Il mercato del vino italiano, per Nomisma, sta attraversando un periodo di sfide e adattamenti significativi, evidenziati da cambiamenti sostanziali e una serie di dati statistici. L'inflazione e la congiuntura economica avversa hanno generato una contrazione dei consumi di vino a livello globale, coinvolgendo anche l'Italia, con un impatto tangibile sui comportamenti di acquisto. L'aumento dei prezzi nel settore food e beverage, inclusa una crescita del 3,1% nel costo del vino nell'ultimo anno, ha comportato una perdita pro-capite di circa 6.700 euro dal 2021 al primo semestre del 2023. E ciò ha spinto il 75% degli italiani a implementare strategie di gestione, come la riduzione degli sprechi alimentari o l'incremento degli acquisti in promozione. Ma, nonostante questo, secondo una ricerca Vinarius, per Natale i numeri si prospettano buoni.
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Le cifre evidenziano una contrazione delle vendite di vino nella grande distribuzione organizzata (-3% a volume nei primi 9 mesi del 2023) e una crescita rallentata nel settore Horeca. Quest'ultimo ha risentito di minori flussi turistici e di una riduzione degli italiani che optano per pasti fuori casa. L'osservatorio Wine Monitor di Nomisma ha condotto un'indagine sui consumatori italiani, rivelando che nonostante l'aumento a valore delle vendite nel retail (65 miliardi di euro), si intravede una possibile attenuazione del calo volumetrico.
Come cambiano i comportamenti di acquisto e di consumo di vino
Analizzando le preferenze di consumo, emerge che i vini Igp/Dop e i bianchi mostrano una performance migliore in termini di valore nella Gdo, mentre i discount vedono una tendenza positiva per bianchi, vini da tavola e rosati (+1,8% per volumi e +7,8% a valore). Gli spumanti sono l'unica categoria in crescita anche a volume, guidata da prodotti con prezzi più convenienti. Tuttavia, la crisi economica ha impattato tutti i canali di consumo: il 76% dei consumatori italiani ha bevuto vino a casa propria o dai parenti, mentre solo il 24% lo ha fatto in locali o ristoranti.
Le prospettive per i prossimi sei mesi mostrano una stabilità nelle abitudini di consumo, con solo un 5% che prevede un aumento. Tuttavia, emergono differenze generazionali: gli under 25 si avvicinano al vino in modo diverso, bevendo meno, preferendo il consumo fuori casa e dimostrando un interesse crescente per la sostenibilità e i vini a basso contenuto alcolico. «Tali trend, in primis l'attenzione alla sostenibilità e l'interesse verso i vini a minor contenuto alcolico sono destinati a rafforzarsi nei prossimi anni - ha commentato Emanuele Di Faustino, responsabile industria, retail e servizi di Nomisma. In tale scenario diventa ancora più strategico per le imprese vitivinicole italiane - ma anche per gli attori della mondo della grande distribuzione - disporre di strumenti che li possano supportare nel definire al meglio le politiche commerciali, di offering e posizionamento».
Vino, i trend di consumo per il Natale 2023
Parallelamente, l'Associazione delle enoteche italiane, Vinarius, ha condotto un'analisi sui trend di consumo durante il periodo delle festività natalizie, rivelando che i vini rossi restano i favoriti dal consumatore con aumenti significativi delle vendite (dal 7 al 13% nel triennio). Tra i più gettonati il Barolo, l'Amarone e il Brunello. Si registra una crescita, rispetto agli ultimi tre anni, che si attesta intorno al 3,5%, anche per i vini bianchi fermi. Le varietà Chardonnay, Lugana, Gewurztraminer sono le maggiormente richieste. Per quel che concerne l'andamento dei vini da dessert nell'ultimo triennio, il trend continua a non far emergere nelle vendite questa categoria di prodotti per i quali le enoteche intervistate temono che non ci saranno grandi variazioni rispetto al trend del triennio (-20/25%). Moscato d'Asti Docg, Moscato in generale e vini passiti del sud Italia restano tra i prodotti più richiesti.
Tra le bollicine, l'analisi dei dati che emerge vede incrementare le vendite si questa tipologia sia per il Metodo Classico sia lo Charmant. La classifica elegge il Metodo Classico quale spumante preferito dagli italiani per le feste natalizie e lo Champagne come il primo prodotto dagli italiani con un incremento del 15/20% delle vendite in enoteca, seguito da Franciacorta e infine da Trento doc. Le enoteche si confermano il luogo/canale di vendita preferenziale per questo tipo di prodotti dal posizionamento medio alto.
«Per quanto concerne le previsioni sui volumi di vendita per il Natale 2023 e, in generale, durante la stagione invernale gli operatori del settore sono estremamente ottimisti. Malgrado la difficile congiuntura economica 2023, tra inflazione e caro-vita, tutto sommato, la situazione resta comunque positiva» ha commentato Andrea Terraneo, presidente Vinarius. «Le enoteche si attendono un aumento del lavoro soprattutto per le feste, confermando quanto già annunciato, in ottica previsionale».
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Alberto Lupini
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