Giorni concitati nei corridoi della sede del Consorzio Vini Oltrepò Pavese per trovare la quadra sul nome del futuro presidente. Le voci più accreditate danno la riconferma di Gilda Fugazza, ma sono sempre più insistenti le pressioni per cui possa essere Ottavia Giorgi di Vistarino la futura numero uno dell'ente.
Consorzio Oltrepò: tutti gli outsider in campo
Altri nomi circolati in queste ultime ore sono quelle di Roberto Lechiancole, patron di Prime Alture a Casteggio, molto vicino al presidente di Terre d'Oltrepò, Lorenzo Callegari, già sindaco della cittadina oltrepadana. A questo si sono aggiunti i nominativi di Fabiano Giorgi, titolare della blasonata cantina di Canneto Pavese produttrice del vino targato Gerry Scotti, forte della sua esperienza come presidente del Distretto del Vino di Qualità dell'Oltrepò Pavese e di coordinatore della filiera agroalimentare di Assolombarda e quella di Luigi Gatti, già presidente del Consorzio stesso prima di Gilda Fugazza.
Le voci che si rincorrono sono davvero tante in particolar modo perché il nome deve mettere d'accordo tutti e in particolare i cosiddetti “poteri forti” del Consorzio, ovvero gli imbottigliatori e le cantine sociali. Trovare una persona che metta tutti d'accordo sarà, infatti, il problema principale perché gli interessi in gioco sono davvero tanti e variegati.
Altra voce di corridoio circolata nelle ultime ore sarebbe quella che vedrebbe il ceo di Terre d'Oltrepò. Umberto Callegari come papabile presidente, dunque. La possibile candidatura troverebbe l'appoggio anche della cantina Torrevilla visti i rapporti di collaborazione nati nelle ultime settimane. Per molti sarebbe l'uomo giusto al posto giusto perché la sua esperienza da manager internazionale potrebbe portare benefici alla gestione del Consorzio.
Queste le voci. Ma la soluzione più fattibile sarebbe quella di una riconferma di Gilda Fugazza che, nell'ultimo consiglio, avrebbe ottenuto pareri favorevoli alla ricandidatura, quest'ultima metterebbe tutti d'accordo. Grandi e piccoli. Ottavia Vistarino starebbe alla finestra e avrebbe dato la sua disponibilità alla carica forte del fatto di rappresentare una delle cantine più storiche e più apprezzate per qualità e internazionalità. Anche lei potrebbe essere una validissima proposta che troverebbe anche d'accordo il mondo vitivinicolo legato a Confagricoltura di cui è espressione.
Consorzio Oltrepò: gli altri nodi da sciogliere
La convocazione dell'assemblea è fissata per mercoledì 28 febbraio, alle 15.30, alla Fondazione Riccagioia di Torrazza Costa. Sul tavolo dell'assemblea ci sarà un altro tema, oltre a quello del presidente. Si dovrà discutere l'introduzione della fascetta di Stato sull'Igt mentre l'iter di modifica del disciplinare del Metodo Classico Docg è già in una fase avanzata, già approvato dall'assemblea è in visione da parte dei tecnici e sarà trasmesso successivamente alla Regione.
Le modifiche alle regole erano state approvate dall'assemblea del Consorzio a dicembre 2022: le novità principali riguardano il cambio del nome della denominazione in “Oltrepo Docg Metodo Classico” (eliminando la dicitura Pavese), l'obbligatorietà della raccolta manuale delle uve, l'inserimento nelle classificazioni della tipologia Riserva per i vini con almeno 48 mesi di permanenza sui lieviti in bottiglia.
L'obiettivo delle modifiche al disciplinare è quello di valorizzare sempre di più le bollicine oltrepadane, cercando di aumentare i numeri della produzione: nonostante la Docg sia in crescita costante, sfiorando le 600mila bottiglie (+14,4% nel 2023), infatti, non rappresenta ancora il potenziale reale, che potrebbe aggirarsi intorno alle 2 milioni di bottiglie. Questo se i produttori di spumanti che attualmente utilizzano la sigla Vsq (Vino spumante di qualità) passassero alla denominazione.
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Alberto Lupini
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