Collio, nasce una rete di eccellenza per valorizzare il Pinot Bianco

Sei produttori del Collio uniscono le forze nella Rete del Pinot Bianco per valorizzare questa nobile varietà. Tra degustazioni e annate storiche, emerge il legame unico tra tradizione, innovazione e territorio

15 novembre 2024 | 17:48
di Guido Ricciarelli

Chi incontra Ornella Venica per la prima volta resta impressionato dalla sua vitalità e radiosità. Chi la conosce più a fondo ne sperimenta la tenacia e l'orgoglio. Se si mette in testa un progetto lo approfondisce, lo lima e, alla fine, lo porta in fondo.  Ornella ci spiega perché è nata la Rete del Pinot Bianco nel Collio.

«L'obiettivo della rete - dice Venica - è quello di valorizzare l'eleganza del Pinot Bianco. Vino che nel bicchiere si presenta con note raffinate ma allo stesso tempo piene di carattere che ti ammaliano sorso dopo sorso. Per il Pinot Bianco amo fare una similitudine fra le emozioni di degustazione e le suggestioni evocate dal paesaggio del Collio: colline dove il bosco e il vigneto si fondono con grande armonia. Il padre della Rete  è Marco Felluga, che nel 2019 ha chiamato intorno a sé  produttori che credevano nell'importanza della squadra per dare nuova vita a un vitigno che in Collio si stava dimenticando e ancora proseguiamo lo stesso obiettivo». I 6 produttori attualmente associati  hanno  messo a disposizione per un curioso percorso degustativo: due  vini a testa con annate correnti affiancate da una selezione di millesimi più datati, che ha permesso di toccare con mano la capacità evolutiva del Pinot Bianco alla distanza. 6 anime diverse che non si presentano come competitor ma, ognuno con la sua storia, propongono  la propria filosofia ed interpretazione di questa nobile varietà.

La rete del Pinot Bianco: Alessio Komjanc

Alessio Komjanc, nel 1973, quando fondò l'azienda, dichiarò che il suo obiettivo era quello di produrre vini e olio di altissima qualità. Obiettivo che ha perseguito per decenni e che si è concretizzato nel 2000, quando tutti i quattro figli maschi (Benjamin, Roberto, Patrik e Ivan) si inserirono definitivamente in azienda riuscendo a ottimizzare l'intera filiera produttiva. Si può dire che oggi il marchio Komjanc si collochi tra quelli che meglio interpretano le potenzialità del Pinot Bianco. Qui siamo di fronte ad una scelta prudente visto che i vini proposti al nostro vaglio sono il 2023 e il 2022. Vista la  loro consecuzione stretta è possibile cogliere più di una affinità nell'impatto gustativo. Profumi eleganti e fusi fanno scoprire agrumi in polpa insieme a foglia di limone, rosmarino e cenni di lavanda. Il 2022, rispetto al 2023,  aggiunge sbuffi di pietra focaia, felce e una sensazione iodata. In comune hanno l'alcol ben gestito che permette di bilanciare la spinta fresco-sapida con una raffinata persistenza in un finale saporito.

La rete del Pinot Bianco: Marco Felluga

Marco Felluga, uomo lungimirante ed innovatore per eccellenza, recentemente scomparso,  intuì le potenzialità dei vigneti che circondavano l'antico borgo di Russiz Superiore e, nell'ormai lontano 1966, riuscì ad acquistarne la proprietà. La gestione passò poi al figlio Roberto che seppe dare continuità all'azienda raggiungendo traguardi sempre più importanti, suscitando l'attenzione del consumatore per i vini bianchi da invecchiamento. Ora il testimone è nelle mani della figlia Ilaria, che opera in continuità e nel rispetto dei principi produttivi della famiglia. Annata 2023 e Riserva 2020 (a proposito di invecchiamento)  hanno in comune il lungo retrogusto fruttato e salino. Il 2023 sa di gelsomino e sambuco erbe mediterranee, margherita e pesca bianca. Il palato è morbido e rotondo.  la Riserva con le sue iniziali  sfumature erbacee di salvia e rosmarino e un che di scorza di mandarino,  cambia poi  marcia e si distende su note di uva spina, ribes bianco e mela golden. La sapidità  governa l'intera beva fino a un finale minerale.  

La rete del Pinot Bianco: Toros

Franco Toros è un vero artigiano del vino, un uomo schivo che si muove in silenzio tra i filari. Ama la vita e all'aria aperta e cura i suoi vigneti con meticolosità certosina. Vuole l'eccellenza e trasforma le sue uve in vere opere d'arte, confortato da quel sapere antico tramandato dai suoi avi. I suoi vini si distinguono sempre per caratteristiche varietali e soprattutto per la piacevolezza e la facilità di beva. Sono vini impeccabili, territoriali, veri ambasciatori delle peculiarità del Collio. Annata 2023 e 2018 si possono accumunare per la solida struttura. Il 2023 ha un naso di frutti maturi , biancospino, mele, fiori di campo, pera cotta. L'impianto gustativo è pieno, notevolmente fruttato, armonico, caldo. Il 2018, timido nel quadro olfattivo di  erbe aromatiche, trova intensità nel frutto lievemente agrumato.  Il sorso è rotondo, avvolgente e libera, a centro bocca, un'acidità che ben si accorda con il congedo sapido.

La rete del Pinot Bianco: Venica&Venica

Nel 1930 Daniele Venica fondò l'azienda di famiglia sulla collina di Cerò, una delle più alte del comprensorio del Collio (comune di Dolegna del Collio), ma il successo del marchio Venica & Venica va attribuito ai fratelli Venica che hanno saputo trasformare una piccola realtà agricola in una grande azienda, un'azienda modello, moderna, dinamica, organizzata, conosciuta in tutto il mondo. Oggi nel segno della continuità e della tradizione, Gianni insieme alla moglie Ornella, che lo supporta, con le sue qualità relazionali e commerciali, si impegna per far sì che Venica & Venica sia sempre una realtà dinamica dove la tutela del territorio e la salvaguardia delle “radici” sono al centro. Talis 2023 e 2017. Il primo all'olfatto offre sentori eleganti di mela, pera, albicocca e gelsomino. In bocca colpisce per ricchezza del frutto, è fresco, salino, grasso e molto persistente. Il  2017 nella sua evoluzione terziaria, fatta di note di idrocarburo, tocchi fumé e sentori di tostatura,  è affascinante.

La rete del Pinot Bianco: Livon

Ruttars è uno dei migliori cru del Collio. Numerosi sono i vantaggi di questa splendida collina che assieme all'esperienza e alla costante ricerca qualitativa della Famiglia Livon assicura vini poliedrici e articolati. L'escursione termica dona profumi e freschezza, l'esposizione e la pendenza garantiscono maturazione e freschezza, il terreno un tratto salino inconfondibile. Fra Cavezzo 2022 e 2016 c'è uno stacco netto.  Nel primo frutta matura (ananas, albicocca, pesca), erbe aromatiche fresche. Presenze di lavanda  tiglio, tostature e vaniglia. Gusto materico e rotondo, vellutato ed  equilibrato. Nel 2016 il floreale è di acacia e gelsomino, il fruttato di mela e noce moscata.  È il loro comune Dna, il tratto salino appunto, a spingerli  affiancati in un finale di lunga persistenza.

La rete del Pinot Bianco: Loretto Pali

Il Castello di Spessa si erge elegante nel cuore del Collio, immerso nel verde di un magnifico giardino all'italiana. Gode di una storia quasi millenaria densa di avvenimenti e personaggi e nel 1987 Loretto Pali vi creò l'azienda vitivinicola riconvertendo i vigneti limitrofi e iniziando un un'escalation che in breve tempo gli ha fatto raggiungere l'olimpo dell'eccellenza. Pinot Bianco  Santarosa 2022 e Collio Bianco SanSerff 2015 (a base di uve Pinot Bianco 95% e 5% Fiulano ) sono entrambi molto tipici. Il Pinot Bianco ha sentori di pesca bianca, mandorla fresca, lievi accenni agrumati e di fiori di biancospino. Sapore salino e agile, composto, caldo e di buona lunghezza finale.  Nel Collio Bianco prevalgono note di bosso, frutto della passione e sensazioni tropicali. Prende poi spazio come prevedibile l'aspetto evolutivo che si esprime con piacevoli note di pietra focaia.  

Pinot Bianco, il percorso di degustazione

Cosa dire in conclusione. 6 Aziende, 12  vini, 7 annate diverse esplorate dalla 2023 alla 2015. Un patto di tutela e passione tra famiglie e territorio e una semplice verità. Il Pinot Bianco non teme il tempo che scorre anzi. Può affrontarlo a testa alta e schiena dritta.  Soprattutto se fa Rete.

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