Dal Grechetto al Sagrantino La nuova Umbria di Cantina Goretti

Una regione vitivinicola con territori diversi, ognuno con le proprie specificità, ma mai separati: da qui nascono vini tipici umbri, come lo spumante Alchemia o il Grechetto Doc di Cantina Goretti

30 giugno 2021 | 10:33
di Vincenzo D’Antonio

È l’efficacia di sintesi del suo payoff a dichiarare la mission di Cantina Goretti: vini tipici umbri. Connotare quel dolce vigneto (da secolari piante di ulivo contornato) che è l’Umbria, non tanto e non pedantemente per le sue zone, bensì, almeno inizialmente, nella sua fascinosa visione d’insieme. Un primo sguardo sinottico per poi introdursi nelle varie particolarità di territori che hanno specificità per suolo e morfologia ma che mai differiscono al punto tale da doverli considerare mondi separati. È l’Umbria stessa che è così. Si presenta in visione d’insieme e così attrae visitatori da tutto il mondo e poi, passo successivo, sa declinarsi nei suoi particolari, sempre permeata da alone di misticismo e suadente dolcezza.

Al governo dell’azienda le due sorelle Goretti: Giulia e Sara. Della Cantina Goretti, ubicata alle porte di Perugia, abbiamo degustato, sorprendentemente felici gli esiti, tre vini.



Grechetto Doc Colli Perugini, ideale come aperitivo al tramonto

Si comincia con il Grechetto Doc Colli Perugini 2020. Da sole uve Grechetto al 100% già intriga nell’appropriato calice, e posta la giusta temperatura di servizio mai inferiore ai 6°C (e mai superiore a 10°C!), il suo bel colore giallo paglierino brillante. Piacevole al naso per quanto delicato. Un buon equilibrio in bocca. Nel pensarlo in abbinamento, la prima idea è... con senza niente (!) a voler con facezia intendere che è davvero ideale come aperitivo all’orario dei nostri tramonti estivi. Di certo ottimo anche con le ostriche e con primi ai frutti di mare.



Montefalco Sagrantino: l'abbinamento classico è con carni rosse e formaggi stagionati

Si prosegue, in coerenza con la carrellata sul vigneto “Umbria” con il sontuoso Montefalco Sagrantino Docg 2016. Da sole uve Sagrantino al 100%, regala sorso di grande carattere. Il colore è rosso rubino intenso e scorgiamo nel calice anche bei riflessi violacei. Ha sua potente struttura, come è naturale che sia per questo indomito vitigno. Lodevole in bocca il giuoco di contrappunto dei tannini: decisi ed eleganti; gradevoli e prorompenti. Abbinamento classico, imperdibile, con carni rosse, salumi e formaggi stagionati.

Spumante Alchemia, un Brut Nature metodo Ancestrale

Una chicca, novità assoluta - e quindi tra i primi a degustarlo -, lo spumante Alchemia, un Brut Nature metodo Ancestrale, ottenuto da uve Grechetto. La raccolta delle uve avviene manualmente. La rifermentazione è naturale in bottiglia senza sboccatura. Il colore è giallo paglierino. Gradevole al naso il sentore di lievito e di frutti bianchi. Il perlage è fine e persistente. Intrigante al palato per quanto coesiste la sua perentoria freschezza in uno con una piacevole cremosità. Valore aggiunto di questo vino spumante la sua duttilità negli abbinamenti. Ovvio il ruolo di aperitivo, lo si vede molto bene in abbinamento con formaggi freschi, in particolare la Mozzarella di Bufala Campana Dop e probabilmente anche quella vaccina. Ottimo anche su antipasti di pesce.



La squadra di Cantina Goretti

Insomma, le sorelle Giulia e Sara (quarta generazione di Cantina Goretti), ciascheduna con deleghe distinte nella conduzione aziendale e ben salde in unità di intenti circa la strategia, stanno coerentemente perseguendo il disegno chiaro di tensione ad un miglioramento qualitativo dei loro vini, già impostato e sapientemente diretto dalla generazione precedente con Stefano Goretti e Gianluca Goretti, oggi alla conduzione delle cantine in cooperazione con le sorelle, oltre che mediante il costante impegno nei vigneti (gli agronomi sono Dario Ceccatelli e Stefano Dini) e in cantina (l’enologo è Emiliano Falsini) e al contempo di riallocazione di immagine del vigneto Umbria nel mondo.

Umbria "al centro" del Mediterraneo

Obiettivo ardimentoso ma quanto mai - in vista della ripresa dei flussi turistici dall’estero - opportuno. È in gioco la percezione dell’Umbria che non può partire dai particolarismi di particelle di territorio sebbene, ed è molto importante affermarlo, è poi doveroso che ad esse si pervenga. Appunto: è step 2, ma non può essere, al cospetto dei wine lovers nel mondo, il primo passo: svierebbe e genererebbe confusione.



In sintesi, il riposizionamento dell’immagine dell’Umbria dovrebbe rinascere da quella constatazione tanto semplice quanto efficace: l’Umbria è al centro dell’Appennino. L’Appennino è la Montagna del Mediterraneo. L’Umbria è al centro del Mediterraneo.


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Alberto Lupini


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