di molte delle vicissitudini di Moncaro - è stata percepita come un ulteriore segnale della crisi, confermando l'assenza di una strategia unitaria per risolvere le tensioni interne e mantenere la fiducia tra i soci e gli operatori coinvolti. 

Moncaro, cosa succede ora?

La liquidazione di Moncaro rappresenta un segnale importante per l'intero comparto vinicolo marchigiano e richiama l'attenzione su una necessaria evoluzione nei modelli di governance cooperativa e sull'importanza della sostenibilità gestionale. Al di là delle difficoltà specifiche di Moncaro, i vertici regionali devono interrogarsi su come promuovere un modello cooperativo più trasparente e stabile per garantire un futuro solido alle numerose cooperative vinicole della regione.

Il settore vinicolo marchigiano, pur essendo colpito da questa vicenda, continua a dimostrare la propria vitalità. Altre cooperative, come Belisario nel Verdicchio di Matelica e Colli Ripani e Castignano nel Piceno, mostrano una gestione più solida e trasparente, dimostrando che il modello cooperativo può funzionare se accompagnato da una strategia ben definita e da una governance capace di adattarsi alle sfide del mercato moderno.

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Alberto Lupini


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