La Cina riconosce il Prosecco, ma il vero nodo resta la battaglia con il Prosek

Pechino ha deciso di scartare l'obiezione al riconoscimento della tutela di indicazione geografica per le bollicine italiane avanzata dai produttori australiani nel 2014. Attesa per la decisione europea sul vino croato

24 dicembre 2021 | 13:28

La Cina, alla fine, riconosce il Prosecco. Dopo una querelle iniziata nel 2014, quando il Consorzio di tutela della Doc veneta aveva depositato nel Paese il marchio collettivo per proteggere le proprie produzioni dalle imitazioni, arriva la conclusione sperata: «Si tratta di un risultato particolarmente importante, anche considerato il ruolo strategico del mercato cinese», ha affermato il presidente del Consorzio di tutela Stefano Zanette.

 

L'opposizione degli australiani

A mettere i bastoni fra le ruote alle bollicine tricolori nel mercato cinese non furono le autorità del gigante asiatico, bensì i produttori australiani. In seguito alla pubblicazione del marchio Prosecco in Cina, infatti, i produttori dell'associazione Australian grape and wine imported avevano presentato la propria opposizione a Pechino volta a ostacolare la protezione dell'indicazione geografica. Un impasse sbloccata dalle autorità cinesi che hanno deciso di concedere la "protezione" al vino italiano in quanto marchio idoneo per distinguere l'origine del prodotto.

 

La battaglia europea: Prosecco vs. Prosek

La speranza è che lo stesso esito si possa ottenere in Europa, dove il Prosecco deve vedersela con il vicino croato Prosek. Dopo l'iscrizione della richiesta croata di ricevere la denominazione di origine geografica è scattata l'opposizione italiana guidata dal ministro all'Agricoltura Stefano Patuanelli e dal sottosegretario Gian Marco Centinaio che in 60 giorni hanno fatto pervenire a Bruxelles le obiezioni dell'intero indotto vitivinicolo. Al di là della protezione della referenza italiana, quello che le istituzioni italiane vogliono preservare è il sistema di tutela delle Doc e Igp a livello europeo. «Nessuno può preoccuparsi di una produzione come il Prosek che è limitatissima e che non intaccherà mai il valore enorme del Prosecco, ma è di fatto una chiave di entrata nell'istituzionalizzazione dell'Italina sounding e questo oggettivamente non è accettabile», ha affermato Patuanelli lo scorso 2 dicembre in audizione alle Commissioni agricoltura riunite di Camera e Senato.

 

 

Patuanelli: «Stop all'omologazione delle produzioni alimentari»

Secondo il ministro, alle spalle di questa singola vicissitudine c'è «un disegno più ampio di omologazione delle produzioni alimentari e di individuazione di una dieta unica a livello globale, un percorso che mi preoccupa molto». Strumento di questo processo è il Nutriscore: «Quando ero arrivato al Mipaaf la consideravo una battaglia persa, mi sembrava evidente che l'accordo Francia e Germania con l'appoggio della Spagna potesse essere intangibile; a oggi invece la Spagna ha cambiando radicalmente posizione e la Francia sta avendo forti problemi interni con i suoi produttori».

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Alberto Lupini


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