Il Critone di Librandi racconta la Calabria Prende nome dall'allievo di Socrate

30 agosto 2017 | 09:55
di Andrea Radic
La Calabria, un mondo di incomparabile bellezza, racchiuso fra due mari che virano dall’azzurro trasparente al blu profondo. Montagne che caratterizzano una regione a volte impervia ma sempre generosa anche dal punto di vista enologico. Quando i Greci colonizzarono questi territori li chiamarono Enotria che significa "terra ove si coltiva la vite e si produce il vino". Così fanno da quattro generazioni i Librandi, famiglia di Cirò, una delle aree più vocate alla vite, dove coltivano in 6 tenute, 232 ettari di vigneto oltre a 80 ettari di uliveto.



L'azienda è oggi condotta, nelle diverse responsabilità, da Raffaele, Paolo, Francesco, Teresa e Nicodemo Librandi. L'area vinicola di Cirò vanta pianure e colline a ridosso del mare e si frammenta in una grande varietà di sottozone, ognuna con il suo carattere e le sue peculiarità.

Poco più a sud, troviamo la foce del fiume Neto con il suo fascino da oasi faunistica. Il fiume nasce nel cuore della Sila e, dopo una corsa fra le gole si allarga nell'omonima valle, creando un ecosistema fra i più interessanti dal punto di vista ecologico e naturalistico: un luogo unico ed incontaminato. I vigneti Librandi della Val di Neto, siti tra lo Jonio e la Sila rispecchiano la generosità di questa terra in cui mare e montagna quasi si toccano generando una grande biodiversità.


Nicodemo Librandi

Il vino di cui parliamo è il Critone della Val di Neto Bianco Igt. Siamo nel comune di Strongoli (Kr). Prima proprietà acquisita fuori della zona del Cirò Doc, da questi vigneti, in origine dedicati esclusivamente ai vitigni internazionali, sono nati alcuni tra i vini che hanno di fatto profondamente caratterizzato l'azienda: il Critone, appunto, e poi il Gravello e il Terre Lontane.

Il Critone deve il suo nome all’allievo prediletto di Socrate, è un uvaggio di Chardonnay (90%) e Sauvignon Blanc (10%). Due vitigni perfettamente ambientati nelle tenute Rosaneti e Critone che concorrono alla produzione di questo vino fresco e sapido, ma al tempo stesso profondo e persistente, un carattere che rispecchia l'idea Librandi di bianco internazionale. Ogni anno, oltre alle uve di produzione, le Cantine Librandi si avvalgono di uve di qualità provenienti esclusivamente dalla zona Doc di Cirò.



Per incentivare questo forte legame con i conferitori selezionati, in un’ottica di crescita reciproca delle competenze e del livello qualitativo dei prodotti finali, nel 2008 è stata istituita l’associazione “I Vignaioli del Cirò” che ad oggi vanta 42 membri. La funzione primaria de “I Vignaioli del Cirò” è la condivisione degli scopi, delle conoscenze e delle strategie per raggiungere insieme gli obiettivi, il più importante dei quali è il miglioramento costante e progressivo della qualità della produzione enologica e di quella del territorio.

Per informazioni: www.librandi.it

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Alberto Lupini


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